Cerca nel blog

lunedì 20 settembre 2010

Le piazze dimenticate del Centro


Alto Adige — 16 settembre 2010 pagina 18 sezione: CRONACA

BOLZANO. «Due piazze esteticamente squallide». Non usano mezzi termini i commercianti delle piazze Sernesi e Domenicani per etichettare due spazi del Centro storico che da tempo chiedono modifiche che le rendano più appetibili. Biciclette parcheggiate in modo selvaggio, traffico dei bus, poco passaggio, scarsa illuminazione, arredo urbano discutibile. E ancora: poche manifestazioni e un generale senso di disappunto e abbandono nei confronti della più “coccolata” piazza Walther. La voce dei negozianti, insomma, si alza piuttosto decisa: “siamo la periferia del Centro storico”. «Ha poco senso - raccontano i baristi Tonino Perna, Violetta e Silvia Stoicanescij - parlare del nostro lavoro con i turisti quando nella zona di piazza Sernesi se ne vedono gran pochi. L’università, inoltre, è una scommessa persa perché le agevolazioni che hanno nel bar interno ci tagliano le gambe». Punta il dito contro le biciclette Roberto Casarini di “Rosi...bis”. «Di fronte all’ateneo la situazione è critica: è una distesa di due ruote. E’ brutta da vedere: si potrebbero spostare le rastrelliere lungo via Leonardo Da Vinci. Lo spostamento della fermata del bus, inoltre, ha determinato una diminuzione della clientela, mentre sul discorso del traffico da furgoncini non mi piace l’idea di una consegna unica». Dal vicino “Top Gun” interviene Luca De Paoli: «La situazione è indecente e l’amministrazione non è in grado di valorizzare le gallerie Europa e Sernesi. E’ l’estetica che andrebbe rivista con aree verdi e un arredo più grazioso. Qualcuno mi deve spiegare, per esempio, che senso hanno i marciapiedi in una zona pedonale? Si potrebbe rimuoverli». «Sono 20 anni - riprende Dario Cecchetto, acconciatore di “Top Man” - che aspettiamo una fontana e qualche bella novità, ma nulla è mai cambiato. Ormai siamo scoraggiati e disillusi perché, comunque la si guardi, questa zona è la più squallida del Centro storico». Meno negativa è Mariapia Calderari dell’omonimo ottico. «Negli anni tutto è cambiato, c’è stato grande turnover tra i negozi. Non darei forzatamente un giudizio negativo. Quel che è certo, comunque, è che l’università non ha portato alcun vantaggio ed è un peccato». Cristina Ferrari dalla sua profumeria sintetizza il problema: «Ci vuole più vita. Piazza Domenicani deve essere più allegra e attraente, mentre oggi è abbandonata a se stessa». Articolata la disamina di Clara Marighetti di “Ker Arts”. «Ci rimangono solo i bus che, senza le siepi di una volta, fanno addirittura più rumore di prima. Ci vorrebbe più verde e più ordine. Va trovata, inoltre, una strategia per abbattere il “muro trasparente” che ci divide da piazza Walther: durante il Mercatino, per esempio, sono migliaia i turisti che scendono da via Goethe e in automatico girano a sinistra. Non è possibile che a Bolzano tutto venga concentrato lì. Le luci natalizie, poi, per noi sono una chimera, ma il paradosso è che nemmeno l’illuminazione notturna è degna di tal nome». Dal tabacchino vicino sottoscrive tutto Oriana Ceravolo scuotendo la testa: «Non c’è nulla da fare, in città sembra che esista solo piazza Walther». Massimo Grandinetti e Stefanie Lantschner di calzature “Europa” si uniscono al coro: «La sera è talmente buio che dei colleghi si sono comprati le luci private e i turisti non ci filano per nulla. Abbiamo chiesto l’albero di Natale e ci hanno piantato tre arbusti spelacchiati. Non solo, è arrivato il Museion, ma nessuno ha pensato di creare un percorso serio che unisca piazza Walther alla struttura passando di qua: si sono lavati la coscienza con delle freccette arancioni ridicole sull’asfalto. Manca la volontà di cambiare». I soci del bar “Riz” Francesco Minici e Domenico Bonaccio chiudono lanciando una proposta. «Cosa costa mettere 5-6 bancarelle del Mercatino anche da noi? Sembra un’impresa impossibile. Il Comune ci venga incontro». - Alan Conti

Nessun commento:

Posta un commento