Un “Aquilone” in picchiata verso il suolo destinato a
frantumarsi in piccoli pezzetti. E’ il destino della storica scuola
dell’infanzia che da decenni trova spazio nelle aule del complesso Pascoli
Longon avviato, come le sedi di alcune associazioni, allo sfratto e alla
cancellazione. Già perché questo asilo con una monosezione integrata di 22
bambini sarà scorporata e smistata nelle altre strutture della zona
cancellando, così, un pezzo di storia che risale alla costruzione stessa della
scuola magistrale quando si chiamava “Giardino dell’infanzia”. Ieri, però, è
andata in scena la manifestazione di alcuni genitori per chiedere la salvezza
di una sezione che marcia unita da tempo. “Purtroppo siamo destinati a sparire
– le parole della rappresentante Roberta Ridolfi Rompietti – in nome di una
demolizione per un progetto ancora del tutto fumoso. Tutta questa fretta di
cacciarci a fronte di un milione già accattonato per l’abbattimento è assurda.
Il tutto mentre qui vicino si erge un palazzo anonimo, in gran parte vuoto, al
posto dell’ex cinema Corso”. Il trasferimento, però, non è nemmeno
ipotizzabile, naufragato come le altre ipotesi unitarie alternative. “Potevamo
avere una sezione all’Hansel e Gretel, ma sono cresciuti i bimbi tedeschi ed è
saltata, poi si è aperta la possibilità del Città dei Bambini che si è presto
rivelata complicata”. In realtà non tutti i genitori erano convinti di andare
fino in viale Venezia e degli undici iscritti necessari al mantenimento della
sezione ne erano rimasti solo nove. Gli
ispettori della Sovrintendenza, poi, ci hanno messo del loro nel dire no
a qualsiasi nuova iscrizione, anche se potevano bastarne un paio. Così pure il
destino delle maestre è incerto: “Il 14 giugno faremo l’ultima festa poi
rientreremo nella graduatoria di chi non ha una sede e saremo dirottate in
altre strutture” il commento di Tiziana Leli.
Ieri, dunque, la
protesta dei genitori si è presto innestata su quella degli ormai noti
figuranti de “La Comune” con uno striscione che ringraziava Dario Fo per il
sostegno. “Attendiamo – spiega la direttrice artistica Elisa Forcato – che
l’assessorato dia seguito ai propositi di mettere un freno allo spaventoso
taglio di 64.000 euro negli ultimi due anni, il 30% della nostra attività”.
Intanto è stata individuata la nuova sede in via Mendola. “Ci siamo rivolti al
mercato privato come voleva il sindaco e avremo un esborso di 9.000 euro in più
l’anno. Se le cose rimangono così il cartellone de “L’arte del far ridere” non
potrà rimanere come lo abbiamo conosciuto”. Il primo cittadino, per la verità,
auspicava la vostra autosussistenza. “Possiamo pensare di ottenerla solo
mettendo i prezzi dei biglietti per gli spettacoli a 60,70,80 o 100 euro.
Questo sarebbe davvero un bene per i bolzanini?”.
Alan Conti
Nessun commento:
Posta un commento