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lunedì 31 marzo 2014

Partita la stagione di Castel Haderburg


Il passato e il moderno tornano a vivere in una continua oscillazione tra Medioevo e presente. Partita sabato la nuova stagione del castello di Salorno, generalmente noto con il nome tedesco di Haderburg, sempre all’insegna della tradizione e dello sguardo storico. “Abbiamo ospitato circa 30 cavalieri in arrivo da Germania, Austria e Svizzera – spiega il responsabile Roman Perfler – per una sfilata con rivisitazione in pieno stile medievale. Costumi curati nei minimi dettagli per rendere perfettamente l’atmosfera dell’epoca”. Assieme alla storia, però, spazio anche agli elementi della festa moderna con la musica della banda di Salorno, la presentazione della bandiera da parte della locale compagnia di Schützen e una cerimonia particolarmente sentita. Inaugurato e scoperto, infatti, un monumento in ricordo del Barone Ernesto Rubin De Cervi Albrizzi, proprietario del castello scomparso il 29 marzo del 2013: esattamente un anno fa. Presenti i figli per una figura che, con il contributo della Provincia e della Fondazione Cassa di Risparmio, si è speso molto per la ristrutturazione di questo piccolo gioiello abbracciato alla montagna.
 Oltre sabato e l’emozione, comunque, il castello di Salorno rilascerà in pochi giorni il programma dettagliato all’indirizzo www.haderburgschenke.com ma è lo stesso Perfler a spiegarne i punti salienti. “Torneremo con le classiche cene medievali che amiamo molto poichè permettono davvero di scoprire l’orizzonte culturale dell’epoca standosene comodi a tavola, ma non sottovaluteremo nemmeno l’aspetto musicale. I concerti, infatti, la faranno ancora una volta da padrone con le musiche del passato, ma anche serate jazz in uno scenario comunque suggestivo”. Una di queste sarà affidata alle mani del gruppo del figlio di Roman, Florian Perfler. C’è, inoltre, un fil rouge filosofico che attraversa tutto il cartellone. “Certo, tutto parte dal concetto del rapporto tra uomo e natura. Per me si tratta di un qualcosa di irrinunciabile e assolutamente fondamentale. D’altronde questo castello, fin dalla sua architettura, racconta una storia di simbiosi molto stretta che dobbiamo imparare a coltivare per non perderla mai”. Si iscrive in questo quadro l’iniziativa che insegnerà a tutti i partecipanti a produrre i colori partendo solo da elementi naturali. “Analizzeremo – conclude Perfler – come queste tonalità possano cambiare in base alla luce e agli stati d’animo. Sarà un approfondimento davvero interessante”. I colori, ne siamo certi, saranno tanti perché le emozioni e le suggestioni, quassù, emergono come bolle.
Alan Conti



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