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lunedì 4 novembre 2013

L'ultima sfida di Kolibri

C'è una strana commistione di sensazioni all'apertura della svendita strong che porterà la storica libreria Kolibri di via della Rena a Bolzano a chiudere i battenti definitivamente. Da una parte la sensazione che il libro come oggetto subisca un duro colpo, dall'altra la conferma che continua a essere elemento culturale desiderato nelle tante persone accolte. Ancora: da una parte la tristezza di una parabola che va incontro alla sua fine, dall'altra la soddisfazione di vedere quanto questa parabola abbia saputo coltivare affetto. Silvia Maranelli, socia della cooperativa, vive ore di grande lavoro.  "Ancora non ho tempo di fermarmi a pensare o riflettere. Penso al grande lavoro che c'è da fare e alla tanta gente che viene e a trovarci. Per il resto, le emozioni o le sensazioni, ci sarà spazio dopo". Come esce il libro da questa vicenda? Ridimensionato? "Non penso assolutamente che il libro sia morto, anzi, penso possa tranquillamente coesistere con le nuove tecnologie. Nella nostra decisione ci sono anche questioni legate strettamente alla cooperativa". Intanto la folla sembra avere le idee chiarissime. "Si rivolgono principalmente alla narrativa, ma anche la saggistica incontra diversi consensi. Qualcuno, per esempio, cercava specificatamente Eugenio Scalfari. Sempre richiestissimi, infine, i libri per bambini".
Kolibri, insomma, deve svuotare gli scaffali e scampare a un destino di macero per ogni volume prima della fine di novembre. I margini di guadagno sono pressoché nulli e l'operazione può portare, nella migliore delle ipotesi, all'abbattimento dell'esposizione. Quei libri, peró, vanno salvati anche come simbolo: è l'ultima sfida di Kolibri, ma forse è anche la più importante.
Alan Conti

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