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sabato 26 giugno 2010

Svp: dialogo sul liceo trilingue


Alto Adige — 24 giugno 2010 pagina 11 sezione: CRONACA

BOLZANO. Importante apertura da parte dell’Obmann cittadino dell’Svp Dieter Steger verso la scuola trilingue. «È un peccato - le sue parole - che il progetto del “Carducci” sia terminato. L’Alto Adige deve aprire una profonda riflessione» Nel dibattito sullo stop all’esperimento trilingue del liceo “Carducci” si inserisce anche il presidente del consiglio provinciale. «Sarebbe stato interessante - dichiara - scoprire l’evoluzione di una simile esperienza scolastica. Sarebbe anche potuta essere una ottima base per un dialogo». E’ importante infatti, prosegue Steger, «approfondire e incentivare una riflessione attorno alla scuola trilingue, perché l’Alto Adige è inserito in un mondo globalizzato e ha un estremo bisogno di essere competitivo». Chiaro che la possibilità di padroneggiare tre idiomi rappresenterebbe un indubbio vantaggio per gli studenti altoatesini. «Solo i più qualificati - riprende l’Obmann cittadino della Svp - possono aspirare ad occupare i posti di lavoro più prestigiosi. La nostra società deve ovviamente fare i conti con un mercato globale e risulta evidente che la conoscenza delle lingue è in questo senso un discrimine importante». Per fare passi avanti, però, è necessario cominciare a parlarne e l’apertura della Svp è senz’altro una novità. Non solo, Steger sembra quasi spingere perché l’argomento entri nell’agenda politica: «È necessario discuterne in modo approfondito e cominciare una riflessione globale sull’opportunità di fornire un’alternativa al classico istituto frequentato nella madrelingua». I risultati dei nostri studenti, insomma, cominciano a essere poco convincenti anche per la Stella Alpina. «Le competenze dei giovani altoatesini nella seconda lingua stanno peggiorando e in inglese non usciamo benissimo dal paragone con i Paesi vicini come l’Austria». Eppure le potenzialità ci sarebbero: «Il nostro territorio è tradizionalmente portato ad essere una cerniera fra due culture. A tutto questo, poi, si può tranquillamente aggiungere l’inglese, che poi è la lingua internazionale per antonomasia. Le possibilità ci sono, bisogna pensare a come sfruttarle al meglio per tutti». La vicenda legata al progetto trilingue del liceo classico “Carducci” è ormai nota. La sperimentazione si basava sull’insegnamento di alcune materie in modo veicolare. Nel biennio predominanza per l’inglese, più tedesco nel triennio. Un progetto, però, che necessitava di risorse umane sufficienti a garantire una compresenza nelle ore di lezione nell’altra lingua. All’insegnante che parlava tedesco o inglese, infatti, andava affiancata la titolare della cattedra per una questione di valutazione. Con l’espandersi della sperimentazione, però, le classi interessate si sono moltiplicate e con loro, logicamente, i docenti necessari. Il tutto mentre a livello provinciale si decideva il blocco dell’assunzione dei docenti. Di fronte anche a un lieve calo degli iscritti, il collegio docenti aveva deciso di bloccare le prime classi nel 2006. Nella Maturità 2011, quindi, si diplomeranno gli ultimi ragazzi interessati. Il rimpallo di responsabilità è stato continuo: prima si è evidenziata la difficoltà a reperire docenti qualificati, poi i mancati finanziamenti in arrivo dalla Sovrintendenza, infine la scelta politica dell’assessorato Gnecchi. Ora, però, arriva inatteso il rammarico di via Brennero, che contribuisce comunque ad aprire uno spiraglio per la discussione sulla scuola plurilingue. © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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