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venerdì 30 settembre 2011

Festa in Germania? Tutto aperto!


Domenica in Centro tutto aperto

 "Abbiamo chiesto all’amministrazione di favorire i commercianti in una giornata che si preannuncia potenzialmente fruttuosa" spiega il direttore provinciale di Confesercenti Paolo Pavan, da sempre favorevole alle domeniche di lavoro. "Fortunatamente ci è stata concessa la deroga e saranno circa 150 i negozi che rimarranno a disposizione di tutti i clienti. Stavolta, inoltre, ci siamo mossi in sinergia con l’Unione Commercio dopo le polemiche passate e questo non può che renderci particolarmente contenti". Dado Duzzi, vicepresidente dell’Unione, ci tiene però a fare dei distinguo: "Il Primo Maggio è in assoluto un confine invalicabile, ma qui si tratta di una  situazione differente. Ottobre è tradizionalmente uno dei migliori periodi a livello turistico e sappiamo che il 60% dei nostri ospiti viene qui per shopping. Ciò non toglie che per noi 10-12 domeniche di apertura l’anno sono più che sufficienti e lo ribadiremo in occasione della stesura del prossimo calendario. Il 21esimo anniversario della riunificazione della Germania, insomma, abbatte anche il muro eretto tra le due maggiori associazioni di categoria locali. Una scelta che non è affatto piaciuta a Guido Margheri, consigliere comunale di Sel impegnato contro le aperture liberalizzate. "Se il pretesto sufficiente alla deroga è una festa nazionale in un altro Paese, allora possiamo dire che vale tutto e la legge provinciale diventa carta straccia. Lo stesso assessore provinciale al commercio Thomas Widmann ha spiegato come lo strumento delle aperture domenicali dovesse essere usato con parsimonia, invece qui si va nella direzione opposta". Si tratta, però, di una deroga. "Già nella legge - continua Margheri – sono previste tre deroghe a disposizione dei commercianti, in aggiunta a tutte le eccezioni come il Natale, la domenica d’oro o altre festività. Permettere anche questo strappo alla regola è un gigantesco errore avvallato dal sindaco in persona. La prossima volta sarà sufficiente una partita di hockey oppure un concerto di particolare richiamo". A gongolare, insomma, potrebbero essere le grandi catene. "E’ risaputo che sono loro gli unici operatori del settore che possono permettersi una turnazione adeguata tra i dipendenti, mentre i piccoli commercianti saranno costretti a importanti sacrifici per stare al passo. Non si può chiedere a tutti di lavorare sette giorni su sette o di preventivare ulteriori spese per la necessità di personale che copra le aperture nei festivi. Viene da sorridere, alla fine, sentire gli stessi promotori di questa apertura lamentarsi della crisi del commercio di vicinato. Potrebbero cominciare loro a difenderli evitando simili colpi di grazia".
Alan Conti


