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martedì 27 settembre 2011

Hofer impreparato misogino: è la storia condivisa

Un'immagine di Hofer
BOLZANO. Una picconata al piedistallo dove qualcuno ha posizionato Andreas Hofer e una visione della prima guerra mondiale come prima pietra della “questione sudtirolese”. Sono questi i due tasti più delicati toccati dal secondo volume del manuale di storia condivisa per le scuole intitolato “Passaggi e prospettive, Lineamenti di storia locale” presentato ieri a Palazzo Widmann dai tre assessori competenti. L’opera, nata da una mozione dei Verdi e vidimata in più passaggi da tutte le intendenze, smonta pagina per pagina il mito di Andreas Hofer, asciugandone qualsiasi aspetto retorico. A poco più di due anni dalle cerimonie di un Bicentenario particolarmente sostenuto dall’Svp, dunque, suscita una certa curiosità sentire l’assessore Sabine Kasslatter Mur auspicare "la massima diffusione nei nostri istituti" di un libro che definisce Hofer “un uomo dall’orizzonte culturale limitato, sostanzialmente mosso più da una rigorosa difesa della fedeltà cattolica e di antichi privilegi nobiliari che non da una spinta popolare irrefrenabile”. Non solo, lo scritto curato dagli storici e insegnanti Erika Kustatscher , Carlo Romeo, Alessandra Spada e Stefan Lechner calca la mano su un Hofer “censorio che voleva imporre regole morali sulle donne dettate da una latente misoginia giudicate ridicole dalla stessa popolazione contemporanea”. La furia moralizzatrice, inoltre, viene così abbinata a “una sostanziale inesperienza e incapacità nel condurre un breve governo che impostò secondo uno schema rigidamente patriarcale”. Ridimensionato Hofer, dunque, non ne esce bene nemmeno la lotta del 1809 tanto mitizzata da molti ambienti politici. “La mobilitazione – si legge – non suscitò affatto un entusiasmo condiviso in una popolazione in sofferenza, provata e angosciata. Ci fu una strumentalizzazione politica del mitico anno Neun basti pensare che i rifiuti alle contribuzioni non furono certo un gesto di resistenza, ma semplice disagio economico”. Una visione, è bene ricordarlo, vidimata a vari livelli da tutti i gruppi linguistici e presentata come “ufficiale” dalla Provincia. "Abbiamo semplicemente ridimensionato Hofer al suo limite di umano – spiega Romeo – senza nulla togliere alla narrazione strettamente storica di quello che ha rappresentato o fatto. Sarà difficile levare quella patina di “mito” elaborata dalla letteratura romantica, ma crediamo di aver fatto un buon lavoro". Interessante, comunque, la procedura di un lavoro che poteva presentare delle spine: "Qualsiasi testo è stato redatto da uno di noi e poi visionato o corretto dagli altri. Il tutto fino a un’elaborazione condivisa e senza dover scendere a particolari compromessi. Più facile possa nascere qualche difficoltà in più con l’ultimo capitolo". Il secondo volume, infatti, parte dalla Controriforma e si interrompe al termine della prima guerra mondiale: al prossimo passo, che sarà curato da Giorgio Mezzalira, arriveranno al pettine nodi piuttosto intricati fino ai giorni nostri.
 Il conflitto del ’15-’18, invece, viene narrato secondo uno stile piuttosto asciutto sotto l’aspetto politico con una particolare attenzione, però, alle conseguenze sociali che implicò. La guerra, inevitabilmente, contribuì a scavare un solco tra italiani e tedeschi, ma profonde spaccature si registrarono pure tra popolazione rurale e urbana, tra giovani e anziani oppure tra donne e uomini. La contrapposizione etnica, quindi, viene posta come un aspetto storico tra gli altri, ma non l’unico.
 L’opera, comunque, è stata accolta con soddisfazione dai tre assessori Christian Tommasini, Sabine Kasslatter Mur e Florian Mussner. "Speriamo – l’auspicio condiviso – che questo libro venga adottato da moltissime classi dei tre gruppi linguistici e che possa entrare nelle famiglie ed essere letto pure dagli adulti". Già perché realizzare un manuale di storia condivisa e poi non utilizzarlo è quasi un controsenso. "Vero – conclude Romeo – ma credo che per gli insegnanti si tratti di uno strumento formidabile per proporre stralci e tematiche agganciate alla nostra realtà e alla storia più vicina al vissuto dei nostri alunni e delle loro famiglie. E’ bello, infatti, proporre qualcosa agli studenti che possa coinvolgerli in modo piuttosto diretto". 
Alan Conti

 

2 commenti:

  1. E se Romina Berni e Sergio Camin ne distribuissero milioni di copie in via Bari e a Sarentino?

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  2. Chissà...potrebbe essere una buona idea..

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