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mercoledì 5 marzo 2014

Epidurale a Bolzano, un parto di contraddizioni

Partorirai con dolore, d'accordo, ma mica per forza tutte le mamme devono essere della stessa idea. Nasce così l'avvicinamento e la possibilità di quella anestesia particolare per il parto che si chiama epidurale, o meglio analgesia peridurale. Nelle intenzioni si dovrebbe trattare di un'opzione che si offre alle donne, libere di richiederla previo percorso di preparazione. A Bolzano, però, l'epidurale è anche un centro di un intreccio di contraddizioni. La prima è che per poterla richiedere bisogna essere subito bravi educatori e convincere il proprio piccolo a nascere solo in un giorno feriale e dalle 8 alle 20 altrimenti meglio rassegnarsi alla buona sorte. Il servizio, insomma, non è affatto garantito in modo continuativo. Fare il corso con un incontro al mese e tutto il necessario per poi non avere nemmeno la possibilità di scelta è sicuramente la prima beffa, ma è situazione piuttosto condivisa dato che l'assoluta certezza di disponibilità è garantita solo nel 16% delle strutture italiane. Tra queste, comunque, Merano, Silandro, San Candido e Vipiteno che hanno anche ottenuto il bollino rosa dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna. Il problema del capoluogo altoatesino, però, pare paradossalmente legato a motivi che non attengono, come da altre parti, a questioni di bilancio. Gli anestesisti specializzati nell'epidurale, infatti, sembra vengano in parte o totalmente reclutati a chiamata da fuori provincia in numero non sufficiente a coprire più turni. Perchè non disponiamo totalmente di locali? Per l'imperituro ostacolo del patentino di bilinguismo che chiude le porte a chi magari vorrebbe stanziarsi a Bolzano. Così, per una mera questione linguistica si sottrae una scelta ad alcune mamme rispetto ad altre secondo criteri del tutto casuali e, quel che pare probabile, si paga un servizio esterno che potrebbe trasformarsi in interno. Perlomeno le spese di spostamento sarebbero risparmiate. Il costo dell'epidurale a richiesta, inoltre, è di 103,30 euro secondo la tariffa provinciale: seppur piccolo è anche un guadagno per le casse sanitarie, fatte salve le ovvie emergenze che sono gratuite. Costringere le donne a farlo in una clinica, invece, potrebbe arrivare a costare alla Provincia anche il rimborso di metà prestazione: intorno ai 400 euro. La mancanza della struttura pubblica, per estensione, costa circa 300 euro a mamma che decide di rivolgersi alla sanità privata: altro costo aggiuntivo.
Se si pensa che nei giorni scorsi la Provincia ha previsto dispense dal patentino per concorsi finalizzati a posti nei vigili del fuoco o tecnici informatici forse uno strappo per venire incontro alle donne si può anche ipotizzare. Specie pensando che, ed è l'ultima delle beffe, in tedesco epidurale si dice Epidural. Sarà sacrilego, ma sarebbe sufficiente far cadere una vocale.

Alan Conti  

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