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sabato 26 giugno 2010

All asilo trilingue dell Azb funzionano la convivenza e l apprendimento precoce


Alto Adige — 25 giugno 2010 pagina 14 sezione: CRONACA

BOLZANO. Per un progetto trilingue che vede la fine ce n’è un altro che cresce e si afferma sempre più. A variare è l’età. Da una parte l’ormai celebre sperimentazione del “Carducci”, dall’altra l’asilo estivo organizzato dall’“Azb” partito lunedì scorso e presentato ieri a Comune e Sovrintendenza scolastica. Il progetto, in piedi da quattro anni, si è mano a mano affinato e si organizza in modo piuttosto semplice. «Abbiamo circa ottanta bambini per turno - spiega la direttrice “Azb” Marialuisa Cama - che dividiamo in classi di una dozzina di alunni per fasce d’età. Mischiamo, indifferentemente, bambini italiani e tedeschi». Com’è la reazione alla convivenza infantile? «Ottima. I bimbi tra i tre e i sei anni, ma anche i più grandi, tra di loro non hanno alcun tipo di problema a rapportarsi. Non esistono preconcetti». In molti, però, evidenziano nella scelta dell’italiano come lingua comune uno dei motivi del ritardo del nostro gruppo nell’apprendimento del tedesco. «All’interno del nostro progetto questa scelta non avviene in automatico, anzi, noto che gli alunni parlano indifferentemente le due lingue. Probabilmente sono anche facilitati dalla struttura didattica del corso. Dalle 8 alle 10.30, infatti, organizziamo lezioni e attività ludiche in italiano, dalle 10.30 alle 13 in tedesco, compresa la mensa, dalle 13 alle 14.30 l’inglese e, infine, di nuovo italiano fino alle 16. Giochi e didattica, comunque, vengono calati all’interno di uno sfondo integratore, praticamente una fiaba d’ambientazione». Il meccanismo, quindi, è piuttosto semplice ed efficace. «I genitori sono contenti e l’adesione massiccia. Nei bambini, invece, vediamo un apprendimento rapidissimo, a spugna, per quanto riguarda il lessico che interiorizzano in fretta». Fanno confusione tra le lingue? «Nessuna. Esiste magari un piccolo periodo in cui diventa frequente il fenomeno dello switch, l’alternanza rapida tra i due idiomi, ma non ingenera incertezze». A furia di parlare del tedesco, però, a volte si rischia di dimenticarsi dell’inglese. «Sarebbe uno sbaglio - sentenzia Cama - perchè dovremmo entrare nelle mentalità che il tedesco dobbiamo parlarlo senza discussioni e l’inglese diventa fondamentale per la competitività dei nostri govani nel mercato del lavoro globale. Non esiste più la certezza, per loro, di misurarsi in futuro solo e unicamente con la realtà altoatesina». La struttura che ospita l’asilo fino ad agosto inoltrato è quella della scuola dell’infanzia “St.Johann“ di vicolo San Giovanni, mentre il personale è dell’associazione. È così difficile formare i docenti? «Non voglio entrare nella polemica sul classico - si schermisce Claudia Trevisan, che si è occupata della formazione delle maestre - ma se c’è condivisione del progetto ed entusiasmo didattico non è difficile riuscire a centrare l’obiettivo di un personale qualificato. Con il tempo, poi, si affinano anche le competenze dei singoli». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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