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“Mio papà Franco è fotografo – racconta Elisa
con gli occhi allegri – e da piccola sono rimasta stregata. Ho cominciato a
fare esperienza scattando qui e là, poi è arrivata la prima macchina vera.
Un’emozione incredibile. Da due anni abbiamo deciso di provare l’avventura di
questo piccolo negozio”. Si chiama “Obiettivo Immagine” ed è nato in via
Dalmazia direttamente con lei. Titolare già a 21 anni. “Una bella
responsabilità – ammette – perché comunque ero chiamata a un importante salto
di qualità. Di carattere sono abbastanza timida, ma questo mi ha aiutata ad
uscire dal guscio e aprirmi senza problemi al contatto con la gente”. Poi c’è papà
da gestire: “Sì – ride – perché giustamente pretende il massimo. E’ molto
importante, però, averlo con me perché confrontando le nostre due visioni ci
completiamo e cresciamo. Non ha mai fatto pressioni perché seguissi la sua
strada, ma è un aiuto prezioso”. Come si combatte la diffusione di smartphone e
applicazioni che rendono tutti fotografi? “A mio parere con l’elaborazione
grafica e la creatività che da qui discende. Tecnicamente è diventato più
semplice scattare una buona immagine, ma il nuovo fotografo da studio è quello
capace di fondere quello scatto con un’idea particolare del cliente. Ecco,
questo non tutti sanno farlo e noi possiamo offrirlo intercettando un pubblico
giovane”. Ci vogliono, poi, le idee: “Oltre ai gadget classici ho studiato una
linea di magliette con elaborazioni grafiche mie che vendo attraverso Instagram
su tutto il territorio nazionale. Sono stata contattata anche dal cognato di
Belen Rodriguez”. Altro contatto importante è quello con Luciano Bonacini,
fotografo di caratura internazionale molto conosciuto. “Ha voluto un mio
portfolio e mi ha dato dei suggerimenti incoraggiandomi. E’ stato
entusiasmante”.
In via Milano, invece, Thomas Mittermair ci
accoglie con una battuta. “Se dico che ho sempre avuto la passione per la carne
fresca mi paragonate ad Hannibal?”. In realtà questa piccola bottega chiamata
“Der Fleisch Designer” è stata sviluppata con cura dal giovane 24enne di Nova
Ponente. “Ho sempre voluto fare il macellaio e questo mi sembrava un ottimo
punto vendita ben avviato. Mai avuto paura della grande distribuzione bolzanina
perché la qualità è vincente. Il gusto della carne è qualcosa di molto curato e
la gente si accorge della differenza”. Il vero chiodo fisso, semmai, è la
provenienza. “Garantiamo tutta carne altoatesina dato che macelliamo
direttamente al paese. E’ una carta a nostro favore che cerchiamo di giocare
con responsabilità”. Non tutto, però, è stato subito facile. “All’inizio ho
incontrato qualche difficoltà perché quando ti vedono così giovane qualcuno cerca
di fare il furbo. Pensano tu non abbia abbastanza esperienza per riconoscere la
qualità. Poi c’è chi non paga per lungo tempo. Devi imparare a convivere con
queste criticità e farti le ossa”. Fondamentale il contatto diretto con la
clientela: “Fiducia e consigli sono determinanti nel farti preferire ai punti
vendita assai più anonimi e spersonalizzati. Noi cerchiamo di starci attenti”.
C’è, però, un taglio tra tanti che lo fa impazzire. “Lo scamone di manzo è in
assoluto quello che preferisco. Naturalmente
e rigorosamente al sangue”. Sangue? E’ sempre più difficile non pensare
a quel paragone con Hannibal.
Alan Conti
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