1921
e 2014. Anni distanti, epoche dai contorni nettamente distinti e
unite, nel cambiamento da un cognome: Innerhofer. Oggi l'Italia è ai
piedi del giovane Christof, 92 anni fa sparava, lasciava morire e si
girava dall'altra per l'uomo Franz. Sembra un filo esile per i tanti
Innerhofer che punteggiano l'Alto Adige eppure se lo guardi con gli
occhiali della sensibilità italiana è un filo su cui corre la
storia sociale di questa terra. Il 24 aprile del 1921 una marcia
fascista guidata da Achille Starace pensata per contrastare un
referendum tedesco in atto alla Fiera di Bolzano incrocia Innerhofer
con un suo scolaro e apre il fuoco. L'uomo fa scudo al giovane e
sacrifica al futuro la sua vita: la polizia interviene solo per
scortare i fascisti in stazione, ma non muove un passo in più.
Insieme alla vittima si contano anche 66 feriti, ma l'Italia non si
cura delle ferite tedesche e le lascia cicatrizzarsi senza darne una
ragione. A nulla serve il corteo funebre oceanico di Marlengo che
chiede giustizia e a nulla serve la richiesta, post fascista, di
risarcimento della famiglia Innerhofer. Per ottenere un minimo di
consolazione si dovrà attendere il 25 aprile 2011 quando, nel
novantesimo anniversario della marcia, il Comune di Bolzano intitola
a Innerhofer la piazzetta antistante l'Università. Il 9 febbraio
2014 quella stessa Italia che voltava le spalle al suo omonimo si
sveglia con le gocce di pioggia dell'alba per vedere se in Russia il
pusterese Christoph ci regala una gioia. Arriva: una storica medaglia
d'argento che fa alzare le braccia al cielo e costringe qualche
commentatore a imparare la pronuncia di quel cognome così
difficoltoso. L'Alto Adige di cui si discutono i privilegi e le
richieste di autodeterminazione diventa la bandiera sul pennone
nazionale e Innerhofer è contento per il suo Paese come Eva Klotz
non potrà mai essere con una scopa in mano, nemmeno giocasse a
curling. Il 24 aprile 1921 era una domenica, diventata di sangue. Il
9 febbraio 2014 è ancora una domenica, stavolta d'argento. Dove si
piangeva separati ora si gioisce insieme: certe coincidenze, a volte,
sembrano fatte apposta per farsi notare.
Alan
Conti
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