Piazza Nikoletti ancora troppo vuota


Una veduta della piazza di Oltrisarco

BOLZANO. Il nuovo cuore pulsante del quartiere e l’ideale sostituta di una piazzetta Bersaglio che, francamente, calza un po’ stretta a un rione come Oltrisarco. Erano queste le premesse per piazza Nikoletti quando il progetto del nuovo polo Mignone stava prendendo forma. Centro civico, biblioteca, sportello del cittadino, asilo nido “Il Quadrifoglio”, sala pubblica e tanto verde dovevano essere le chiavi per spostare il baricentro del quartiere, ma a qualche mese di distanza qualcosa non funziona. Sulla bellezza architettonica i dubbi sono pochi, ma quel grande spiazzo lungo via Claudia Augusta pare somigliare sempre più alla moderna piazza Matteotti che non a piazza Erbe: più una cattedrale del deserto che non un fulcro di vita sociale. Passato il periodo di tolleranza per metabolizzare la novità, ora secondo residenti e commercianti urgono dei rimedi: spostare il mercato, insediare qualche ambulante “fisso”, proporre giochi per bambini, feste e piccoli concerti. Auspici condivisi dalla stessa Circoscrizione che chiede al Comune l’ordinanza di divieto di sosta sulla superficie e l’apertura del parcheggio sotterraneo.
 "In effetti questa piazza deve ancora entrare nel cuore della gente – conferma Silvano Verza dell’officina per le bici “Alpina” – e già la scelta di privarla dello storico nome di “Mignone” è quantomeno discutibile. Sarebbe bene trovare una strada per valorizzare un’opera che comunque è molto bella". "Spostare parte del mercato, creare flusso e attrarre clienti anche dagli altri rioni – la ricetta di Li Yan Zhang del bar “Honk Kong” – sono le prime operazioni da effettuare per consegnare la piazza alla vita di Oltrisarco". Curiosa la proposta di Remo Zandonella: "Potremmo installare qualche tavolo con le scacchiere, un poco come avviene negli Stati Uniti. In questo modo molti anziani comincerebbero a preferire quello spiazzo al classico tavolino di un bar. Non solo, bisognerebbe organizzare delle iniziative con tanti giochi per i bambini perché così si attirano le famiglie. Oltrisarco non si può permettere di gettare alle ortiche un’occasione tanto ghiotta come una piazza nuova di zecca". Il commercio, però, è da molti indicato come la vera chiave di svolta, ma proporre agli ambulanti di spostarsi è come servire dell’aglio a una cena di streghe. "Io lavoro qui da moltissimi anni – attacca Johann Kral dal suo banchetto di ortofrutta posizionato in corrispondenza della fermata del bus in piazzetta Bersaglio – e non ho nessuna intenzione di spostarmi. Si tratta di un salto nel vuoto che può essere affrontato solo in caso di spostamento di un intero settore e non di singole attività. La piazza, tuttavia, mi sembra adeguata e anche ben costruita". Molto meno spaventata dalla prospettiva sarebbe Yurdan Ucar, da poco titolare del vicino chiosco “Istanbul Doner Kebap”. "Dovessero chiederci di spostarci non avremmo nessun problema ad aprire lì. Anzi, la vicinanza con la scuola potrebbe persino avvantaggiarci". Lo scorso weekend, però, la piazza è stata letteralmente ricoperta di macchine in sosta, complice la festa del quartiere e più di qualche residente si è lamentato. "La Circoscrizione – ribatte la presidente Wally Rungger – aspetta da mesi che il parcheggio sotterraneo sia aperto e che il sindaco emani l’ordinanza di divieto di sosta. Prima non possiamo fare nulla". Si potrebbe spostare il mercato. "Non tutto per questioni di spazio, ma su alcuni settori ci stiamo ragionando con un massimo di 15 banchetti, così come in futuro proporremo più concerti ed iniziative in quello spazio. La stessa sala polifunzionale comincia a entrare in regime di attività con incontri e la presentazione di libri importanti. Ancora un poco di tempo d’assestamento e Oltrisarco conterà su una piazza da vivere in pieno".
Alan Conti 

giovedì 29 settembre 2011

Bolzano da morta a troppa



I linea 77 tra gi 8 eventi di venerdì


BOLZANO. Quando troppo quando niente e una Bolzano morta o congestionata di eventi. La discussione circa un calendario dell’offerta culturale da armonizzare sbarca in modo deciso su internet e all’interno dei social network, ormai agorà di discussione per qualsiasi argomento di attualità. Capita così che su Facebook molti bolzanini prendano posizione sullo strano caso dell’ultimo venerdì in Centro, saturato di ben otto eventi. Sovrapposizione, sottrazione di pubblico l’uno con l’altro o semplicemente bacini d’utenza diversi e nessuna reale concorrenza? Sbrigliare la complessa matassa non è facile. "Non credo di dovermi difendere da alcunché – precisa Vanja Zappetti, organizzatore del concerto dei Linea 77 all’Halle 28 – perché pensare che la nostra serata possa essere messa in concorrenza con lo spettacolo di Laurie Anderson è come pretendere che un negozio di moda possa competere con una boutique di vestiti da sposa". Ciò non significa, però, che non si possa pensare a un calendario provinciale. "La ritengo una proposta auspicabile – continua Zappetti – proprio perché la scarsità di proposte è fenomeno assolutamente raro nella nostra provincia, quantomeno nei weekend". C’è, comunque, chi non si cruccia più di tanto come Mirko Bolognese: "Otto proposte per una serata? Fosse sempre così!". Interviene sulla questione anche Luca Sticcotti, allargando il discorso al vicino Trentino. "E’ solo un problema di calendarizzazione oppure a monte vi è una rete che le cui maglie sono inadeguate? E questa rete è poi in grado di lavorare in sinergia con realtà vicine come la provincia di Trento? Il tutto in un’ottica di candidatura del Nord-Est a capitale della cultura". Sergio Bonagura, consigliere comunale del Pd, si concede un’analisi "di una città come Bolzano con qualche contraddizione. Ci si lamenta sia quando l’offerta culturale è scarsa sia quando è abbondante. Forse un minimo di coordinamento avrebbe senso ma non credo possa avere una funzione prescrittiva. Trento, invece, è una città diversa dalla nostra ma, superando alcune storiche rivalità, qualche collaborazione potrebbe avere un senso". Più drastica la ricetta di Andreas Perugini, in orbita Movimento 5 Stelle: "Cosa ci vuole a fare un calendario in internet degli operatori? Aiuterebbe, inoltre, cambiare il sistema dei finanziamenti che spinge gli operatori a concentrare le attività da metà settembre a metà dicembre". Un tentativo isolato, in questo senso, era stato messo in piedi nei mesi scorsi dal servizio giovani della Provincia che all’indirizzo www.giovani.bz.itha caricato un calendario a disposizione di tutti gli operatori dei centri giovanili. L’intento, dichiarato, è proprio quello dell’armonizzazione delle offerte per i ragazzi. Idea condivisa da Alessandro Visintini, ottavino presso l’orchestra Haydn. "Provincia o Comune dovrebbero predisporre un calendario dove gli organizzatori possano registrare le proprie attività. Ci vorrebbe, inoltre, una regolamentazione che premi economicamente in modo significativo il lavoro in collaborazione fra istituzioni. E’ ridicolo, per esempio, che il teatro abbia la propria stagione operistica slegata dalla Haydn. Forse bisognerebbe fare più attenzione a queste cose quando si sceglie un sovrintendente o direttore artistico". (a.c.)


