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giovedì 17 maggio 2012

Rewalk, la speranza per tornare a camminare


Il macchinario Rewalk in azione

Il macchinario studiato a Villa Melitta sfrutta l'oscillamento del busto. Può consentire ai paraplegici il ritorno alla posizione eretta, ma richiede almeno venti ore di allenamento e 75.000 euro

BOLZANO. Riscrivere il destino di una vita in sedia a rotelle tornando a camminare. E’ questo il sogno che la tecnologia “ReWalk”, utilizzata e innovata dal team del dottor Andreas Waldner nella casa di cura privata “Villa Melitta”, potrebbe realizzare per i pazienti paraplegici. Il macchinario sanitario è, di fatto, un’armatura meccanica esterna che cinge le due gambe e risponde ai comandi di un elettromotore situato in una sorta di zainetto da tenere sulle spalle. "Trattandosi di pazienti con lesioni midollari medie o basse – spiega Waldner – ci troviamo di fronte a casi di mancanza assoluta di controllo negli arti inferiori. L’idea determinante di “ReWalk”, quindi, è stata quella di affidarsi ai movimenti del busto: ad ogni oscillazione avanti e indietro corrisponde un movimento naturale di camminata, seduta, salita e discesa delle scale". Per capire meglio, è come immaginarsi una sorta di joystick con il torace che gestisce le movenze, “ReWalk” che le asseconda e il paziente che si aiuta con due bastoni canadesi. L’autonomia della batteria è di circa due ore o due chilometri di cammino. L’idea per il prototipo, curiosamente, è nata nelle stanze militari dell’esercito israeliano come potenziamento del passo dei soldati. Ora permette un ritorno al cammino. Sull’altro piatto della bilancia, però, ci sono costi e allenamento. "E’ vero – spiega con onestà Waldner – perché imparare a gestire il macchinario non è operazione immediata. Diciamo che ci vogliono circa una ventina di sedute di allenamento prima di comprendere al meglio le varie possibilità. Alla fine, però, ci si garantisce una grande indipendenza e la possibilità di tornare a vedere tutte le altre persone negli occhi. In chi è paraplegico da molto tempo, oltretutto, c’è la necessità di riabituarsi alla postura eretta e a tutte le sue implicazioni". Sul prezzo, invece, Waldner spalanca le braccia. "Per il macchinario completo siamo attorno ai 75.000 euro, ma nel mondo della sanità, purtroppo, la tecnologia è molto cara in generale. Si tratta, per di più, di produzioni ancora limitate e non di grande scala. Di sicuro stiamo riscontrando un certo interesse da parte dell’Inail, quindi potrebbero aprirsi nuove prospettive in futuro".
 I numeri, comunque, descrivono un panorama piuttosto serio tra le lesioni midollari: in Alto Adige, infatti, si contano circa 36 nuovi casi annuali per una popolazione di circa 1.600 paraplegici. In Italia, invece, l’incremento annuo è pari a 1.800 unità a fronte di un totale di 80.000 infortunati. Nella maggioranza dei casi le cause sono da ricercare nella pratica sportiva. "Purtroppo l’arrampicata, il paracadutismo e la montagna in generale è in questo senso piuttosto pericolosa – precisa Waldner – poi vengono gli incidenti stradali. L’ortesi “ReWalk”, quindi, potrebbe anche rivestire un aiuto psicologico in persone abituate ad essere in movimento".  Presente alla conferenza stampa di presentazione anche il direttore del dipartimento provinciale alla sanità Florian Zerzer: "Le strutture private si dimostrano ancora una volta molto attive nella sperimentazione. Si tratta di componenti preziose per il nostro territorio e per il nostro sistema sanitario".
Alan Conti 
La conferenza stampa di presentazione

2 commenti:

  1. io penso che 75 mila euro da quel che ho capito e una somma alta non a portata di tutti bisognerebbe che ci fosse un aiuto economico da parte del sociale, visto e considerato che serve per le persone mirko castellani

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  2. Caro Mirko,
    75.000 euro sono oggettivamente molti soldi, non a caso è stato sottolineato nell'articolo. Potrebbe diventare determinante, in questo senso, l'interessamento dell'Inail e una diffusione piuttosto massiccia di Rewalk.
    Saluti.

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