La sede dell'asilo (Foto DLife) |
BOLZANO. Senza lettini né camera per dormire, con servizi
ancora da completare e struttura da migliorare. Non era così che i genitori di
Oltrisarco si immaginavano la nuova sezione distaccata della scuola per
l'infanzia "Jolly Tambosi" sorta al posto del vecchio centro civico
all'interno dell'omonima scuola. La goccia che ha fatto traboccare il vaso
della protesta è scesa lunedì quando una mamma ha trovato il proprio figlio
addormentato per terra vicino alla porta d'entrata. Il tutto complicato da una
sezione in cui la concentrazione di stranieri è altissima, con soli 4 bambini
italiani su 20, e che gli stessi extracomunitari giudicano come penalizzante.
La difesa delle educatrici, però, poggia su basi concrete: troppo poco il tempo
a disposizione, possibilità di usare dei materassini e il tempo prolungato che
ancora deve cominciare. L'incidenza degli stranieri, invece, pare dipendere
esclusivamente da una questione d'età degli iscritti, tutti al primo anno.
"Non é possibile – attacca Bouchra Fittach - che si lasci dormire i bambini dove capita e per terra. È un segno di scarsa considerazione, non da parte delle educatrici che fanno quello che possono, ma del Comune che non fornisce attrezzatura e spazi adeguati. Per utilizzare il piccolo ascensore, per esempio, bisogna abbandonare il passeggino fuori dall'asilo, chiedere il permesso e tornare indietro quando basterebbe lasciarlo semplicemente in funzione". Scuote la testa anche Iyobosa Amadin: "Capisco non sia facile organizzarsi in poco tempo, ma certo non è bello vedere i bimbi coricati dove capita. Personalmente preferisco che i miei figli non dormano all'asilo per averli stanchi a casa, ma comprendo la necessità di alcuni genitori di farli riposare. È un peccato, quindi, non avere una sala divisa. L'alta concentrazione di stranieri può effettivamente creare dei problemi e credo che prossimo anno mi rivolgerò alle strutture tedesche". Stempera le critiche Roberto Giordano: "Vero che siamo addirittura intervenuti personalmente portando lenzuola e cuscini, però non credo sia corretto buttare la croce addosso all'asilo dopo così poco tempo di servizio. Aspettiamo qualche settimana e vediamo come evolverà la situazione a pieno regime". Sulla stessa linea Claudio Deac: "I bambini non vengono all’asilo per dormire e comunque non vedo grossi problemi nell’utilizzare dei materassini". Assai meno disposto al compromesso è Salla Nexhip. "Lasciare che i bambini si stendano ovunque senza nemmeno una sala predisposta o dei lettini non è bello. Credo si tratti di un problema da risolvere presto per non alimentare la fastidiosa sensazione di trovarsi in una sezione di serie B". "E’ vero – conferma Zara Lamzihri – dormono dappertutto senza che vi sia uno spazio dedicato. Usano i materassini, d’accordo, ma sinceramente ci si aspetta di ottenere qualcosa di più quando si opta per il servizio di tempo prolungato".
"Non é possibile – attacca Bouchra Fittach - che si lasci dormire i bambini dove capita e per terra. È un segno di scarsa considerazione, non da parte delle educatrici che fanno quello che possono, ma del Comune che non fornisce attrezzatura e spazi adeguati. Per utilizzare il piccolo ascensore, per esempio, bisogna abbandonare il passeggino fuori dall'asilo, chiedere il permesso e tornare indietro quando basterebbe lasciarlo semplicemente in funzione". Scuote la testa anche Iyobosa Amadin: "Capisco non sia facile organizzarsi in poco tempo, ma certo non è bello vedere i bimbi coricati dove capita. Personalmente preferisco che i miei figli non dormano all'asilo per averli stanchi a casa, ma comprendo la necessità di alcuni genitori di farli riposare. È un peccato, quindi, non avere una sala divisa. L'alta concentrazione di stranieri può effettivamente creare dei problemi e credo che prossimo anno mi rivolgerò alle strutture tedesche". Stempera le critiche Roberto Giordano: "Vero che siamo addirittura intervenuti personalmente portando lenzuola e cuscini, però non credo sia corretto buttare la croce addosso all'asilo dopo così poco tempo di servizio. Aspettiamo qualche settimana e vediamo come evolverà la situazione a pieno regime". Sulla stessa linea Claudio Deac: "I bambini non vengono all’asilo per dormire e comunque non vedo grossi problemi nell’utilizzare dei materassini". Assai meno disposto al compromesso è Salla Nexhip. "Lasciare che i bambini si stendano ovunque senza nemmeno una sala predisposta o dei lettini non è bello. Credo si tratti di un problema da risolvere presto per non alimentare la fastidiosa sensazione di trovarsi in una sezione di serie B". "E’ vero – conferma Zara Lamzihri – dormono dappertutto senza che vi sia uno spazio dedicato. Usano i materassini, d’accordo, ma sinceramente ci si aspetta di ottenere qualcosa di più quando si opta per il servizio di tempo prolungato".
All’interno dell’asilo, intanto, ci accoglie
la coordinatrice Eleonora Restaldo che replica serenamente alle critiche. "Prima di tutto bisogna spiegare che è poco tempo che ci troviamo in
questa sede, quindi è abbastanza normale trovarsi di fronte a qualche piccolo
disagio, ma la polemica sui lettini non va esagerata. A disposizione, infatti,
abbiamo dei materassini e se è capitato di vedere qualche bambino addormentato
in giro si è trattato di un singolo episodio. Non solo, il tempo prolungato
ancora non è attivo e partirà dalla settimana prossima, quindi la necessità del
pisolino non sarebbe nemmeno perentoria". Tra una settimana, quindi,
possibile aspettarsi una sistemazione adeguata per i piccoli che crollano tra
le braccia di Morfeo? "Non abbiamo la superficie per dedicare uno spazio
come camera per la nanna. Le stanze sono tre e dobbiamo adeguarci. Oltre ai
materassini, però, metteremo a disposizione lenzuola e cuscini, quindi
troveremo il modo di offrire il servizio in modo soddisfacente".
Qualcuno, però, si lamenta anche per l’eccessiva percentuale di stranieri: "La divisione – chiude Restaldo - non è stata fatta in base alla
nazionalità, ma all’età. Nella distaccata, infatti, trovano spazio tutti i
bambini al primo anno perché si è preferito non spostare chi ha già frequentato
l’asilo l’anno passato nella sede tradizionale".
Alan Conti
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