Doveva essere il giorno della prima
sentenza e invece bisognerà attendere ancora per avere un primo
riscontro processuale sull'accusa di omicidio che pende sul capo di
Kevin Montolli dopo l'assassinio della trentenne Svetla Fileva ai
Piani di Bolzano. La difesa guidata da Flavio Moccia, infatti, ha
ottenuto questa mattina di poter inserire agli atti un'integrazione
di venti pagine alla perizia psichiatrica già presentata dal
professor Carlo Robotti sull'infermità del suo assistito. Infermità,
chiaramente, confutata in modo secco dalla perizia della procura
firmata da Michele Piccolin che parla di capacità di intendere e di
volere di Montolli. Così il giudice Silvia Monaco, preso atto della
divergenza sostanziale tra le due parti scientifiche, ha predisposto
una nuova perizia psichiatrica con giuramento del perito padovano
Guido Buffoli fissato il 6 dicembre. Da quel giorno saranno 60 i
giorni a disposizione per l'analisi.
L'avvocato della famiglia Fileva
Alessandro Tonon, intanto, chiede che “la vittima non venga confusa
con il carnefice. Non perdiamo di vista la fine di questa ragazza.
Peraltro né Montolli né la sua famiglia ha mia chiesto scusa per
quanto accaduto”. Ci sarebbe anche un piccolo caso legato a un
parziale risarcimento economico avvenuto, secondo Moccia, su un conto
corrente aperto di cui, però, la famiglia bulgara non ha notizia.
Nessuno, però, della famiglia Montolli si è presentato in aula.
Nemmeno l'imputato. “Non è facile affrontare in aula un discorso
introspettivo sulla propria persona, men che meno se legato a un
fatto così difficile come quello in discussione. Purtroppo si tratta
di un ragazzo solo fin dalla nascita. Cercheremo di ottenere tutte le
attenuanti possibili e la semi infermità mentale”.
Montolli, lo ricordiamo, è accusato di
aver inflitto una ventina di coltellate alla donna cittadina bulgara
nella notte tra l'8 e il 9 settembre 2012. Nonostante il rito
abbreviato, dunque, i tempi saranno assai meno abbreviati.
Alan Conti
Nessun commento:
Posta un commento