Btb punta quota 100: da Palazzo Pock al Twenty

Immagine promozionale Btb


BOLZANO. Investire aumentando il proprio bacino d’utenza e rinnovando le filiali esistenti. In una fase economica particolarmente delicata la Banca di Trento e Bolzano rilancia le proprie ambizioni e lo fa in occasione dell’inaugurazione ufficiale della storica sede restaurata all’interno di Palazzo Pock in via della Mostra. Restyling, dunque, ma anche nuove aperture e investimenti garantiti dalla scelta di entrare nella grande culla del gruppo Intesa Sanpaolo sono al centro delle dichiarazioni del direttore generale Nicola Calabrò, ieri gran cerimoniere davanti a un nutrito gruppo di invitati. "Attualmente siamo presenti nella provincia di Bolzano con 41 filiali, di cui 12 nel solo capoluogo. Allargando il discorso all’intero territorio generale arriviamo a 89 sedi che salgono a 91 includendo le due in Austria: un numero che intendiamo incrementare arrivando a superare quota 100". Già individuata una delle prossime aperture: "Tra ottobre e novembre inaugureremo la filiale all’interno del centro commerciale “Twenty”, nuovo tassello portante della rete bolzanina". La Btb, insomma, nonostante il recente bilancio chiuso in passivo, guarda al futuro con una certa tranquillità, forte dell’ombrello garantito dal gruppo nazionale. "Scegliere di confluire in Intesa Sanpaolo – continua Calabrò – è stata una mossa azzeccata. Se si pensa, infatti, che il gruppo ha 400 miliardi di deposito e 370 di impegni si percepisce subito il grande vantaggio della disponibilità di liquidi che nel sistema di oggi fa la differenza in termini di operatività. Non c’è dubbio, inoltre che Intesa Sanpaolo sia tra le principali banche su scala internazionale e questo garantisce una certa riconoscibilità. Per quanto ci riguarda, inoltre, il prossimo bilancio chiuderà ancora in perdita, ma con margini ridotti". La filiale di via della Mostra, intanto, riveste un’importanza particolare per la Btb: da 65 anni, infatti, è un cuore storico della banca. "Senza dubbio si tratta di una sede molto affascinante e moderna, dove abbiamo potenziato i servizi interni e l’area self. In questa filiale contiamo sul lavoro di 30 dipendenti dediti alla relazione con la clientela e 13 che si occupano della filiale imprese, tutti diretti da Iole Calabrese. In totale, invece, come Btb disponiamo di una pianta organica formata da 528 professionisti".
 La cerimonia di ieri mattina all’interno del settecentesco Palazzo Pock ha richiamato numerose personalità: dal sindaco Luigi Spagnolli all’assessore provinciale all’innovazione Roberto Bizzo, passando per il vicepresidente di Btb Michl Ebner, il consigliere provinciale Elena Artioli, il direttore dell’Unione Commercio Dado Duzzi, il presidente di Confesercenti Paolo Pavan,  l’ex assessore Michele Di Puppo e il direttore dell’Alto Adige Alberto Faustini. Svariati, infine, i rappresentanti d’impresa. "Questa banca – ha dichiarato Ebner – è uno dei quattro istituti locali presenti sul territorio e intende mantenere le caratteristiche che la rendono vicina a economia e società altoatesine. Il tutto, però, all’interno di una dimensione di gruppo che comunque ci garantisce una certa autonomia". Il rapporto con la popolazione è tema caro anche al sindaco Spagnolli: "Oggi le banche sono nell’occhio del ciclone perché viste come compartecipi di un sistema che dovrà cambiare. Allo stesso tempo, però, sono il luogo in cui si cerca una maggiore tutela e un rapporto personale. Va riconosciuto alla Btb, infine, il merito di aver sempre voluto tenere unita una buona fetta del vecchio Tirolo". L’assessore Bizzo, dal canto suo, si concede una divagazione sul tema dei declassamenti. "Abbiamo appreso con piacere di essere ancora tra gli enti in grado di sfoggiare una tripla A, ma non posso nascondere un certo pessimismo sulla possibilità che questa situazione possa rimanere tale. E’ difficile, infatti, mantenere tre gradi di rating in più rispetto ai riferimenti nazionali: se un edificio scende lo fanno anche i piani che si trovano più in alto". Per l’occasione si occupa di economia anche il parroco del Duomo don Mario Gretter, chiamato per la benedizione di rito. "In parrocchia ascoltiamo persone in difficoltà. E’ importante che le banche favoriscano l’accesso al credito e tengano conto dei rapporti personali e non solo dei movimenti virtual". 
Alan Conti



