La bambola utilizzata è studiata in ogni minimo dettaglio |
Proposto come un neonato, il pupazzo è capace di risvegliare affettività e ridurre farmaci sedativi o disturbi comportamentali. Coinvolti 16 anziani per la durata di un anno.
BOLZANO. Una bambola per allontanare i farmaci sedativi
e restituire la dimensione dell’affetto ai malati di demenza senile. E’ stata
presentata ieri nella casa di riposo Don Bosco la nuova terapia sperimentale
che sarà introdotta nella struttura e a Villa Europa nei prossimi dodici mesi.
Tutto ruota attorno a una bambola che sarà affidata ai pazienti come fosse un
autentico bambino stimolando una serie di effetti benefici che possono aiutare
a mantenere l’equilibrio psicologico in situazioni cliniche delicate. Una
sperimentazione che ha prodotto buoni risultati nelle prove precedenti in
Italia e in Europa e che approda per la prima volta in regione sotto la regia
del professore responsabile Ivo Cilesi. "Con questo metodo sappiamo di
poter risparmiare ad alcuni pazienti parte dei farmaci sedativi. L’idea è
semplice, ma l’attuazione richiede attenzione e formazione da parte del
personale e dei familiari". Ai malati, dunque, viene consegnata questa
bambola trattata in tutto e per tutto come un bambino. "Proprio il momento
dell’affidamento – continua Cilesi – è fondamentale perché deve trasmettere
immediatamente un sentimento di affettività stimolando l’istinto di maternità o
paternità. Tutto deve avvenire in modo molto naturale". La stessa
bambola è studiata in ogni dettaglio. "Può apparire poco verosimile, ma
ci sono delle ragioni dietro ad ogni scelta. La postura, per esempio, permette
un facile abbraccio e agevola la presa, nel volto grande spazio è dato agli
occhi e allo sguardo, i tessuti sono morbidi per invitare alla stretta e i
vestiti ricalcano quelli stagionali per inserire importanti elementi della
ciclicità del tempo". Quali sono, però, i risultati effettivi oltre alla
non secondaria diminuzione dei farmaci? "Si riducono i disturbi del comportamento
come insonnia, inversione ritmo sonno-veglia, wandering, agitazione o
nervosismo. Allo stesso tempo si sposta parzialmente l’attenzione del paziente
da se stesso e dai suoi disturbi permettendo un maggior benessere personale. In
alcuni casi, inoltre, la presenza della bambola si è rivelata molto utile
nell’aiutare il personale in interventi talvolta delicati come la cura
dell’igiene. La responsabilità porta l’utente ad accettare il trattamento senza
protestare". Attenzione, però, che la bambola non verrà lasciata sempre
a disposizione dell’anziano."No – puntualizza il responsabile – perché
anche il distacco è terapeutico nello stimolare reazioni positive nel momento
del nuovo incontro. Non solo, così facendo si evitano le conseguenze negative
di un’eccessiva convivenza come la sensazione di simbiosi".
La sperimentazione bolzanina riguarderà sia la
struttura di Don Bosco sia la casa per lungodegenti Villa Europa per un totale
di 16 pazienti equamente divisi. La durata sarà di un anno per un costo
complessivo di circa 6.000 euro e controlli trimestrali comprensivi di dati e
considerazioni. "Siamo orgogliosi di questo progetto – le parole della
presidente della casa di riposo Francesca Gigliotti – anche alla luce della
prossima apertura del nucleo alzheimer proprio nella nostra struttura".
Presente alla conferenza, infine, il direttore dell’Assb Bruno Marcato: "Qualsiasi valida iniziativa che metta al centro un miglioramento delle
condizioni di vita dei nostri residenti va salutata con entusiasmo e
positività".
Alan Conti
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