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lunedì 31 marzo 2014

Carispa, perdita di 37,8 milioni


La Cassa di Risparmio ha scelto la cura da cavallo. A fronte di un portafoglio crediti gravato da pesanti posizioni pregresse il cda ha deciso di scegliere la soluzione drastica: ingenti accantonamenti per liberarsene e porre nuove basi in un istituto comunque solido. Risultato? Una perdita d’esercizio di 37,8 milioni di euro sulla previsione 2013 che dovrà essere approvata dall’assemblea di martedì 29 aprile. La cifra è la diretta conseguenza delle rettifiche di valore per complessivi 122,8 milioni, operazioni imposte dall’accantonamento straordinario. Il tutto, però, innestato su un margine di contribuzione lordo di ben 236 milioni di euro, il secondo migliore di sempre nella storia della banca altoatesina. Anche il risultato di gestione lordo, privo quindi dei costi di rischio, sorride con 75,8 milioni di euro. “Abbiamo scelto – la spiegazione del presidente uscente Carispa Norbert Plattner – di liberarci di certi pesi per dare maggiore stabilità alle basi dell’istituto aprendo così un futuro più solido e roseo. Certo non è stata una scelta facile, ci sono state molte discussioni, ma alla fine il cda ha votato all’unanimità”. Pare che le voci più critiche siano state quelle dei piccoli azionisti infastiditi anche dalla mancanza di dividenti per l’annualità.
 Dal punto di vista della liquidità Cassa di Risparmio vanta una raccolta diretta di 6,9 miliardi e indiretta di 3,4 per un totale di 10,3 miliardi in deciso aumento rispetto ai 9,7 del 2012. Bene anche l’indice di capitale, ovvero la quota di patrimonio base, che tocca il 9,7% a fronte di un valore auspicato da Banca d’Italia dell’8%.
Chiaramente la congiuntura ha portato Carispa a toccare asset strutturali e in questo processo rientra l’acquisizione delle filiali di Banca Sella. “In tutto 26 – precisa Plattner – che ci hanno permesso di arrivare a una distribuzione sul territorio di 140 filiali, 20 in più rispetto all’anno passato. Un’operazione in pari nonostante i forti costi”. Cassa di Risparmio ha anche ceduto le partecipazioni in Millenium Sim (60%)e Centro Leasing (2,08%) stipulando i contratti preliminari per la vendita di 8a+. La controllata Sparim, invece, ha centrato un utile record di 27,5 milioni di euro ancora non a bilancio. Rivalutazioni anche sul fronte delle proprietà immobiliari gestite da una società separata.
Chiusura con le ripercussioni occupazionali di piano e bilancio: “Non abbiamo previsto nessun piano esuberi – tranquillizza il direttore generale Peter Schedl che ha già riorganizzato la pianta organica passando da 1400 a 1240 dipendenti – ma il turnover non sarà al 100%. Prevediamo, infatti, un ingresso ogni 3 o 4 pensionamenti”. Qui, almeno, la dose è omeopatica.

Il cda di Cassa di Risparmio ha approvato la proposta di bilancio 2013 con un risultato netto di -37,8 milioni di euro. Le rettifiche di valore per gli accantonamenti gravano per 122,8 milioni di euro a fronte, però, di un margine di contribuzione lordo di 235,9 milioni. Il lordo di gestione, invece, è a quota 75,8 milioni. La raccolta diretta registra 6,9 miliardi, quella indiretta 3,4 per un totale di 10,3. Gli impieghi verso la clientela ammontano a 6,5 miliardi. Il rapporto tra costi e ricavi, infine, si attesta  al 68%. L’assemblea dovrà ratificare il documento e rinnovare i vertici martedì 29 aprile.
Alan Conti

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