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giovedì 3 giugno 2010

Viale Trento dice di no alla moschea


Alto Adige — 02 giugno 2010 pagina 17 sezione: CRONACA

BOLZANO. «Questa strada è allo sfascio: il Comune ci deve ascoltare». Il Comitato dei residenti di viale Trento alza la voce e chiede un incontro prima dell’approvazione del progetto per la moschea. «Dovevano trovare un luogo più idoneo». Si sono incontrati ieri pomeriggio i membri del comitato “Per la qualità della vita di viale Trento” nei pressi del magazzino che, nel progetto firmato dall’architetto Enrico Farina, ospiterà il centro di culto. «Ci aspettavamo - le parole di Adele Bacchiega, residente sopra il bar “Agadir” - una scelta dal genere fin dal giorno delle elezioni. Prima ci hanno dato un “contentino” per non rischiare di perdere voti e adesso tornano in commissione edilizia con un nuovo progetto». Domani l’eventuale approvazione. «Prima, però, dovrebbero venire a parlare con noi e capire tutti i nostri disagi. Non possiamo esporci, altrimenti ci danneggiano le auto e rompono le finestre di casa. La prostituzione, intanto, prolifera incontrollata, mentre la micro-delinquenza è ormai all’ordine del giorno. Viale Trento è messa male, ma non si dica che siamo razzisti: benissimo un luogo islamico dove pregare, però non all’interno di un condominio». Ci sono, infatti, anche delle questioni pratiche da risolvere. «I parcheggi - conclude Bacchiega - non ci sono e i pochi posteggi blu a disposizione non possono essere sufficienti per l’utenza di un centro di culto». Maria Cotardo allarga lo sguardo: «Sono anni che chiediamo dei giochi per i bambini al parco delle Religioni, ma nessuno si è mai degnato di risponderci, tranne la polizia municipale. In quella zona verde continuano tutti impunemente a urinare, defecare, vomitare e fare sesso rendendola inaccessibile ai residenti alla sera. Per la moschea, invece, sono stati tutti molto rapidi». La politica, quindi, sotto accusa: «Gli unici che ci hanno aiutato sono stati i consiglieri di destra e la Lega Nord. Non è nemmeno facile metterci la faccia: molti anziani, per esempio, hanno paura ad esprimere il proprio dissenso». C’è, poi, una questione legata al patrimonio immobiliare: «Le nostre case - spiega Damiano Sterlino - ormai non valgono più nulla e il loro valore è letteralmente crollato. Abbiamo comprato le mura anni fa nella speranza di una riqualificazione progressiva e oggi ci troviamo con un ulteriore declassamento di viale Trento. Non bastavano il traffico, la microcriminalità, i vandalismi e i rumori della ferrovia: adesso arriva anche il centro di culto. Davvero non capisco perchè non si possa costruirlo in zona produttiva, senza intaccare una zona fortemente residenziale». Bernard Vigl, invece, torna a chiedere ascolto in Municipio: «Spero abbiano perlomeno la sensibilità di venire ad ascoltare le nostre ragioni. E’ troppo facile bollarci come razzisti quando semplicemente chiediamo che non venga ulteriormente penalizzata una zona con già tantissimi problemi». A coordinare l’attività del comitato c’è Luigi Schiatti, consigliere comunale di Unitalia: «Mi aspettavo che presto la moschea venisse riproposta, ma non pensavo fosse addirittura la prima decisione dopo le elezioni. Non intendiamo attuare nessuna forzatura verso la commissione edilizia, però porteremo avanti una pressione psicologica affinchè ci si renda conto che questa soluzione non può essere accettata. In caso di via libera, comunque, vigileremo mattone per mattone, che i lavori vengano realizzati secondo il progetto e siamo pronti a denunciare ogni incongruenza all’Autorità. Anche questo, comunque, è il risultato del forte astensionismo italiano che ha prodotto una sterzata netta verso sinistra dell’amministrazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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