Nulla di deciso, strategie ancora da limare e nessuna revisione della tattica elettorale. Il segretario del Partito Democratico Antonio Frena tiene dritta la barra e non ascolta i colpi di vento o le sirene. Al tavolo delle trattative per la giunta con l’Svp si andrà con una linea condivisa dal partito e intercettare voti in più o comporre una lista differente non era possibile né pensabile. “Oggi i giornali scrivono tutti che andremo a chiedere due assessori – attacca – ma non c’è nulla di vero perché la linea in partito non è stata ancora decisa. Io sono abituato a parlare di assessorati solo una volta che questi si realizzano”. Gettando lo sguardo indietro, però, al Pd si attribuiscono le colpe di non aver saputo intercettare il voto in fuoriuscita dall’Svp e quello di un centrodestra spappolato e rivolto all’astensione. “Il Partito Democratico non intercetta i voti di una certa destra italiana, questo è pacifico. Men che meno può farlo con quella tedesca quindi non vedo tutti questi margini”. Col senno di poi il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli forse la breccia nel muro Volkspartei l’avrebbe aperta. “Lasciando Bolzano senza la sua testa? Sta facendo bene il primo cittadino, giusto continui a fare quello. La nostra lista, comunque, aveva diversi nomi nuovi per la politica quindi tutta questa retorica dell’usato sicuro non la condivido affatto”.
Ora, però, al Pd è rimasto inevitabilmente un cerino italiano in mano da gestire. Sembra uguale a quello di cinque anni fa: la speranza è che non si riveli, invece, assai più corto.
Alan Conti
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