Domenica in Centro tutto aperto |
BOLZANO. Il Centro di Bolzano celebra la festa
dell’unità nazionale tedesca. Sembra uno scherzo, ma si tratta della semplice
realtà commerciale di una città che domenica prossima terrà aperti un centinaio
di negozi per sfruttare al meglio il ponte previsto in Germania. In una
provincia in cui ci si è accapigliati per settimane intorno alla celebrazione o
meno dei 150 anni d’Italia basta una tre giorni di vacanza oltre confine per
ritrovare immediata compattezza al suono delle casse dei negozi. Lunedì 3
ottobre a Berlino nessuno lavora, ergo da venerdì a martedì qualcuno potrebbe anche
programmare una visita in Alto Adige. Confesercenti e Unione Commercio non
hanno perso tempo avanzando la proposta di deroga e il Comune non ha battuto
ciglio nel concederla: domenica, solo per il Centro, semaforo verde a tutti i
negozi che intendono tenere aperto. Le stime parlano di 150 attività con le
serrande alzate dato che anche l’Unione Commercio, sugli scudi in occasione del
Primo Maggio a difesa del diritto alle festività, si è lasciata ingolosire
dall’opportunità turistica. Un conto un preventivato bacino d’utenza solo
bolzanino, un altro se sul piatto si cala pure la pesante carta dei turisti: i
principi possono aspettare.
"Abbiamo chiesto all’amministrazione di
favorire i commercianti in una giornata che si preannuncia potenzialmente
fruttuosa" spiega il direttore provinciale di Confesercenti Paolo Pavan,
da sempre favorevole alle domeniche di lavoro. "Fortunatamente ci è
stata concessa la deroga e saranno circa 150 i negozi che rimarranno a
disposizione di tutti i clienti. Stavolta, inoltre, ci siamo mossi in sinergia
con l’Unione Commercio dopo le polemiche passate e questo non può che renderci
particolarmente contenti". Dado Duzzi, vicepresidente dell’Unione, ci
tiene però a fare dei distinguo: "Il Primo Maggio è in assoluto un
confine invalicabile, ma qui si tratta di una
situazione differente. Ottobre è tradizionalmente uno dei migliori
periodi a livello turistico e sappiamo che il 60% dei nostri ospiti viene qui
per shopping. Ciò non toglie che per noi 10-12 domeniche di apertura l’anno
sono più che sufficienti e lo ribadiremo in occasione della stesura del
prossimo calendario. Il 21esimo anniversario della riunificazione della
Germania, insomma, abbatte anche il muro eretto tra le due maggiori
associazioni di categoria locali. Una scelta che non è affatto piaciuta a Guido
Margheri, consigliere comunale di Sel impegnato contro le aperture
liberalizzate. "Se il pretesto sufficiente alla deroga è una festa
nazionale in un altro Paese, allora possiamo dire che vale tutto e la legge
provinciale diventa carta straccia. Lo stesso assessore provinciale al
commercio Thomas Widmann ha spiegato come lo strumento delle aperture
domenicali dovesse essere usato con parsimonia, invece qui si va nella
direzione opposta". Si tratta, però, di una deroga. "Già nella
legge - continua Margheri – sono previste tre deroghe a disposizione dei
commercianti, in aggiunta a tutte le eccezioni come il Natale, la domenica
d’oro o altre festività. Permettere anche questo strappo alla regola è un
gigantesco errore avvallato dal sindaco in persona. La prossima volta sarà
sufficiente una partita di hockey oppure un concerto di particolare richiamo".
A gongolare, insomma, potrebbero essere le grandi catene. "E’ risaputo
che sono loro gli unici operatori del settore che possono permettersi una
turnazione adeguata tra i dipendenti, mentre i piccoli commercianti saranno
costretti a importanti sacrifici per stare al passo. Non si può chiedere a
tutti di lavorare sette giorni su sette o di preventivare ulteriori spese per
la necessità di personale che copra le aperture nei festivi. Viene da
sorridere, alla fine, sentire gli stessi promotori di questa apertura
lamentarsi della crisi del commercio di vicinato. Potrebbero cominciare loro a
difenderli evitando simili colpi di grazia".