La biblioteca e la lettura di volumi in prestito piace
parecchio agli altoatesini. In un momento storico in cui molti indicatori
puntano sempre al segno meno l’ultima ricerca Astat regala un sorriso
culturale. Sono ben 3 milioni, infatti, i libri del parco biblioteche
altoatesino con un incremento delle acquisizioni pari a 1,8%. Investimento
giustificato dai 2.731.917 prestiti registrati nel 2013 per un’incoraggiante
crescita del 3,5%. Si prendono, insomma, più libri e si presume, dunque, si
legga anche qualcosa in più di due anni fa. D’altronde la rete predisposta
sembra ampia e facilmente accessibile con 300 strutture sparse sul territorio e
ben il 42,2% del patrimonio nelle mani delle raccolte pubbliche: particolare
non secondario. A fare la parte del leone, comunque, è il capoluogo dato che si
concentra a Bolzano la maggioranza dell’offerta con ben 1.196.333 volumi e una
densità di diffusione pari a 11,5 libri per abitante. Fuor di statistica
potremmo tranquillamente concederci una dozzina di letture all’anno senza
intralciare nessuno. Il tutto impreziosito da 44.266 nuove acquisizioni nelle
biblioteche del capoluogo.
Una passione che si autoalimenta dato che addirittura
l’85,5% degli occupati in questo settore lo fa in forma di volontariato. A
portare avanti il carrozzone, insomma, sono gli innamorati dello scricchiolio
della pagina che guadagnano il semplice piacere di coltivare e diffondere la
lettura. Comunque non poco. Libro, in ogni caso, non vuol dire per forza antico
e la rete bibliotecaria altoatesina cerca di stare al passo con i tempi dato
che il 35% dei cataloghi è consultabile anche sul computer. Non tantissimo, ma
va tenuto conto delle raccolte che non possono mettere sul piatto grandi
investimenti in un sistema, come abbiamo visto, retto sulle gambe del
volontariato. Chiusura sugli orari di apertura: in media si contano 3,7 giorni
di porte aperte al pubblico. Anche qui ci si potrebbe aspettare di più, ma non
scordiamoci di poggiare sulle spalle del volontariato. Non scordiamoci, dunque,
nemmeno di ringraziarlo.
Alan Conti
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