Bolzano è la più cara, ma ci sono
margini per tamponare l’inconveniente. I dati pubblicati da Astat al capitolo
trimestrale dell’Osservatorio Prezzi certificano anche per il 2013 una
statistica purtroppo conosciuta, ma regalano anche qualche spiraglio di controffensiva
in mano ai consumatori. In ogni caso il primo colpo basso è servito al costo
totale del classico paniere di prodotti di vario genere, dal riso al tonno
passando per olio, uova e burro. A Trento troviamo il minimo di 86,38 euro a
Bolzano ci si impenna a 185,69 euro. Chiaramente la somma viene fatta in base
al prezzo medio registrato, ma nel capoluogo altoatesino si trovano alcuni
prodotti come i biscotti o le bevande con un costo minimo più conveniente, a
patto di scovarli nel negozio giusto. E’ il prezzo massimo, insomma, a tirare
per i capelli la città e alcune voci lo certificano. Un chilo di riso, per
esempio, oscilla alle nostre latitudini tra i 2,32 euro e i 4,10 euro mentre a
Trento si limita a una forbice 2,36/3,29. Lampante anche il raffronto con
l’olio che a Bolzano tocca i 7,50 euro di “massima” e a Trento si ferma a 5,54.
La punta più alta, va da sé, trascina la media ma le quote minime non sono
distanti, ergo se si fa la spesa con attenzione si rientra nelle normalità.
Altalena, invece, per frutta e verdura che registrano oscillazioni piuttosto
ampie nei prezzi: anche qui è bene avere buona memoria o prendersi qualche
appunto quando si va al supermercato.
Chi parla di inutilità della concorrenza
nell’alimentare ecco un paniere di numeri a dimostrare il contrario e
l’indicazione arriva dall’analisi geografica dei prezzi. L’Astat, infatti, ha
diviso i Comuni analizzati nelle categorie centri maggiori, centri
principalmente non turistici, centri marginali e centri turistici. Ebbene le più
convenienti sono le grandi realtà con un monte totale di 128,74 euro, seguono i
centri principalmente non turistici (130,60 euro), i centri marginali (131,60
euro) e chiudono i turistici (134,59 euro). E’ lo stesso istituto provinciale a
parlare di concorrenza e presenza dei discount come elementi calmieranti.
Bolzano, comunque, non è per forza la più cara
in tutto perché un’analisi settoriale più dettagliata dimostra che nella
ristorazione il capoluogo altoatesino è più competitivo di quello trentino:
27,58 euro contro 31,81 euro. Per il simbolico caffè al bar la due città
viaggiano vicine: 1,05 Trento e 1,11 Bolzano. Per consolarsi basta gettare uno
sguardo oltreconfine con Innsbruck che fa i conti con un paniere salatissimo di
151,73 euro e il caffè lo paga 1,90. Anche qui, però, attenzione al dettaglio
perché la rosa dell’Astat è in buona parte formata da prodotti mediterranei
che, per motivi di lontananza, hanno costi più pesanti in Austria.
In un quadro in chiaroscuro, però, c’è spazio
per il più classico dei dulcis in fundo ovvero la lieve flessione dei prezzi
dei carburanti che registra per il 2013 un -1,9% per la benzina senza piombo e
un -2,4% per il diesel. Il buono c’è, basta cercarlo.
Alan Conti
Bolzano è più cara perfino di Stoccolma.
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