mercoledì 28 settembre 2011

Giornata delle Lingue: il bilingusimo parte già a due anni


Un "arabo" libro del Piccolo Principe
BOLZANO. Per diventare bilingui è meglio prendere la rincorsa e partire da piccoli. Se il potenziamento della sezione bilingue alla scuola primaria è ormai strumento sdoganato nell’immaginario collettivo, ecco che la nuova frontiera ha il nome di “apprendimento precoce” negli asili e chiama in causa un nuovo importante protagonista: le famiglie. A lanciare questo strumento didattico è direttamente l’assessore provinciale alla scuola italiana Christian Tommasini intervenuto ieri alle iniziative organizzate dal Centro Multilingue di Bolzano al Trevi in occasione della Giornata Europea delle Lingue. "Nelle nostre scuole dell’infanzia abbiamo diffuso e rafforzato la presenza della seconda lingua appoggiandoci su insegnanti madrelingua oppure agenzie educative specializzate. Credo che già all’età di due anni si possa cominciare a stimolare il confronto e l’apertura mentale verso il tedesco. Il tutto, chiaramente, attraverso il gioco o situazioni adatte a bambini di quell’età. In un ideale percorso, infatti, si tratta del perfetto step antecedente alle sezioni bilingui della primaria". Non è un mistero, comunque, che molte famiglie altoatesine di lingua italiana iscrivano i propri figli negli istituti tedeschi, nella speranza di seguire la strada del bilinguismo fai da te. "Questi genitori – replica Tommasini – devono sapere che si tratta di una scelta molto dispendiosa che potrebbe comportare dei rischi legati all’inserimento". Sembra quasi un invito a desistere. "Assolutamente no, ciascuno è libero di seguire il percorso che crede più soddisfacente, però non sempre si considera che le alternative negli asili italiani ci sono. L’apprendimento precoce, oltretutto, viene posto con una metodologia didattica specifica e sarà progressivamente potenziato a una condizione…". Quale? "Abbiamo bisogno delle famiglie, soprattutto con i bambini così piccoli. Non possiamo pensare che tutto venga demandato all’istituzione scolastica perché è anche leggendo insieme un libro in tedesco che si trasmette a proprio figlio interesse, curiosità e tolleranza verso la cultura diversa. Gli adulti devono fare questo passo, anche se le giovani famiglie sembrano già spingere abbastanza in questa direzione".
 Stessa opinione per Daniela Zambaldi, collaboratrice del Centro Multilingue che quotidianamente segue da vicino queste situazioni. "Basta poco – racconta – come prendersi in braccio il bimbo e affrontare con lui delle storie che non siano in italiano. In questo modo si crea un momento positivo da associare all’altra lingua". Il giudizio sul sistema scuola, invece, è un poco meno entusiasta. "L’apprendimento precoce – continua Zambaldi che fa anche parte dell’associazione “Mix-Ling Genitori per il Bilinguismo” - non mi sembra uno strumento così diffuso. Diciamo che in questa provincia ci sarebbero le potenzialità per sfruttarlo meglio, preparando un percorso davvero organico nella formazione bilingue dei nostri studenti". A furia di concentrarsi sul tedesco, però, si corre il rischio di perdere di vista altre realtà. "Non dimentichiamoci dei tanti figli di immigrati che hanno il desiderio di non perdere la cultura e la lingua originaria. Molto spesso, infatti, la prima reazione per facilitare la propria integrazione è quella di abbandonare le radici linguistiche. Succede molto spesso a scuola. Qui, con giochi, libri e strumenti adatti ai piccoli cerchiamo di creare un’atmosfera per recuperare questi valori". Si spiegano così i tanti volumi in arabo, cinese o spagnolo. "Esatto – conclude la collaboratrice mostrandoci una buffa copia araba de “Il Piccolo Principe” – perché è anche nelle favole che si possono ritrovare le proprie origini senza provare un senso di disagio".
 La giornata al Centro Trevi, intanto, è stata scandita da iniziative mirate come l’animazione in tedesco oppure lo spettacolo delle marionette in spagnolo. Sparse per tutta la struttura, invece, si potevano trovare delle postazioni linguistiche con libri, film e supporti tecnologici di ogni genere. Le operatrici del Centro hanno colto l’occasione per spiegare metodologie e trucchetti a genitori piuttosto interessati. In fondi ci si affanna in polemiche e discussioni, ma imparare una lingua può essere anche questo: un gioco. 
Alan Conti

 

