“Ha una lingua che affetta”.
Durante la conferenza stampa tradizionale di giunta il sindaco Luigi
Spagnolli definiva così l'oratoria del segretario Antonio Frena.
Dopo pochissimi minuti è lo stesso Frena a dare conferma della sua
descrizione infilando un “ex” davanti alla sua carica di
segretario in scadenza e vergando parole pesantissime a corona delle
sue dimissioni. Il motivo scatenante è l'elezione in consiglio
provinciale di Roberto Bizzo nella Commissione dei Sei: evidente
contrappeso della sua mancata carica di assessore regionale. Bene,
uno scambio che a Frena non è piaciuto per nulla tanto da
sottolinearlo in modo durissimo. “Tutti ricordano l'andamento delle
recenti trattative con l'impegno per l'assessorato regionale su cui
tanto si è speso il vice Carlo Costa”. Fronti di discussione che a
Frena non entusiasmavano più di tanto visto che poi riferisce di
“averne parlato anche troppo, in maniera poco onorevole, a dispetto
delle vere questioni programmatiche”. Uno scambio che presta il
fianco del Pd alle accuse di mercanteggio di poltrone: “Accuse da
cui è difficile difendersi – scrive Frena – accuse che infangano
tutto il Pd. Si poteva uscirne elegantemente rifiutando la logica del
baratto orrendo che costa, inoltre, la perdita di un tecnico di
valore come Alberto Zocchi”. Un atteggiamento che porta Frena a
scoperchiare la sua opinione su molti compagni del partito “autori
di capricci mai sazi che nel partito contano più dei meriti. Un
atteggiamento incompatibile con la mia idea di partito e che, quindi,
seppur simbolicamente data l'imminente sostituzione, mi impedisce di
guidarlo”. La firma è altrettanto al curaro dato che Frena si
dichiara segretario e, tra parentesi, non fantoccio.
Il Pd descritto da Frena, dunque, è
quello di un partito incapace di imporsi in sede di trattativa e dove
la meritocrazia è sotterrata: tutte tendenze che, di certo, non
saltano fuori in un giorno. Se questa è la direzione presa dalla
nave del Pd resta da capire come il segretario, che ne è di fatto il
timoniere, si sia accorto di una rotta orrenda solo alla della
attraversata.
Alan Conti
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