Inaspettate incertezze
giuridiche. E’ questa la motivazione che ha portato la Libera Università di
Bolzano e l’Intendenza scolastica italiana a sospendere i Pas, i Percorsi
Abilitanti Speciali o più prosaicamente l’abilitazione all’insegnamento per i
docenti che ancora non l’hanno conseguita. I Pas sono il lasciapassare
all’inserimento in graduatoria previsto da alcuni decreti ministeriali, ma un
procedimento aperto da alcuni insegnanti della scuola primaria li ha fatti
sgonfiare come palloncini. Nel dettaglio, infatti, i maestri rivendicano il
diritto di inserimento anche in base al solo diploma di maturità: in caso di
accoglimento significherebbe rendere del tutto inutili i Pas. Un risvolto non
da poco dato che il percorso accademico costa alle tasche dei docenti 2.500 euro
in totale di cui 1.000 da trovare all’atto delle iscrizioni, aperte per il
breve periodo di due settimane. Un dettaglio che già aveva fatto inviperire
molti insegnanti alle prese con un esborso consistente e il preavviso di un
battito di ciglia. <
adottato dalla Lub è quello usuale, ma
sicuramente l’esborso è rilevante>>. Va detto che in altre zone d’Italia
se la passano anche peggio. <
La questione, comunque, di certo
non lascia indifferente l’ateneo che da questo passaggio normativo potrebbe incamerare
risorse importanti. Gli ammessi ai Pas dall’intendenza scolastica, infatti,
sono 219 (di cui 2 con riserva) che si traducono in 547.500 euro in totali: una
fettina della torta del bilancio complessivo dell’università, certo, ma
sicuramente un’entrata ragguardevole. I Pas, però, non sono proprio come un
corso universitario tout court dato che è stata la stessa Lub a sollecitare
l’Intendenza scolastica e le dirigenze dei singoli istituti comprensivi per trovare
insegnanti qualificati che potessero essere “imprestati” all’ateneo. In parte,
dunque, non si tratterebbe di lezioni tenute da accademici.
Un gruppo di insegnanti, comunque, aveva preso
carta e penna scrivendo direttamente a Intendenza e assessore Christian
Tommasini per chiedere la revoca del congelamento triennale delle graduatorie
stabilito con delibera il 4 febbraio 2014. Al momento, infatti, l’abilitazione
verrebbe riconosciuta solo per l’anno 2016/2017. Un percorso parallelo al
procedimento che tiene fermi i corsi.
C’è, infine, un ultimo aspetto
che inquieta diversi tra maestre e professori: l’inglese. Senza una conoscenza
della lingua anglosassone di livello B2, infatti, l’abilitazione non viene
rilasciata. Per intenderci: il corrispondente del patentino B. Un problema non
insormontabile per le nuove generazioni, ma un cruccio vero per chi ha messo
qualche anno tra sé e il diploma. L’inglese, per esempio, fino al 1999 non
varcava le aule delle Magistrali. “Si era pensato – conclude Califano – di
allungare il corso annuale proprio per permettere a chi ha difficoltà un
avvicinamento più agevole a questa certificazione. Di certo chi non lo ha fatto
a scuola o con successivi corsi specifici avrà di fronte a sè un ostacolo alto:
speriamo che la nostra università possa garantire un buon livello di assistenza
in quest’ottica”. Sarà curioso, infine, verificarne il vantaggio pratico: un insegnante
che recita Parmenide nella lingua di Shakespeare farà comprendere meglio la
filosofia?
Alan Conti
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