L'agenda di
Monti era un fiorire di sacrifici, quella di Durnwalder una collana
di celebrazioni. Una, però, era virtuale, la seconda diventa, a
sorpresa, decisamente reale. Capita così che insieme alla nuova
edizione del bollettino provinciale arrivi nella cassetta della posta
degli altoatesini interessati un piccolo libercolo dalla copertina
tutta scarabocchiata. Cattura l'occhio e sembra fatto apposta per
farsi aprire e, fin dalla prima pagina interna. si annusa l'aria:
“agenda di Luis D, Falzes” la scritta, realizzata a finta
macchina. Scorrendo le pagine ecco un compendio di 25 anni di
presidenza costellata di soli trionfi passando dal consolidamento
dell'autonomia alla collaborazione transfrontaliera, senza
dimenticare il recupero del ritardo delle infrastrutture e la
pacificazione dei gruppi etnici. In aggiunta spuntano le intese di
permuta, le nuove competenze, la mobilità, gli alloggi sociali, il
volontariato e lo sport. Sulla pagina dell'Alto Adige modello di
efficienza energetica compare addirittura il nuovo inceneritore che,
curiosamente, per essere pienamente efficiente reclama i rifiuti
trentini e aspetterà per anni l'intera rete di teleriscaldamento. Un
capitolo è anche dedicato al “pragmatismo alla Durnwalder” con
la descrizione di un approccio morbido alla scuola bilingue e
l'applicazione flessibile della proporzionale in base al merito.
L'arroccamento attorno all'articolo 19 e le polemiche sui posti
apicali in sanità scomparsi.
L'intero
libercolo ha una cura grafica notevole a firma di Philipp Putzer, la
copertina è di Peppi Tischler e la stampa di Tezzele. Un prodotto di
qualità che sicuramente non costa poco. Nulla vieta un'edizione
celebrativa di un personaggio che ha scritto la storia, certamente
anche positiva, della nostra terra ma vien da chiedersi se un simile
bilancio trionfale spetti all'istituzione Provincia con relativi
costi. L'ultima immagine, poi, dipinge simpaticamente una corona che
salta da Durnwalder a Kompatscher. Una scena buffa, ma la simbologia
è forte se si pensa che arriva dal luogo dove la democrazia dovrebbe
essere freno della monarchia.
Alan Conti
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