Ivano Martinelli, sempre il primo vecio |
"Non è che “può” scrivere a tutti i
bolzanini di venirci a trovare, lei “deve” invitarli tutti perché qui sia una
festa continua". Mentre la città aspetta l’Adunata degli Alpini al
civico 33 di via Galilei, all’interno del cortile della ditta “Zerbini”, è già
festa per la penna nera di Ivano Martinelli. Artigliere da montagna a Belluno
nel 1965 Ivano è alla trentunesima partecipazione consecutiva all’Adunata e da
più di un decennio è sempre il primo ad arrivare con il suo camper. "Mi
sistemo sempre con più di due settimane di anticipo per godermi appieno
l’atmosfera e la città che ci ospita". Da Moncalieri, in provincia di
Torino, anche stavolta è partito con un carico da paese dei balocchi per gli
amanti del campeggio e della gastronomia. "Salsicce, trippa, salame di
trippa, vino, pasta, pinzimonio, specialità piemontesi: abbiamo di tutto.
Fuori, inoltre, ho in dotazione questo splendido gazebo, le luci, le insegne
per la manifestazione e ho montato un bagno chimico d’avanguardia con tanto di
doccia". All’interno del caravan fa capolino un carico di fiori.
"Sono per tutte le signore di Bolzano che hanno voglia di venirci a
trovare. Offriamo il caffè, un piatto in compagnia e per i bambini una
caramella. L’Adunata è così, un momento per stare insieme e aprire le porte a
chiunque". Lungo via Galilei una grande freccia indica lo spiazzo dove i
bolzanini possono cominciare a gustarsi veramente lo spirito alpino. La scelta
del luogo, inoltre, non è affatto casuale: "Ho fatto dei sopralluoghi e
ho avuto la fortuna di contare sulla disponibilità dei Zerbini. La vostra è una
bella città disponibile". Qualcuno, per la verità, in passato temeva
questa Adunata. "Capisco – sorride Martinelli – che alcuni tirolesi di
antica tradizione storcano il naso, ma sapremo farci voler bene. Ho frequentato
molto le vostre valli e sono rimasto ammirato dall’attaccamento alla propria
terra di alcuni di voi: con il rispetto ci vorranno bene. Non esistono
questioni etniche in questa festa". Spenta immediatamente anche la prima
polemicuccia sui tricolori: "Ho visto trentuno Adunate e tutte erano
imbandierate. Ad Asiago hanno cominciato un anno prima a mettere i vessilli:
non è un’esagerazione, parola di artigliere" Con Ivano, comunque, dal
Piemonte sono arrivati alcuni amici: partenza alle 3 e arrivo alle 8 in zona
industriale. "Mi aiutano nel montaggio e qualcuno rimane con me in
questi giorni perché il bello deve ancora venire". Già, perché i
tavoloni da campeggio serviranno alla cifra mostruosa cinquanta commensali nei
prossimi giorni. "Dalla Sicilia arriveranno amici con i gamberoni, poi
attendiamo gruppi dall’Emilia e partecipanti da ogni angolo dello Stivale.
Siamo un gruppo nutrito" e giù risate.
In queste due settimane, però, Martinelli non
se ne starà con le mani in mano a guardare il cielo ed aspettare gli ospiti.
"Macchè, sarebbe davvero poco Alpino. Ho con me il mio motorino e la
botte di vino da caricare sul sidecar e andare a riempire, ma abbiamo anche
altre tradizioni da rispettare come quella dell’asilo". Scusi?
"Sì, ogni anni scegliamo una scuola materna nelle vicinanze e portiamo
la colazione a tutti i bambini. E’ un momento per stare con loro e spiegare
quello che accadrà nella loro città. Loro ricambiano con curiosità, affetto e
qualche disegno". Tutti i biglietti dei bambini vengono gelosamente
custoditi nel camper di Ivano, dove in un’apposita teca spuntano le pagine di
tutti i giornali locali che, anno dopo anno, celebrano il suo arrivo come primo
alpino dell’Adunata. Impossibile sottrarsi alla tentazione di unirsi alla
collezione, mentre registriamo la mancanza della moglie. "Lei lo sa –
chiarisce Ivano – che il periodo dell’Adunata devo passarlo da solo senza alcun
condizionamento. Poi magari mi riprende che bevo troppo…". L’ennesima
battuta lascia il passo a fotografie e aneddoti per ciascuna delle Adunate
passate: un privilegio che, per una volta, non è solo del giornalista.
"Bolzanini – chiude Martinelli – non fate complimenti e non aspettatevi
noiosi inviti ufficiali. Siamo qua, passate". Pane al pane e,
soprattutto, vino al vino.
Alan Conti
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