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giovedì 5 dicembre 2013

I Pisa ci bocciano, ma c'è chi boccia i Pisa

Scuole tedesche promosse, scuole italiane bocciate. Questo il risultato delle rilevazioni Ocse Pisa scorporate per regione e gruppo linguistico con focus particolare su matematica, scienze e lettura. Come noto, dunque, gli studenti delle medie e delle superiori italiane accusano valori sotto media e lontani dall'eccellenza con consistenti ritardi sull'apprendimento dei programmi. Una situazione affrontata direttamente dall'assessore competente Christian Tommasini.
Fin qui, però, la valutazione accettando la rilevazione come una vera e propria classifica. In realtà i Pisa, per quanto indiscutibilmente ampi e famosi, vanno presi con le molle. Le critiche mosse a questa campionatura, infatti, sono varie e lasciano aperto più di qualche dubbio. George Malaty, docente universitario di matematico dell'università di Joensuu in Finlandia, per dire, ha contestato abbastanza puntualmente i dati che paradossalmente volevano proprio la Finlandia tra le Nazioni migliori. Questi risultati, infatti, sarebbero determinati da un approccio dei Pisa schematico che nulla a che fare con la vera comprensione delle relazioni matematiche e delle sue dinamiche. In parole meno accademiche: indagano il sapere ripetuto meccanicamente senza verificare l'effettiva capacità di utilizzare in più situazioni la nozione appresa. Non solo, sul web si trovano facilmente diverse perplessità sull'effettiva possibilità di comparare programmi disciplinari che variano così tanto da Paese a Paese. Come si fa a stabilire se uno studente ha nozioni in linea con quanto prevede la didattica se gli obiettivi, particolari e generali, non variano solo da Nazione a Nazione ma persino da istituto a istituto con le varie autonomie? Qualche maligno, poi, evidenzia diverse attiguità tra i test e i programmi basilari previsti da alcuni Paesi particolarmente vicini politicamente ai Pisa. L'ultimo sopracciglio alzato è sui numeri e il campione. In Alto Adige la prova ha interessato 2.600 ragazzi su 53.000 studenti totali: siamo appena al 5% di cui solo la metà riguarda gli italiani. Una percentuale che non darebbe nemmeno rappresentanza parlamentare di colpo può rappresentare un intero sistema scolastico?
Alan Conti

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