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domenica 21 ottobre 2012

Renzi, il segreto nella comunicazione

Matteo Renzi sul palco regionale
BOLZANO. “Bolzano è l’ultimo posto dove sarei voluto arrivare in ritardo”. Matteo Renzi ha aperto il suo show al Rainerum con una battuta e non è un caso, come non è casuale quasi ogni sfumatura del suo modo di porsi. E’ un salto di comunicazione studiato che ha portato, appunto, i suoi comizi ad essere definiti show con pubblico proporzionale. L’intelaiatura di massima è quella del mondo giovanile: spazio a break con video dalla lunghezza tipica di youtube, slide come le presentazioni delle tesi universitarie e, fuori dal palco, massima dimestichezza con facebook e twitter. Dentro questa cornice ecco che Renzi infila tutto: le proposte politiche, ma anche il sottile gusto dell’autoironia e della provocazione. A ben vedere, inoltre, alcune strutture di relazione sul palco adottate dal sindaco fiorentino sono le medesime dei cabarettisti o dei grandi comici. Quasi all’inizio del monologo Renzi saluta il primo bimbo in sala, ci cuce sopra una battuta, e avvia un dialogo abbastanza continuo con il pubblico chiedendo il nome di chi fa domande ad alta voce e rispondendo praticamente sempre con una battuta per alleggerire. La cantilena e lo humor toscano, in questo, aiutano senza dubbio. Così, oltretutto, si spezza la distanza con la sala e si entra progressivamente in sintonia anche emotiva con chi assiste. Il discorso sui bambini e il futuro, infatti, arriva praticamente al termine di serata quando il lavoro al fianco sentimentale dello spettatore dovrebbe ormai permettere strada aperta all’emozione. Tutto, insomma, profuma di naturalezza ma il copione c’è ed è assai più dettagliato di quanto, forse, non si possa immaginare. Non suona strano, quindi, come moltissimi analisti abbiano individuato in Giorgio Gori, guru televisivo che ha fatto le fortune, tra le altre, di Simona Ventura. Non sono dettagli, insomma, nemmeno l’arrivo in camper (dove presumibilmente Renzi non dorme) e l’uscita dal teatro assieme agli spettatori con tanto di strette di mano e dialoghi rapidi con tutti. Parole per tutti tranne che per i giornalisti. Un sistema talmente ben congeniato che al termine del discorso porta addirittura a Renzi a far passare un messaggio apparentemente contradditorio come “non vengo a chiedervi il vostro voto”. Un ultimo capolavoro che nega la realtà per rimarcarla perché tutta la rete comunicativa è finalizzata proprio a quello: chiedere il nostro voto.

Alan Conti
TCA ALTO ADIGE TV

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