Ecco le ruspe. Efficienti e agili sono pronte da oggi a mettere in pratica quel progetto tanto discusso della nuova piazza Don Bosco intesa come giardino pubblico. Un'opera lanciata questa mattina con l'inaugurazione dei lavori alla presenza delle cariche assessorili competenti e che costerà all'amministrazione circa 140.000 euro e durerà per 70 giorni. Al termine dei lavori la città potrà riappropriarsi di uno spazio recintato in porzioni più o meno variabili da 15 anni. La scelta progettuale, come noto, prevede un reticolato di sentieri che condurrà alternativamente tra gli accessi di via Sassari e via Alessandria. Oltre alle caratteristiche progettuali, però, a levare un vero polverone politico è stata anche la scelta di inaugurare i lavori con simile passerella politica così vicina alla scadenza elettorale. Per un Comune che ha sospeso il consiglio comunale per evitare derive propagandistiche la celebrazione ha stonato a più di qualche orecchio.
"Si dovrebbero vergognare - non usa mezzi termini Enrico Lillo di Forza Alto Adige - perché da mesi giace in Comune una mia richiesta di referendum per decidere il futuro di una piazza e non di un giardinetto pubblico. Oggi si è voluta fare campagna elettorale gratis con una fretta che si può definire spregiudicata. Identica tempistica non è stata usata con una mia interrogazione sulla cadente facciata della scuola materna di via Milano che rimane inascoltata da 2012". Stizzito anche Marco Caruso, ripreso dal sindaco per l'omaggio di una rosa alla stele di Norma Crosetto mai inaugurata per evitare concomitanze elettorali, che rilascia un commento lapidario: "Don Bosco ha bisogno di una piazza e non di un giardinetto". L'opera, comunque, è avviata con la prima rimozione dei giochi per bambini. Le immagini parlano di una piazza che cambierà volto come chiesto ma sono immagini girate lontano dall'inaugurazione perché una delle piazze simbolo della città deve ritrovare lustro con un progetto che, piaccia o non piaccia, deve essere per i cittadini in quanto tali e non in quanto elettori.
Alan Conti
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