La riunione di condominio? Su Facebook


Condomini di Casanova: nato un gruppo su Fb tra inquilini
BOLZANO. La riunione di condominio? La facciamo su Facebook. Se Casanova è un rione in ritardo sotto tutti i punti di vista, ecco che alcuni suoi residenti si dimostrano assolutamente all’avanguardia. La possibilità di creare dei gruppi all’interno del social network, infatti, ha spinto i residenti della cooperativa Mizar 2.0 a realizzare una pagina dedicata al proprio condominio. Un movimento nato inizialmente come agglomerante per coordinare, discutere e portare alla luce le magagne di una zona che tutt’oggi presenta dei pesanti punti interrogativi e che sta assumendo sempre più la dimensione di un piccolo conciliabolo continuo per chi vive fianco a fianco. Una sorta di ritorno all’antico significato di “bacheca”. Tra gli ultimi post maggiormente commentati, infatti, troviamo accese discussioni tra inquilini sulla gestione di bambini, cani e gatti. I primi accusati di fare troppo rumore, ma difesi dai genitori, i secondi indicati come indisciplinati sporcatori e difesi dai padroni. Non solo, recenti sono le discussioni su quali siano le strategie migliori per debellare le zanzare, i motivi del mancato svuotamento dei bidoni, la puzza del locale immondizie oppure un annuncio di smarrimento di un gioco elettronico. Il tutto, chiaramente, con grande partecipazione a giudicare dal numero di  interventi. Qualcuno, addirittura, nei giorni di vento lancia un appello perché vengano chiuse alcune persiane che chiudono, il che è assolutamente indicativo su come e quanto sia avvertita l’incisività dello strumento Facebook dagli inquilini. Nel gruppo è presente anche il caposcala Michele Covi che volentieri si infila nel calderone della discussione tastando il polso dei propri vicini. Il clima non è sempre quello della serrata da riunione condominiale, sia chiaro, e molto spesso assume un valore costruttivo. Gianluca Battisti, per esempio, ha gettato l’acqua nello stagno con una proposta semplice semplice: "Che ne dite di fare un elenco delle cose che ancora non funzionano?". In poco tempo il post si tramuta in un elenco comodo a disposizione di chi è chiamato a curare i rapporti con la cooperativa: si va, infatti, dalle infiltrazioni per i difetti nelle coperture ai danni delle finestre passando per il malfunzionamento dell’irrigazione nel giardino o delle porte anti incendio. E’ qui, oltretutto, che spesso si discutono le prese di posizione del Laboratorio Casanova e partono gli strali contro un’amministrazione giudicata immobile nel procedere con i servizi e troppo zelante nell’inviare la polizia municipale. L’elemento nuovo che introduce il gruppo “Mizar 2.0”, però, è sicuramente la sensazione di comunità che, anche indirettamente, trasmette tra i residenti. Si passa dall’essere semplici vicini al condividere qualcosa, tanto che non è raro che al ritorno dalle vacanze qualcuno abbia voglia di sentire racconti di viaggio oppure ci si dia appuntamento per quattro chiacchiere in giardino. La piattaforma, quindi, diventa un aggregante sociale per conoscere chi è chiuso sopra il soffitto o dietro la porta a fianco senza limitarsi per forza ai soli saluti. Il sistema, inoltre, semplifica le riunioni condominiali perché è evidente che le discussioni vengono in qualche modo anticipate in forma virtuale con tempi e modi comodi per ciascuno. Ancora una volta la testimonianza di tutto questo arriva da una provocazione lanciata da Cristina Finelli: "Vorrei fare un sondaggio, quanti di voi sarebbero favorevoli all’abrogazione dell’attuale regolamento condominiale e perché?". Non è fantascienza immaginare un nuovo codice nato da un dibattito informatico perché se Casanova è indietro alcuni residenti dimostrano di essere parecchi passi avanti.
Alan Conti
 
La pagina su facebook: http://www.facebook.com/groups/131913780203153/

martedì 27 settembre 2011

Tommasini: "Risolvere imprecisioni del patentino"

Una candidata all'esame
BOLZANO. "
La scrittura di una norma d’attuazione che permetta di assegnare il patentino B a chi conclude il ciclo di studi nella scuola ladina potrebbe essere un’occasione per porre fine a certe storture verso il riconoscimento delle certificazioni linguistiche". Christian Tommasini, assessore provinciale alla scuola italiana, si esprime a margine della presentazione del volume di storia condivisa sulla novità licenziata dalla giunta provinciale. Dopo anni di richieste, insomma, si infrange il tabù del legame diploma-patentino, seppur limitatamente a una minoranza. "E’ l’occasione – spiega l’assessore – per correggere la stortura procedurale che chiama un laureato italiano in possesso della massima certificazione europea in tedesco a sostenere un esame per dimostrare la propria conoscenza in…italiano. Nella redazione della norma d’attuazione cercheremo di far pesare la necessità di risolvere questo passaggio superfluo". L’occhio di Tommasini, insomma, è ben fisso verso la dicotomia certificazioni linguistiche-patentino, mentre l’omologo ladino Florian Mussner non perde tempo per distinguere la scuola ladina dal resto del sistema altoatesino. "Credo che i nostri ragazzi sappiano meglio l’italiano rispetto chi esce dalle scuole tedesche e il tedesco meglio dei coetanei che si diplomano negli istituti italiani. Il riconoscimento del patentino B, quindi, mi sembra una logica conseguenza". Posto che le sezioni bilingue italiane si ispirano anche al modello ladino pare che il governo provinciale in generale, e l’Svp in particolare, ammettano implicitamente una maggiore efficienza di questa impostazione didattica. "Non si tratta – frena immediatamente Mussner – di un’organizzazione replicabile, anche perché per noi ladini sono entrambe lingue straniere e non madrelingua".

