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venerdì 30 settembre 2011

Festa in Germania? Tutto aperto!


Domenica in Centro tutto aperto

 "Abbiamo chiesto all’amministrazione di favorire i commercianti in una giornata che si preannuncia potenzialmente fruttuosa" spiega il direttore provinciale di Confesercenti Paolo Pavan, da sempre favorevole alle domeniche di lavoro. "Fortunatamente ci è stata concessa la deroga e saranno circa 150 i negozi che rimarranno a disposizione di tutti i clienti. Stavolta, inoltre, ci siamo mossi in sinergia con l’Unione Commercio dopo le polemiche passate e questo non può che renderci particolarmente contenti". Dado Duzzi, vicepresidente dell’Unione, ci tiene però a fare dei distinguo: "Il Primo Maggio è in assoluto un confine invalicabile, ma qui si tratta di una  situazione differente. Ottobre è tradizionalmente uno dei migliori periodi a livello turistico e sappiamo che il 60% dei nostri ospiti viene qui per shopping. Ciò non toglie che per noi 10-12 domeniche di apertura l’anno sono più che sufficienti e lo ribadiremo in occasione della stesura del prossimo calendario. Il 21esimo anniversario della riunificazione della Germania, insomma, abbatte anche il muro eretto tra le due maggiori associazioni di categoria locali. Una scelta che non è affatto piaciuta a Guido Margheri, consigliere comunale di Sel impegnato contro le aperture liberalizzate. "Se il pretesto sufficiente alla deroga è una festa nazionale in un altro Paese, allora possiamo dire che vale tutto e la legge provinciale diventa carta straccia. Lo stesso assessore provinciale al commercio Thomas Widmann ha spiegato come lo strumento delle aperture domenicali dovesse essere usato con parsimonia, invece qui si va nella direzione opposta". Si tratta, però, di una deroga. "Già nella legge - continua Margheri – sono previste tre deroghe a disposizione dei commercianti, in aggiunta a tutte le eccezioni come il Natale, la domenica d’oro o altre festività. Permettere anche questo strappo alla regola è un gigantesco errore avvallato dal sindaco in persona. La prossima volta sarà sufficiente una partita di hockey oppure un concerto di particolare richiamo". A gongolare, insomma, potrebbero essere le grandi catene. "E’ risaputo che sono loro gli unici operatori del settore che possono permettersi una turnazione adeguata tra i dipendenti, mentre i piccoli commercianti saranno costretti a importanti sacrifici per stare al passo. Non si può chiedere a tutti di lavorare sette giorni su sette o di preventivare ulteriori spese per la necessità di personale che copra le aperture nei festivi. Viene da sorridere, alla fine, sentire gli stessi promotori di questa apertura lamentarsi della crisi del commercio di vicinato. Potrebbero cominciare loro a difenderli evitando simili colpi di grazia".
Alan Conti


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