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venerdì 25 maggio 2012

Oltrisarco, scoppia il distretto


L'attuale distretto in via Pietralba

Da 12 anni il quartiere attende una soluzione definitiva. Le persone si accalcano all'alba e attendono ore sulle scale. Comune e Circoscrizione strigliano la Provincia: "Sveglia". 

BOLZANO. Si stringono in coda lungo le scale per la mancanza di una sala d’aspetto, si presentano alle 6.30 del mattino davanti alle porte automatiche senza sapere se riusciranno a passare e attendono ore per poi essere costretti a tornare a casa senza nemmeno essere entrati in ufficio. Gli utenti del distretto socio sanitario di Oltrisarco sono ormai esausti: in via Pietralba la situazione è al limite della sopportazione e, dopo una dozzina d’anni di tira e molla, i residenti chiedono che qualcuno concretizzi le promesse provinciali di una nuova struttura per il quartiere. Un caloroso invito che viene raccolto dalla presidente della Circoscrizione Wally Rungger, dall’assessore alle politiche sociali Mauro Randi e dal direttore dell’Assb Bruno Marcato che con una conferenza stampa infiocchettano e spediscono un chiaro invito a Palazzo Widmann: “sbrigatevi”. Da anni la soluzione è stata individuata nell’ex caserma Mignone, oggi sede dell’inamovibile scuola d’economia domestica, attraverso una demolizione e una successiva ricostruzione. Qualche mese fa il dietrofront provinciale: la palazzina rimane in piedi, la scuola al suo posto e per il distretto si costruirà un edificio a “L” che porterà via anche una porzione di verde pubblico. Poi più nulla.
 "La politica si sbrighi – il lamento di Cari Maiorca e Marina Zanoratti in coda ieri mattina per ore nel tentativo di chiedere un sussidio o un'esenzione dal ticket – perché qui la situazione è ormai insostenibile. Le attese durano tre o quattro ore, talvolta aspetti e poi scopri che i funzionari non hanno più tempo. C’è chi si presenta all’alba per stare in piedi sulle scale anche sei ore: l’emergenza è evidente". La direttrice del distretto Daniela Qualtieri non usa mezze misure. "Non ce la facciamo più, gli spazi non sono sufficienti e gli utenti, giustamente, si lamentano. Non siamo in grado di soddisfare tutti e le difficoltà inficiano inevitabilmente la qualità dei servizi. La Provincia, inoltre, ha deciso di delegare ai distretti la pratica del sussidio casa: bene, noi non saremo in grado di gestirlo". Mentre Lana, 11.000 abitanti, ha inaugurato da poco un nuovo distretto all’avanguardia a Oltrisarco, 13.000 anime, nessuno sa ancora come intervenire. "Trovare una soluzione è la priorità del mio mandato – le parole del presidente di Circoscrizione Wally Rungger – e non mi importa se questo comporterà la demolizione del Mignone oppure no. L’insufficienza del servizio è palese: in quartiere ci sono persino ambulatori in un'ex falegnameria. La convenzione con la Provincia ha ormai 12 anni, quindi l’ora delle decisioni è più che arrivata". Riflessioni condivise dall’assessore Mauro Randi: "Sulla questione dobbiamo mantenere alta l’attenzione politica. In questi giorni avremo degli incontri tecnici che, mi auguro, possano essere propedeutici a presentare il progetto del nuovo distretto da 5 milioni all’interno del comitato di piano entro il prossimo mese. Per quanto possibile, dopo così tanto tempo, dobbiamo cercare di essere rapidi, anche perché questa situazione influisce sulla qualità dei servizi". In caso di trasferimento, oltretutto, sarebbe possibile un ampliamento dell’organico. "L’aumento delle richieste – specifica il direttore Assb Bruno Marcato – ha toccato il 40%, in parte legato all’aumento della popolazione e in parte all’accresciuto fabbisogno. In quest’ottica il trasferimento permetterebbe un rafforzamento del personale che qui non è possibile. Al momento nella struttura operano stabilmente una ventina di persone e sono praticamente il massimo consentito da questo edificio". E la Provincia? Per ora si limita a un carteggio dell’assessore alla sanità Richard Theiner con un generico impegno "di trovare una soluzione finale e definitiva dopo approfonditi colloqui con il Comune". Più che parlare basterebbe osservare. 
Alan Conti

La conferenza stampa di protesta

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