 Diversa, infine, la percezione sulla necessità di uniformare i calendari scolastici. "Nel mondo italiano – ammette Tommasini – non si tratta di un tema così determinante. Di certo siamo disposti a fare la nostra parte tenendo presente, tuttavia, che le superiori su sei giorni e il rispetto delle date nazionali sono per noi punti fissi". Molto più deciso sul tema il piglio di Mussner: "E’ una questione di primaria importanza e già dal 2012 intendiamo partire con un calendario uniforme per tutti". (a.c.)

L'ufficio bilinguismo: http://www.provinz.bz.it/ebt/

Hofer impreparato misogino: è la storia condivisa

Un'immagine di Hofer
BOLZANO. Una picconata al piedistallo dove qualcuno ha posizionato Andreas Hofer e una visione della prima guerra mondiale come prima pietra della “questione sudtirolese”. Sono questi i due tasti più delicati toccati dal secondo volume del manuale di storia condivisa per le scuole intitolato “Passaggi e prospettive, Lineamenti di storia locale” presentato ieri a Palazzo Widmann dai tre assessori competenti. L’opera, nata da una mozione dei Verdi e vidimata in più passaggi da tutte le intendenze, smonta pagina per pagina il mito di Andreas Hofer, asciugandone qualsiasi aspetto retorico. A poco più di due anni dalle cerimonie di un Bicentenario particolarmente sostenuto dall’Svp, dunque, suscita una certa curiosità sentire l’assessore Sabine Kasslatter Mur auspicare "la massima diffusione nei nostri istituti" di un libro che definisce Hofer “un uomo dall’orizzonte culturale limitato, sostanzialmente mosso più da una rigorosa difesa della fedeltà cattolica e di antichi privilegi nobiliari che non da una spinta popolare irrefrenabile”. Non solo, lo scritto curato dagli storici e insegnanti Erika Kustatscher , Carlo Romeo, Alessandra Spada e Stefan Lechner calca la mano su un Hofer “censorio che voleva imporre regole morali sulle donne dettate da una latente misoginia giudicate ridicole dalla stessa popolazione contemporanea”. La furia moralizzatrice, inoltre, viene così abbinata a “una sostanziale inesperienza e incapacità nel condurre un breve governo che impostò secondo uno schema rigidamente patriarcale”. Ridimensionato Hofer, dunque, non ne esce bene nemmeno la lotta del 1809 tanto mitizzata da molti ambienti politici. “La mobilitazione – si legge – non suscitò affatto un entusiasmo condiviso in una popolazione in sofferenza, provata e angosciata. Ci fu una strumentalizzazione politica del mitico anno Neun basti pensare che i rifiuti alle contribuzioni non furono certo un gesto di resistenza, ma semplice disagio economico”. Una visione, è bene ricordarlo, vidimata a vari livelli da tutti i gruppi linguistici e presentata come “ufficiale” dalla Provincia. "Abbiamo semplicemente ridimensionato Hofer al suo limite di umano – spiega Romeo – senza nulla togliere alla narrazione strettamente storica di quello che ha rappresentato o fatto. Sarà difficile levare quella patina di “mito” elaborata dalla letteratura romantica, ma crediamo di aver fatto un buon lavoro". Interessante, comunque, la procedura di un lavoro che poteva presentare delle spine: "Qualsiasi testo è stato redatto da uno di noi e poi visionato o corretto dagli altri. Il tutto fino a un’elaborazione condivisa e senza dover scendere a particolari compromessi. Più facile possa nascere qualche difficoltà in più con l’ultimo capitolo". Il secondo volume, infatti, parte dalla Controriforma e si interrompe al termine della prima guerra mondiale: al prossimo passo, che sarà curato da Giorgio Mezzalira, arriveranno al pettine nodi piuttosto intricati fino ai giorni nostri.
 Il conflitto del ’15-’18, invece, viene narrato secondo uno stile piuttosto asciutto sotto l’aspetto politico con una particolare attenzione, però, alle conseguenze sociali che implicò. La guerra, inevitabilmente, contribuì a scavare un solco tra italiani e tedeschi, ma profonde spaccature si registrarono pure tra popolazione rurale e urbana, tra giovani e anziani oppure tra donne e uomini. La contrapposizione etnica, quindi, viene posta come un aspetto storico tra gli altri, ma non l’unico.
 L’opera, comunque, è stata accolta con soddisfazione dai tre assessori Christian Tommasini, Sabine Kasslatter Mur e Florian Mussner. "Speriamo – l’auspicio condiviso – che questo libro venga adottato da moltissime classi dei tre gruppi linguistici e che possa entrare nelle famiglie ed essere letto pure dagli adulti". Già perché realizzare un manuale di storia condivisa e poi non utilizzarlo è quasi un controsenso. "Vero – conclude Romeo – ma credo che per gli insegnanti si tratti di uno strumento formidabile per proporre stralci e tematiche agganciate alla nostra realtà e alla storia più vicina al vissuto dei nostri alunni e delle loro famiglie. E’ bello, infatti, proporre qualcosa agli studenti che possa coinvolgerli in modo piuttosto diretto". 
Alan Conti

