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martedì 25 marzo 2014

Sospesi i Pas, tutti i dubbi dei docenti


Inaspettate incertezze giuridiche. E’ questa la motivazione che ha portato la Libera Università di Bolzano e l’Intendenza scolastica italiana a sospendere i Pas, i Percorsi Abilitanti Speciali o più prosaicamente l’abilitazione all’insegnamento per i docenti che ancora non l’hanno conseguita. I Pas sono il lasciapassare all’inserimento in graduatoria previsto da alcuni decreti ministeriali, ma un procedimento aperto da alcuni insegnanti della scuola primaria li ha fatti sgonfiare come palloncini. Nel dettaglio, infatti, i maestri rivendicano il diritto di inserimento anche in base al solo diploma di maturità: in caso di accoglimento significherebbe rendere del tutto inutili i Pas. Un risvolto non da poco dato che il percorso accademico costa alle tasche dei docenti 2.500 euro in totale di cui 1.000 da trovare all’atto delle iscrizioni, aperte per il breve periodo di due settimane. Un dettaglio che già aveva fatto inviperire molti insegnanti alle prese con un esborso consistente e il preavviso di un battito di ciglia. < 
adottato dalla Lub è quello usuale, ma sicuramente l’esborso è rilevante>>. Va detto che in altre zone d’Italia se la passano anche peggio. <>. In ogni caso ora basta contattare la segreteria studenti della Lub per chiedere il rimborso di quanto già pagato.
La questione, comunque, di certo non lascia indifferente l’ateneo che da questo passaggio normativo potrebbe incamerare risorse importanti. Gli ammessi ai Pas dall’intendenza scolastica, infatti, sono 219 (di cui 2 con riserva) che si traducono in 547.500 euro in totali: una fettina della torta del bilancio complessivo dell’università, certo, ma sicuramente un’entrata ragguardevole. I Pas, però, non sono proprio come un corso universitario tout court dato che è stata la stessa Lub a sollecitare l’Intendenza scolastica e le dirigenze dei singoli istituti comprensivi per trovare insegnanti qualificati che potessero essere “imprestati” all’ateneo. In parte, dunque, non si tratterebbe di lezioni tenute da accademici.
 Un gruppo di insegnanti, comunque, aveva preso carta e penna scrivendo direttamente a Intendenza e assessore Christian Tommasini per chiedere la revoca del congelamento triennale delle graduatorie stabilito con delibera il 4 febbraio 2014. Al momento, infatti, l’abilitazione verrebbe riconosciuta solo per l’anno 2016/2017. Un percorso parallelo al procedimento che tiene fermi i corsi.
C’è, infine, un ultimo aspetto che inquieta diversi tra maestre e professori: l’inglese. Senza una conoscenza della lingua anglosassone di livello B2, infatti, l’abilitazione non viene rilasciata. Per intenderci: il corrispondente del patentino B. Un problema non insormontabile per le nuove generazioni, ma un cruccio vero per chi ha messo qualche anno tra sé e il diploma. L’inglese, per esempio, fino al 1999 non varcava le aule delle Magistrali. “Si era pensato – conclude Califano – di allungare il corso annuale proprio per permettere a chi ha difficoltà un avvicinamento più agevole a questa certificazione. Di certo chi non lo ha fatto a scuola o con successivi corsi specifici avrà di fronte a sè un ostacolo alto: speriamo che la nostra università possa garantire un buon livello di assistenza in quest’ottica”. Sarà curioso, infine, verificarne il vantaggio pratico: un insegnante che recita Parmenide nella lingua di Shakespeare farà comprendere meglio la filosofia?
Alan Conti

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