Bolzano saluta con entusiasmo gli alpini |
BOLZANO. Un museo a cielo aperto abbellito da
un’esplosione di tricolori. Le vetrine dei negozi bolzanini accolgono l’Adunata degli Alpini con uno slancio raro e, passeggiando nei quartieri popolari,
bastano alcune sbirciate per un tuffo nella naia che fu. Sono tanti, infatti, i
commercianti che hanno deciso di consacrare il proprio spazio espositivo ai
ricordi di qualche alpino in famiglia: papà, nonni, bisnonni, qualcuno
addirittura il titolare del negozio. Cimeli, fotografie, oggetti della prima o
della seconda guerra mondiale, uniformi e, logicamente, cappelli con la penna
la fanno da padroni. Ne nascono, talvolta, improbabili e curiosi abbinamenti.
Le scarpe col tacco o la profumeria femminile, per esempio, non sono
propriamente oggettistica da caserma, ma l’Adunata è anche questo: il militare
che si fa popolare.
Naturalmente una simile festa è anche
un’occasione per i creativi e tra questi c’è sicuramente Carlo Zanella di
“Zanella Actiwear” in via Torino che con il polistirolo ha ricreato un vero e
proprio ambiente alpino. "E’ un omaggio alle montagne che forgiano il
carattere dell’Alpino". Poco più in là l’abbigliamento “New Time” espone
l’uniforme intera e la bandiera portata dal titolare Lampaca in Afghanistan:
vestiti che raccontano una storia. Identica funzione per le foto e i cimeli
esposti dalla ferramenta “Zanoni”, mentre il bar “Cin Cin” si è fatto aiutare
dagli storici avventori nel creare una gigante penna nera celebrativa appesa sul
balcone soprastante il locale. Linea trendy, invece, da “Cioè” che con abiti
fashion ripropone il tema tricolore, mentre dalla “Casalinga” fa bella mostra
di sé l’ormai celebre moka dedicata all’Adunata. Colori nazionali giganteschi
anche da “Fuganti” e a corredo del classico cappello con gadget al bar “La
Cubana”. Cimeli della prima guerra mondiale, invece, abbelliscono l’esposizione
di Aros. "Sono di mio suocero – spiega Angelo Curia – e sono oggetti che
raccontano la storia". Nota d’amore al bar “Nello” dove una gigantesca
vignetta ritrae un Alpino con il suo mulo che pensa alla bella moglie: tocco
ulteriore il mulo apposto in entrata. In via Milano il cappello si concede un
trittico al femminile: con i ciondoli alla profumeria “Rosy”, nei gomitoli da “Stoffe
e…” e tra le scarpe di “Nero Giardini”. Da “Max Fort”, invece, ecco un
curatissimo manichino drappeggiato di tricolore che, poco più in là, ritroviamo
nelle curate vetrine di “Cartomania” e “Mode Karin”. Enorme, invece, il
cappello che abbellisce l’entrata dell’enoteca “da Maurizio” in piazza Don
Bosco, ma la più grande vetrina tematica è certamente quella predisposta dalla
ferramenta “Il Bullone”, dove il titolare Fabrizio Lonardi ha spolverato foto,
bandiere e cimeli del suo passato da paracadutista. Qui il cappello saluta tra
brugole e pinze, restituito alla sua mascolinità.
Alan Conti
Alan Conti
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