 

venerdì 23 settembre 2011

Mancano i lettini, protesta all'asilo


La sede dell'asilo (Foto DLife)


BOLZANO. Senza lettini né camera per dormire, con servizi ancora da completare e struttura da migliorare. Non era così che i genitori di Oltrisarco si immaginavano la nuova sezione distaccata della scuola per l'infanzia "Jolly Tambosi" sorta al posto del vecchio centro civico all'interno dell'omonima scuola. La goccia che ha fatto traboccare il vaso della protesta è scesa lunedì quando una mamma ha trovato il proprio figlio addormentato per terra vicino alla porta d'entrata. Il tutto complicato da una sezione in cui la concentrazione di stranieri è altissima, con soli 4 bambini italiani su 20, e che gli stessi extracomunitari giudicano come penalizzante. La difesa delle educatrici, però, poggia su basi concrete: troppo poco il tempo a disposizione, possibilità di usare dei materassini e il tempo prolungato che ancora deve cominciare. L'incidenza degli stranieri, invece, pare dipendere esclusivamente da una questione d'età degli iscritti, tutti al primo anno.
"Non é possibile – attacca Bouchra Fittach - che si lasci dormire i bambini dove capita e per terra. È un segno di scarsa considerazione, non da parte delle educatrici che fanno quello che possono, ma del Comune che non fornisce attrezzatura e spazi adeguati. Per utilizzare il piccolo ascensore, per esempio, bisogna abbandonare il passeggino fuori dall'asilo, chiedere il permesso e tornare indietro quando basterebbe lasciarlo semplicemente in funzione". Scuote la testa anche Iyobosa Amadin: "Capisco non sia facile organizzarsi in poco tempo, ma certo non è bello vedere i bimbi coricati dove capita. Personalmente preferisco che i miei figli non dormano all'asilo per averli stanchi a casa, ma comprendo la necessità di alcuni genitori di farli riposare. È un peccato, quindi, non avere una sala divisa. L'alta concentrazione di stranieri può effettivamente creare dei problemi e credo che prossimo anno mi rivolgerò alle strutture tedesche". Stempera le critiche Roberto Giordano: "Vero che siamo addirittura intervenuti personalmente portando lenzuola e cuscini, però non credo sia corretto buttare la croce addosso all'asilo dopo così poco tempo di servizio. Aspettiamo qualche settimana e vediamo come evolverà la situazione a pieno regime". Sulla stessa linea Claudio Deac: "I bambini non vengono all’asilo per dormire e comunque non vedo grossi problemi nell’utilizzare dei materassini". Assai meno disposto al compromesso è Salla Nexhip. "Lasciare che i bambini si stendano ovunque senza nemmeno una sala predisposta o dei lettini non è bello. Credo si tratti di un problema da risolvere presto per non alimentare la fastidiosa sensazione di trovarsi in una sezione di serie B". "E’ vero – conferma Zara Lamzihri – dormono dappertutto senza che vi sia uno spazio dedicato. Usano i materassini, d’accordo, ma sinceramente ci si aspetta di ottenere qualcosa di più quando si opta per il servizio di tempo prolungato".
 All’interno dell’asilo, intanto, ci accoglie la coordinatrice Eleonora Restaldo che replica serenamente alle critiche. "Prima di tutto bisogna spiegare che è poco tempo che ci troviamo in questa sede, quindi è abbastanza normale trovarsi di fronte a qualche piccolo disagio, ma la polemica sui lettini non va esagerata. A disposizione, infatti, abbiamo dei materassini e se è capitato di vedere qualche bambino addormentato in giro si è trattato di un singolo episodio. Non solo, il tempo prolungato ancora non è attivo e partirà dalla settimana prossima, quindi la necessità del pisolino non sarebbe nemmeno perentoria". Tra una settimana, quindi, possibile aspettarsi una sistemazione adeguata per i piccoli che crollano tra le braccia di Morfeo? "Non abbiamo la superficie per dedicare uno spazio come camera per la nanna. Le stanze sono tre e dobbiamo adeguarci. Oltre ai materassini, però, metteremo a disposizione lenzuola e cuscini, quindi troveremo il modo di offrire il servizio in modo soddisfacente". Qualcuno, però, si lamenta anche per l’eccessiva percentuale di stranieri: "La divisione – chiude Restaldo - non è stata fatta in base alla nazionalità, ma all’età. Nella distaccata, infatti, trovano spazio tutti i bambini al primo anno perché si è preferito non spostare chi ha già frequentato l’asilo l’anno passato nella sede tradizionale".
Alan Conti

