L'uninominale riduce la dispersione, ma
anche la partecipazione. In Alto Adige, secondo il consigliere
provinciale di Alto Adige nel Cuore Alessandro Urzì, sostanzialmente
l'annienta. La riforma elettorale entra prepotentemente anche nella
cronaca altoatesina oltre a quella nazionale. Sotto i riflettori e
oggetto di preoccupazione è l'imposizione anche in provincia dei
collegi uninominali previsti dalla riforma. Una scelta che per Urzì,
ma anche per molti altri leader del centrodestra come il coordinatore
regionale di Forza Italia Enrico Lillo, riduce sostanzialmente a zero
il coinvolgimento della comunità italiana in tutti i collegi che non
siano Bolzano-Bassa Atesina. Cancellando le liste, questo il
ragionamento, si consegnano a scatola chiusa i seggi parlamentari
alla Svp in ossequio a una forza elettorale e linguistica pressochè
schiacciante. “Questo non avviene a Bolzano – insiste Urzì –
dove la minoranza tedesca può essere determinante nell'orientare
l'elezione”. La recente vicenda di Francesco Palermo, per dire, ne
è testimonianza abbastanza lampante. Chiara, dunque, la richiesta di
Urzì che ha scritto tutte queste considerazioni in una mail
indirizzata al premier Matteo Renzi con richiesta di incontro
urgente. “Si deve prevedere – scrive – un unico collegio
plurinominale per garantire la piena partecipazione nel rispetto
delle specialità locali e del pluralismo linguistico del
territorio”. Naturalmente la Stella Alpina si è guardata bene da
avanzare qualsiasi emendamento in questo senso quindi la battaglia
istituzionale pare piuttosto in salita con l'Italicum ormai
sull'uscio delle Camere. L'obiettivo è quello di semplificare, il
rischio di farlo troppo.
Alan Conti
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