Di due uno. Quello che potrebbe
sembrare un dimezzamento legato all’ormai imperante spending review si
trasforma nel Comprensorio di Bassa Atesine e Oltradige in una piccola
rivoluzione. Il campo è quello del servizio di assistenza domiciliare e il battito
di farfalla che attiva il turbine è la pubblicazione del bando per il
reclutamento di un nuovo coordinatore socio sanitario. La ratio è semplice:
riunire in due singole mani quello che prima veniva suddiviso in più teste
rispondendo, logicamente, a una logica di risparmio ma anche alla ricerca di
più efficacia.
Un cambio di orizzonte sostenuto dal direttore
dei servizi sociali del Comprensorio Bernhard von Wohlgemuht: “Avremo una
persona sola che gestirà una pianta organica di 24 dipendenti con una visione
unica andando a semplificare, per esempio, il raddoppio di questa funzione che
avevamo nella Bassa Atesina. Risparmieremo e saremo più efficienti”. Ci
perdoni, direttore, ma l’equazione della più efficienza con meno personale ha
del miracoloso. “Non è così e si tratta proprio di concentrarsi
sull’organizzazione. Noi seguiamo complessivamente 347 utenti su un bacino di
25.000 e 27.000 abitanti nelle due aree del Comprensorio. Sono numeri che
possono essere gestiti da un coordinatore senza panico”. I cambiamenti, però,
sono nella pratica quotidiana. “Esattamente - continua il direttore - e le
faccio un esempio concreto. Fino ad ora in Bassa Atesina avevamo la divisione
dei due settori “monte” e “valle” che procedevano in modo abbastanza
indipendente tra loro. Ora se capita una giornata in cui monte ha più lavoro e
valle meno si può tranquillamente organizzare un travaso di risorse temporaneo
senza troppi passaggi burocratici. Anzi,
senza nessuna trafila perché la competenza sarà tutta del singolo coordinatore”.
Nello specifico c’è ancora tempo
per proporsi all’assunzione dato che il bando scadrà il 26 marzo. Attenzione ai
requisiti minimi che rispondono alla V qualifica professionale ovvero patentino
di bilinguismo di livello C e diploma di assistente geriatrico o di operatore
socio-assistenziale. Necessaria, inoltre, un’esperienza almeno biennale
nell’assistenza agli anziani nei centri di degenza o nell’aiuto domiciliare.
Tutti i titoli o le esperienze superiori vanno bene e portano, chiaramente, a inquadramenti
migliori. L’assunzione avviene come copertura di una funzione e non di pianta
organica: piccolo sofismo burocratichese per incatenare il contratto alla pura
gestione del servizio senza altri orizzonti.
In ogni caso l’occasione è ghiotta: gestire una piccola rivoluzione non
è affare da tutti i giorni.
Alan Conti
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