Scuole tedesche promosse, scuole
italiane bocciate. Questo il risultato delle rilevazioni Ocse Pisa
scorporate per regione e gruppo linguistico con focus particolare su
matematica, scienze e lettura. Come noto, dunque, gli studenti delle
medie e delle superiori italiane accusano valori sotto media e
lontani dall'eccellenza con consistenti ritardi sull'apprendimento
dei programmi. Una situazione affrontata direttamente dall'assessore
competente Christian Tommasini.
Fin qui, però, la valutazione
accettando la rilevazione come una vera e propria classifica. In
realtà i Pisa, per quanto indiscutibilmente ampi e famosi, vanno
presi con le molle. Le critiche mosse a questa campionatura, infatti,
sono varie e lasciano aperto più di qualche dubbio. George Malaty,
docente universitario di matematico dell'università di Joensuu in
Finlandia, per dire, ha contestato abbastanza puntualmente i dati che
paradossalmente volevano proprio la Finlandia tra le Nazioni
migliori. Questi risultati, infatti, sarebbero determinati da un
approccio dei Pisa schematico che nulla a che fare con la vera
comprensione delle relazioni matematiche e delle sue dinamiche. In
parole meno accademiche: indagano il sapere ripetuto meccanicamente
senza verificare l'effettiva capacità di utilizzare in più
situazioni la nozione appresa. Non solo, sul web si trovano
facilmente diverse perplessità sull'effettiva possibilità di
comparare programmi disciplinari che variano così tanto da Paese a
Paese. Come si fa a stabilire se uno studente ha nozioni in linea con
quanto prevede la didattica se gli obiettivi, particolari e generali,
non variano solo da Nazione a Nazione ma persino da istituto a
istituto con le varie autonomie? Qualche maligno, poi, evidenzia
diverse attiguità tra i test e i programmi basilari previsti da
alcuni Paesi particolarmente vicini politicamente ai Pisa. L'ultimo
sopracciglio alzato è sui numeri e il campione. In Alto Adige la
prova ha interessato 2.600 ragazzi su 53.000 studenti totali: siamo
appena al 5% di cui solo la metà riguarda gli italiani. Una
percentuale che non darebbe nemmeno rappresentanza parlamentare di
colpo può rappresentare un intero sistema scolastico?
Alan Conti
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