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lunedì 5 settembre 2011

Arriva la zanzara tigre: paura tra i padroni dei cani


La zanzara tigre arriva a Bolzano e porta con sé il rischio di filariosi per i tanti cani della città. Le piogge di luglio e la successiva arsura umida di agosto hanno permesso una diffusione dell’insetto mai registrata prima nel capoluogo altoatesino. La novità, oltre a creare un evidente fastidio negli umani data la sua attività diurna, solleva numerose preoccupazioni tra i padroni dei cani. La zanzara tigre femmina, infatti, ha l’abitudine di non ingerire mai una quantità di sangue sufficiente allo sviluppo delle uova in una sola puntura, ma preferisce moltiplicare i “prelievi” e variare le vittime, che siano umane o animali. Questa attitudine la rende un insetto capace di trasmettere velocemente il virus della filariosi ai cani, una patologia che provoca crisi cardio-polmonari letali. I rischi per gli umani, invece, sono paragonabili a quelli della zanzara normale, anche se spetta alle autorità effettuare costanti controlli regolari per prevenire qualsiasi rischio di diffusione di eventuali nuovi virus non presenti al momento.

Tornando agli amici a quattro zampe, dunque, è bene concentrarsi bene sulla prevenzione: "Purtroppo – confermano le veterinarie Francesca Benin ed Elisa Antonelli – la zanzara tigre è arrivata in città in quantità significative. Due anni fa sapevamo della sua presenza a Padova e sospettavamo potesse dirigersi verso l’Alto Adige nel giro di qualche stagione come puntualmente si è verificato. Importante, quindi, prendere delle preoccupazioni". Cosa bisogna fare per proteggere Fido? "Esistono dei prodotti specifici che impediscono lo sviluppo della filariosi. Il nostro consiglio è di sottoporre per sicurezza il cane a un trattamento con pastiglie mediche che lo coprono per tutta la stagione e abbinare il tutto a prodotti schermanti specifici che hanno essenzialmente l’effetto di repellenti come il nostro “Autan”". I farmaci, acquistabili nei negozi specializzati o in farmacia, hanno anche effetto retroattivo, quindi esiste ancora la possibilità di intervenire per chi non lo abbia già fatto prima. Altrettanto decisiva, comunque, è l’osservazione del proprio cane: i primi sintomi della filariosi, infatti, sono strettamente legati agli atteggiamenti dell’animale. "Trattandosi dello sviluppo di vermi all’interno del cuore, la filariosi causa delle crisi nel pompaggio del sangue, quindi fiacca l’organismo in modo vistoso. Se ci si accorge di una certa stanchezza improvvisa, poca voglia di fare le passeggiate o grande affaticamento ingiustificato è meglio rivolgersi al veterinario per esami specifici. Attenzione, infine, ad eventuale tosse persistente o notturna: tipico campanello d’allarme di possibili problematiche polmonari.

Sulla generale sicurezza per l’uomo, invece, interviene il medico Mario Tagnin: "Non presenta preoccupazioni maggiori di una normale zanzara comune, al di là del fastidio per la sua presenza durante la giornata. Sicuramente la sua diffusione è aumentata in modo sensibile, probabilmente a causa delle condizioni meteorologiche di quest’estate". Le uova di zanzara tigre, infatti, una volta deposte nell’acqua hanno una buona capacità di resistenza in ambiente secco o con siccità. Se a questo aggiungiamo che il periodo a cavallo tra agosto e settembre è tra i preferiti per l’attività, ecco che il quadro dell’andamento climatico bolzanino calza a pannello con le condizioni di diffusione dell’insetto. Come noto queste zanzare bianche e nere volano e pungono pure durante le ore di luce, non solo all’alba o al tramonto come le “colleghe”, e sono attratte particolarmente dall’anidride carbonica. Il loro raggio d’azione, invece, è di soli 200 metri quindi in caso di presenza una delle poche contromisure possibili è cercare di capire dove possa essere il nido. La disinfestazione è piuttosto complessa e ottenibile solo con l’attenzione di tutti nel non lasciare piccole quantità d’acqua nei sottovasi, annaffiatoi o altri possibili anfratti, anche piccoli. Gli enti competenti, invece, devono procedere a screening di controllo con metodi di cattura anche piuttosto facili e regolari. Difficile, infine, ipotizzare l’allontanamento senza un intervento su larga scala: quello che rende particolarmente agguerrita la “tigre”, infatti, è una resistenza non indifferente delle uova pure alla neve e alle temperature rigide.

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