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martedì 25 maggio 2010

Strada sprofondata:540 giorni di lavoro


Alto Adige — 23 maggio 2010 pagina 16 sezione: CRONACA

BOLZANO. Una ventina di alberi abbattuti, vecchie aiuole cancellate: le ruspe hanno trasformato via Riva del Garda in un grande cantiere. I disagi si annunciano lunghi, perché i lavori dureranno 540 giorni. L’Ipes promette che verranno effettuati a lotti per non creare troppi problemi ai residenti, ma l’intervento ormai non poteva più attendere. «Il terreno quando pioveva non riusciva più ad assorbire l’acqua - spiega l’ingegner Gianfranco Minotti, direttore dell’Ufficio tecnico dell’Istituto -: ogni volta era un disastro. Per questo si è deciso di intervenire (nel complesso ci sono molti alloggi Ipes ma anche alloggi privati, ndr). Il progetto prevede di rifare completamente la linea della raccolta delle acque bianche e quella del gas, i marciapiedi, l’illuminazione, i posti auto e quindi rimettere a nuovo i cortili: alla fine saranno tutti contenti. La decisione è stata presa nelle assemblee di condominio e gli inquilini dell’Ipes sono perfettamente informati di quanto sta avvenendo. Si tratta di un lavoro complesso che richiederà tempo e provocherà dei disagi, ma si farà il possibile per contenerli al massimo. Certo, nessuno possiede la bacchetta magica». Nonostante le rassicurazioni dell’Ipes, gli inquilini, informati dell’intervento con una lettera dell’Istituto datata 5 maggio, protestano. «E’ un’operazione che non capiamo - dice un residente che desidera rimanere anonimo - perché nessuno ci ha avvertito e perché gran parte degli alberi era sanissima. Qui siamo tutti anziani, ex operai, e non è bello quando le decisioni passano sopra le nostre teste». Chi invece ci mette nome e cognome è Franca Viaro: «Non è stata una bella sorpresa ed è chiaro che un poco ci dispiace. Nessuna comunicazione, comunque, ci è pervenuta su cosa faranno e come intendono trasformare il nostro cortile. L’unica cosa che sappiamo, e che non è citata nella lettera, è che verranno creati dei posti macchina, ma non per tutti. Io, per esempio, che ho un’abitazione come tutti gli altri, non ne avrò diritto perché non possiedo una macchina, con buona pace dei miei figli che quotidianamente vengono ad assistermi». Sergio Albanese e Alma Pagliarini allargano le braccia di fronte agli imponenti macchinari della ditta Oberosler: «Cosa possiamo fare? Per certe decisioni non veniamo interpellati. 540 giorni però sembrano davvero tanti». Giuseppe Tornetta rivolge uno sguardo ai tronchi ormai tagliati e sistemati in un angolo: «In poco meno di un giorno hanno tirato giù tutto. Si trattava in gran parte di betulle: che peccato, erano davvero molto belle. Posso confermare che si trattava di piante sanissime». Maria Pompanin si affaccia al balcone e ammette: «Dopo 50 anni che abito qua questi alberi facevano parte della mia vita. Per abbatterli si sono inventati una loro malattia». Che gli alberi non fossero proprio destinati a morte certa, come annunciato nella lettera del 5 maggio, lo conferma indirettamente anche il funzionario dell’Ipes Stefano Grando: «Poco importa della loro salute - spiega - e del numero di esemplari abbattuti. A noi interessa consentire il passaggio ai mezzi di soccorso e riqualificare tutta la zona che, ogni volta che pioveva, diventava un acquitrino. Così non si poteva andare avanti e a lamentarsi erano proprio gli inquilini dell’Ipes». Per quanto riguarda la durata dei lavori Grando la giustifica così: «Non è un cantiere come gli altri, siamo in mezzo alle case. In condizioni normali sarebbero durati sei mesi, ma qui ci vuole almeno il doppio del tempo. Chi abita qui deve avere un po’ di pazienza, non ci sono alternative». L’ultima battuta è per chi rimpiange il verde: «Non si preoccupino, rimetteremo qualcosa che possa piacere anche a loro e alla fine saranno contenti tutti». Difficile si possano riportare gli alberi decennali. © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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