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sabato 19 giugno 2010

Commissione d inchiesta della Provincia


Alto Adige — 17 giugno 2010 pagina 11 sezione: CRONACA

BOLZANO. Si farà la commissione d’inchiesta provinciale sulle presunti tangenti all’Ipes. A richiederla ufficialmente sono stati i Freiheitlichen durante la seduta del consiglio a Bolzano. La proposta, comunque, ha subito raccolto consensi trasversali dato che il documento dei Freiheitlichen è stato firmato da Svp, Pd, Pdl, Südtiroler Freiheit, Union für Südtirol, Lega Nord e Unitalia. La commissione d’inchiesta, quindi, è praticamente pronta a partire. Il consigliere provinciale Pius Leitner, inoltre, chiede con forza che venga chiarito se all’interno dell’Ipes vi siano «solo alcune mele marce, oppure se le irregolarità siano da considerare sistematiche». Compito principale della commissione provinciale, comunque, sarà quello di chiarire eventuali danni per la mano pubblica e per i contribuenti. Da verificare in profondità anche il meccanismo interno all’Istituto e il sistema dei controlli. Sulla commissione, come detto, si registra anche l’adesione della Stella Alpina. «Non si tratta - dichiara il capogruppo Svp Elmar Pichler Rolle - di una questione di maggioranza e opposizione ma di una problematica che riguarda tutti i cittadini». Un’iniziativa, comunque, che non si andrà a sovrappore con il lavoro dei magistrati. «Il compito della magistratura - riprende Pichler Rolle - è quello di verificare la presenza di reati penali, mentre la commissione d’inchiesta del consiglio provinciale dovrà chiarire come e secondo quali meccanismi queste irregolarità siano potute avvenire». Sempre all’interno dei Freiheitlichen prende posizione anche il consigliere comunale di Merano Thomas Peintner che stigmatizza il comportamento dei funzionari Ipes. «Ogni anno l’Istituto spende 4 milioni di euro per i lavori di manutenzione. Non è ammissibile che una tale massa di denaro venga gestita da un unico funzionario con poteri preosschè illimitati». L’architrave dell’organizzazione, logicamente, è il sistema degli appalti truccati. «C’era una singola persona che in completa autonomia decideva quali aziende potevano aspirare ad ottenere i lavori. Un sistema palesemente ingiusto». Peintner prende le difese di quel mondo artigianale che sistematicamente veniva escluso dai lavori dell’Ipes. «Anche un pittore di Merano, un idraulico di Lagundo o un giardiniere di Lana devono poter lavorare con un’istituzione che si regge sui soldi dei canoni d’affitto e sulle rette dei contribuenti». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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