I Winnipeg Jets, vero simbolo delle novità 2012 della Nhl |
Come ogni inizio di stagione che si rispetti
anche la Nhl presenta la sua buona serie di punti di domanda che andranno
riempiti da qui al prossimo giugno. Domande che andranno a incidere sulla
stagione delle singole franchigie, indipendentemente da aspirazioni e galloni
da favoriti. Ne abbiamo scelte una decina, consci che non possono essere
sufficienti ad estinguere l’intero panorama del campionato nordamericano. Noi
poniamo la domanda, le risposte potete provare a darle voi perché poi sarà la
realtà ad offrirci il gusto del piatto portante. In attesa, ormai agli
sgoccioli, del primo dischetto scodellato al centro della regular season.
1)La
rivoluzione di Philadelphia conduce nella direzione giusta? Stringere la mano e
impacchettare le valigie di due simboli come Richards e Carter è stata la mossa
giusta da parte dei vertici dei Flyers nella persona di Holmgren? Sull’altro
piatto della bilancia, infatti, nonostante l’arrivo di Simmonds e Voracek va messo
il contrappeso del nuovo goalie Byzgalov. Smantellare le radici per puntellare
la porta è ciò di cui aveva bisogno una franchigia tanto importante per
arrivare al titolo?
2)Vincere riempie la pancia e mantenere il team
immutato rischia di provocare un diabete di motivazioni. D’altro canto, però,
il detto “squadra che vince non si cambia” ha le sue buone ragioni. Quale delle
due considerazioni si appiccicherà alla stagione 2012 dei Boston Bruins, di
fatto immutati rispetto al roster che ha alzato la Stanley Cup sul ghiaccio di
Vancouver? Chara e Thomas si confermeranno? Marchand acquisterà continuità ai
livelli impressionanti mostrati negli scorsi playoff? La regular season è un
cuscino di tempo abbastanza sufficiente per presentarsi alle sfide senza
appello nuovamente carichi mentalmente?
3)Prendere la medaglia e girarla, please. Lato
Canucks. Anche qui un team abbastanza
uguale a se stesso, con l’eccezione (pesante?) di Ehrhoff, è chiamato a
mettersi alle spalle una delusione enorme per tornare a scalare una maledizione
che si chiama Stanley Cup. Lo scoramento taglia le gambe e quando vedi che
nemmeno la stagione perfetta ti premia allora cominciano i brutti pensieri. Un
gruppo di giocatori che ha dimostrato di non saper arrivare carico fino in
fondo meritava di rimanere immutato oppure serviva una sterzata nel nord del
Canada?
4)Riusciranno Canadiens o Canucks a riportare la
coppa nel Paese della foglia d’acero dopo un dominio a stelle e strisce che
dura da 19 anni ovvero dal trionfo di Montreal nel 1993? Assai più difficile
aspettarsi l’exploit da Calgary, Toronto, Ottawa o Edmonton.
5)La storia dei Capitals sembra già servire la
prima risposta: Ovi e compagni saranno certamente protagonisti. Della regular
season. Resta da colmare un altro interrogativo, assai più grande e pesante,
ovvero se la franchigia della capitale riuscirà finalmente ad essere incisiva
anche nei playoff, vero tallone d’achille degli ultimi anni. Il gruppo, però,
quest’anno sembra veramente all’ultima chiamata.
6)Grande entusiasmo si registra a Winnipeg, città
letteralmente impazzita in occasione del ritorno dei Jets sul ghiaccio dopo
anni e già innamorata del rookie Scheifele. Riuscirà tutta questa carica a
rimanere immutata alle prime difficoltà e a sospingere la franchigia ispirata
alle forze militari addirittura oltre lo sbarramento dei playoff?
7)Dici rookie e pensi “croce e delizia”. Al
solito le prime gare della stagione sono quelle in cui si comincia a scrutare
con attenzione il ballo dei debuttanti. Di Scheifele ai Jets abbiamo detto, ma
come dimenticarsi di Nugent Hopkins agli Oilers, Landeskog agli Avalanche o
Huberdeau ai Panthers, tutte primissime scelte nel draft da cui si attendono
conferme o segnali.
8)Spada di Damocle per tutte le franchigie sono
gli infortuni, di fatto vera variabile impazzita e difficilmente imprevedibile.
Chi, però, la lama della spada la sente un poco più vicina rispetto agli altri
sono i Penguins che si presentano già in partenza con due dubbi grandi come le
spalle di Chara. Malkin dovrebbe tornare abile e arruolabile per l’esordio,
pagherà il periodo di riadattamento ai ritmi da partita vera? Crosby, poi, deve
ancora fare i conti con l’unica commozione cerebrale che riesce a far girare la
testa anche agli altri, i suoi tifosi. Fermo praticamente dall’ultimo Winter
Classic il fuoriclasse alterna allenamenti incoraggianti a brusche frenate e
sembra sempre al livello “vorrei, ma non posso”. Se torna può fare la differenza:
il problema è quel “se”.
9)New York è la città che respira voglia di
rilancio. I Rangers hanno infilato un Richards nel motore, gli Islanders
intendono smaltire la delusione per un nuovo stadio del ghiaccio che non
arriverà e i Devils si trovano davanti all’ennesimo ribaltone in panchina per
andare a caccia di quei playoff che non possono ancora sfuggire. La Grande Mela
sorriderà o dovrà ancora fare i conti con il piccolo cabotaggio?
10)Come sempre arriverà una sorpresa e, in
quanto tale, per definizione imprevedibile. Detto dei Jets, perché non
aspettarsi l’exploit dai Wild con un nuovo potenziale offensivo Heathley-Setoguchi
made in Sharks? Oppure dai vari Sabres, Predators o Kings che potrebbero aver
maturato quella maturità per provare ad arrivare in fondo?
Il bello,
ora, è provare a rispondere ai quesiti, ma si tratta di un divertimento che è
giusto lasciare libero. In fondo è anche in questo il fascino di una stagione
che sta per cominciare: le domande lasciano sogni per tutti.
Alan Conti
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