Il passato e il moderno tornano a
vivere in una continua oscillazione tra Medioevo e presente. Partita sabato la nuova stagione del castello di Salorno, generalmente noto con il nome
tedesco di Haderburg, sempre all’insegna della tradizione e dello sguardo
storico. “Abbiamo ospitato circa 30 cavalieri in arrivo da Germania, Austria e
Svizzera – spiega il responsabile Roman Perfler – per una sfilata con rivisitazione
in pieno stile medievale. Costumi curati nei minimi dettagli per rendere
perfettamente l’atmosfera dell’epoca”. Assieme alla storia, però, spazio anche
agli elementi della festa moderna con la musica della banda di Salorno, la
presentazione della bandiera da parte della locale compagnia di Schützen e una
cerimonia particolarmente sentita. Inaugurato e scoperto, infatti, un
monumento in ricordo del Barone Ernesto Rubin De Cervi Albrizzi, proprietario
del castello scomparso il 29 marzo del 2013: esattamente un anno fa. Presenti i
figli per una figura che, con il contributo della Provincia e della Fondazione
Cassa di Risparmio, si è speso molto per la ristrutturazione di questo piccolo
gioiello abbracciato alla montagna.
Oltre sabato e l’emozione, comunque, il
castello di Salorno rilascerà in pochi giorni il programma dettagliato
all’indirizzo www.haderburgschenke.com
ma è lo stesso Perfler a spiegarne i punti salienti. “Torneremo con le
classiche cene medievali che amiamo molto poichè permettono davvero di scoprire
l’orizzonte culturale dell’epoca standosene comodi a tavola, ma non
sottovaluteremo nemmeno l’aspetto musicale. I concerti, infatti, la faranno
ancora una volta da padrone con le musiche del passato, ma anche serate jazz in
uno scenario comunque suggestivo”. Una di queste sarà affidata alle mani del
gruppo del figlio di Roman, Florian Perfler. C’è, inoltre, un fil rouge
filosofico che attraversa tutto il cartellone. “Certo, tutto parte dal concetto
del rapporto tra uomo e natura. Per me si tratta di un qualcosa di
irrinunciabile e assolutamente fondamentale. D’altronde questo castello, fin
dalla sua architettura, racconta una storia di simbiosi molto stretta che
dobbiamo imparare a coltivare per non perderla mai”. Si iscrive in questo quadro
l’iniziativa che insegnerà a tutti i partecipanti a produrre i colori partendo
solo da elementi naturali. “Analizzeremo – conclude Perfler – come queste
tonalità possano cambiare in base alla luce e agli stati d’animo. Sarà un
approfondimento davvero interessante”. I colori, ne siamo certi, saranno tanti
perché le emozioni e le suggestioni, quassù, emergono come bolle.
Alan Conti
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