Una faccia che ride, poi piange e infine si arrabbia. La presentazione dell'accordo di giunta tra Svp e Pd sembra un romanzo pirandelliano che, nel breve volgersi di un'ora, mostra un caleidoscopio di volti e umori. Si parte con la tavolata composta da Dieter Steger, Richard Theiner, Arno Kompatscher, Antonio Frena e Carlo Costa pronta a stappare penne e spumante per un quadro programmatico quinquennale che toccherà tutta l'amministrazione altoatesina, a cominciare dalla revisione dello Statuto e il lavoro. La prima sarà gestita da un'apposita commissione che si dovrà avviare il prima possibile, ma che si è mangiata anche il tema del secondo assessore perché nell'accordo non c'è una riga che sia una che trasmette rassicurazioni su questo tema. Si farà, forse già nelle prima parte della legislatura. Scripta manent dicevano le nonne, ma si sa: questo è il momento della politica dei giovani. È qui che i sorrisi si incrinano e l'arrivo del capogruppo Pd Roberto Bizzo, incaricato di trasmettere l'accordo in cancelleria, aumenta la burrasca sotterranea. Puffo brontolone nel giorno di luna storta parrebbe più allegro e l'impossibilità di essere soddisfatto strappata in un commento rilasciato al tavolo controvoglia è quantomai lampante di un certo disagio. Non solo: quando scopre che la competenza sul lavoro al Pd si è trasformata in cooperazione scuote la testa ironicamente in modo piuttosto evidente. Nessun commento al termine con i giornalisti e il clima pare alquanto stridere con il Pd felicissimo pitturato dal segretario Frena appena qualche minuto prima. Un solo assessore italiano, dunque, è giunta confermata nella sua composizione. A Kompatscher industria, economia, innovazione, turismo e artigianato, a Theiner energia e ambiente, Mussner trova la mobilità, Achammer scarta il delicatissimo dono della scuola tedesca, la cultura tedesca e l'integrazione, a Schuler vanno i rapporti con il Comune e il paesaggio, a Waltraud Deeg famiglia e personale e a Martha Stocker il pacchetto sanità, lavoro e sociale. Di italiano, come detto, Christian Tommasini con, inevitabilmente, la scuola e la cultura italiana, l'edilizia sociale, i lavori pubblici e la cooperazione. Solo una settimana fa piazza Domenicani alzava le barricate e si metteva in trincea per avere il secondo rappresentante sparando pareri legali di costituzionalisti prestigiosi. Nel battito di ciglia di sette giorni ecco che una rassicurazione di volontà rende tutto roseo e pacifico. Fossero tutte così le battaglie vere il mondo sarebbe più sereno, ma i malumori sono fortissimi e appena appena sotterranei. Rimangono così, amaramente sospese nell'aria: come le rassicurazioni di un secondo assessorato.
Alan Conti
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