Radiografare i numeri della scuola per ottenere feedback immediati, più oggettivi che a sensazione. Non è banale il percorso intrapreso dalla scuola professionale provinciale Einaudi per il commercio, turismo e servizi finito sotto il nome di “Bilancio sociale”. Una buona dose di cifre che, nelle intenzioni dell’assessore provinciale competente Christian Tommasini, devono anche tornare utili nell’accorciare la filiera tra scuole e lavoro, specialmente in un percorso altamente professionalizzante.
I numeri, dunque, raccontano oltre 100 ore di formazione per 15 insegnanti con 1.614 corsisti al 43% rappresentato da donne. Una possibile valvola di sbocco anche per il fenomeno dei disoccupati che toccano la quota del 13% delle frequenze in formazione continua. Curiosa anche la ripartizione, piuttosto equidivisa, per fasce d’età con il 25,6% dei corsisti giovani tra i 19 e i 29 anni, ma anche il 20% tra i 29 e i 39, il 29% tra i 40 e i 49 e il 15% di over 50. Specialmente quest’ultimi danno un’idea di ancoraggio anti emarginazione. Sembra abbastanza basso, infine, il valore di reinserimento nel mondo del lavoro che avviene solo per il 24% degli allievi. Dato del 2011 che sembra avviarsi verso conferma con la sottolineatura di una maggiore facilità delle donne nel rientrare grazie a flessibilità e adattabilità. E lo chiamano sesso debole.
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