Il Comune chiude le scuole, ma la Provincia impone ai docenti di prendere un giorno di ferie, altrimenti si va al lavoro. Procedura nuova, insegnati arrabbiati e Schaller rincara la dose: "Hanno troppe ferie".
BOLZANO. Nei giorni dell’Adunata il Comune chiuderà le scuole, ma la Provincia considera gli insegnanti come regolarmente in servizio. La contraddizione istituzionale ha sollevato un vespaio nel mondo della scuola con i docenti costretti a prendere un giorno di ferie, teoricamente scalabile dal monte totale o soggetto a recupero, e i sindacati che invitano a non inoltrare alcuna richiesta. Scelta, la seconda, comunque rischiosa perché, pur con tutte le cautele del caso, passibile di richiamo per assenza ingiustificata. Risultato? Moltissimi insegnanti sono pronti a recarsi negli istituti, molti dei quali adibiti a dormitorio, per i cinque minuti necessari alla firma di presenza. Sarebbe questa, infatti, l’unica attività possibile data l’assenza di studenti o attività collaterali. A rimetterci, insomma, sarebbero solo mobilità e coerenza del Comune. La comunicazione è arrivata alle scuole a firma del capo del personale della Provincia Engelbert Schaller che prova a fare chiarezza sulla decisione. "Gli insegnanti stanno montando un caso inesistente perché in ogni caso la richiesta di ferie non comporterà alcun effetto sulla loro paga o tempo di lavoro". Schaller, mi scusi, allora che senso ha introdurre questa novità se non cambia nulla rispetto agli altri giorni senza alunni? "Ci siamo trovati a gestire una situazione straordinaria. Poi sappiamo tutti di quante vacanze godono i docenti". La sensazione è che il pretesto serva a sfondare il muro del conteggio delle ferie inserendo proprio Natale e Pasqua nel monte disponibile per i docenti e intaccando la clausola contrattuale che prevede per maestre e professori il godimento delle vacanze solo nei mesi estivi. Nei fatti, dunque, si cerca la strada per decurtare in modo sensibile l’assenza da scuola in luglio e agosto riducendola a una decina di giorni. La forzatura, altrimenti, non si spiegherebbe. "In un certo senso quello è un aspetto che dovremo riconsiderare in futuro" ammette Schaller. Prendere ferie senza comunicarlo, come potrebbe accadere a qualche docente che sottovaltuta la novità, potrebbe avere conseguenze negative: la Provincia come reagirà in caso di assenza ingiustificata? "Questo dobbiamo ancora deciderlo. La delibera, piaccia o non piaccia, è questa". Contraddittoria.
BOLZANO. Nei giorni dell’Adunata il Comune chiuderà le scuole, ma la Provincia considera gli insegnanti come regolarmente in servizio. La contraddizione istituzionale ha sollevato un vespaio nel mondo della scuola con i docenti costretti a prendere un giorno di ferie, teoricamente scalabile dal monte totale o soggetto a recupero, e i sindacati che invitano a non inoltrare alcuna richiesta. Scelta, la seconda, comunque rischiosa perché, pur con tutte le cautele del caso, passibile di richiamo per assenza ingiustificata. Risultato? Moltissimi insegnanti sono pronti a recarsi negli istituti, molti dei quali adibiti a dormitorio, per i cinque minuti necessari alla firma di presenza. Sarebbe questa, infatti, l’unica attività possibile data l’assenza di studenti o attività collaterali. A rimetterci, insomma, sarebbero solo mobilità e coerenza del Comune. La comunicazione è arrivata alle scuole a firma del capo del personale della Provincia Engelbert Schaller che prova a fare chiarezza sulla decisione. "Gli insegnanti stanno montando un caso inesistente perché in ogni caso la richiesta di ferie non comporterà alcun effetto sulla loro paga o tempo di lavoro". Schaller, mi scusi, allora che senso ha introdurre questa novità se non cambia nulla rispetto agli altri giorni senza alunni? "Ci siamo trovati a gestire una situazione straordinaria. Poi sappiamo tutti di quante vacanze godono i docenti". La sensazione è che il pretesto serva a sfondare il muro del conteggio delle ferie inserendo proprio Natale e Pasqua nel monte disponibile per i docenti e intaccando la clausola contrattuale che prevede per maestre e professori il godimento delle vacanze solo nei mesi estivi. Nei fatti, dunque, si cerca la strada per decurtare in modo sensibile l’assenza da scuola in luglio e agosto riducendola a una decina di giorni. La forzatura, altrimenti, non si spiegherebbe. "In un certo senso quello è un aspetto che dovremo riconsiderare in futuro" ammette Schaller. Prendere ferie senza comunicarlo, come potrebbe accadere a qualche docente che sottovaltuta la novità, potrebbe avere conseguenze negative: la Provincia come reagirà in caso di assenza ingiustificata? "Questo dobbiamo ancora deciderlo. La delibera, piaccia o non piaccia, è questa". Contraddittoria.
Alan Conti
E' vergognoso che non si tenga conto di una norma del c.c. la 1256, che esonera il personale della scuola dal recupero quando la scuola rimane chiusa per causa di forza maggiore. Se la Provincia, con delibere prive di fondamento giuridico, vuole cambiare le carte in tavola lo dica esplicitamente perchè chiederò di passare allo Stato.
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