giovedì 22 settembre 2011

Casanova: raccolta firme per i dissuasori


Un dissuasore di ultima generazione

 BOLZANO. "Gli autoveicoli non devono transitare lungo la pista pedociclabile di Casanova, quindi chiediamo l’immediata installazione di due dissuasori che ne impediscano l’accesso". A lanciare l’appello è una cinquantina di residenti del condominio Mizar nel nuovo rione oltre via Resia. Dopo mesi di lamentele, infatti, gli inquilini hanno cominciato a raccogliere le firme, spedite poi al capo dell’ufficio mobilità comunale Ivan Moroder e al comando dei vigili urbani. "La situazione – si legge nella lettera di accompagnamento alla petizione – è ormai diventata insostenibile e molto pericolosa perché si rischia quotidianamente di essere investiti uscendo dalla porta di casa. Sono all’ordine del giorno, infatti, le occasioni in cui qualcuno rischia l’incidente con un mezzo in transito". Numerose le richieste di intervento inoltrate in passato alla polizia municipale: "Purtroppo non è facile cogliere i trasgressori sul fatto".  Proposta anche una soluzione per i mezzi di soccorso: "I dissuasori devono essere di tipo removibile o scardinabile in modo da non impedire l’accesso ai veicoli d’emergenza". Nella zona, oltretutto, sono tanti i bambini che scendono in cortile e passano nelle vicinanze della pista. La domanda, però, è stata consegnata in piena estate agli uffici competenti e a quasi due mesi di distanza ancora nessuno si è fatto sentire. "Non abbiamo ricevuto alcuna risposta – spiega il caposcala Michele Covi - e sinceramente ci aspettavamo perlomeno un parere da parte dell’amministrazione. Invece tutto tace e i veicoli continuano a creare pericoli lungo quella pista". Tra i residenti, però, nessuno sembra disposto ad arrendersi e sul gruppo Facebook del condominio già si affilano le penne per lanciare una nuova raccolta firme. "Purtroppo non sono riuscita ad aderire alla prima petizione – scrive Cristina Finelli – quindi mi piacerebbe aggiungere il mio nome a una richiesta molto importante. Non possiamo, infatti, accontentarci della parola di qualche vigile urbano che si giustifica con un generale aumento dei controllI". Moira Beduschi, infine, è particolarmente agguerrita: "Se non riceviamo alcuna risposta siamo pronti a ritornare alla carica ancora più decisi". (a.c.) 

mercoledì 21 settembre 2011

Chi cerca il suo Musa?


Ahmed Musa in azione con la maglia dell'olandese Venlo

 A soli 16 anni l’Istituto di statistica internazionale IFFHS lo infila diretto nella lista dei 140 giocatori più forti del mondo, in questa stagione è stato uno dei migliori in un mondiale e ha già deciso una partita clou del proprio campionato. Sembra il profilo di un giovane talento di qualche cantera e invece parliamo di Ahmed Musa, attaccante nigeriano di appena 19 anni in forza al VVV-Venlo in Olanda e protagonista con la propria nazionale al mondiale under 20 giocato in Colombia quest’estate. Per capire la capacità di sfondamento di Musa, comunque, basta citare qualche cifra come i 18 gol in 33 partite segnati con il Kano Pillars nel campionato nigeriano, il che non sembra un dato particolarmente incisivo se non si considera che mai nessuno nella storia del Paese era riuscito a fare altrettanto. Ecco perché l’IFFHS l’ha infilato tra i 140 giocatori migliori al mondo e il Venlo se l’è portato a casa senza pensarci troppo. Dopo una stagione di assestamento europeo con 5 gol in 23 partite, quest’anno Musa ha già segnato una doppietta all’Ajax e si è ripetuto nella settimana successiva contro il Twente. Due delle squadre più blasonate d’Olanda sono già state colpite, con l’aggiunta di un assist resto mancia. Non è un mistero che il Venlo avrebbe voluto Musa ben prima del suo effettivo arrivo, posticipato per motivi legali a dopo il compimento del diciottesimo compleanno. I numeri del mondialino disputato in terra sudamericana sono ancora più significativi: 5 partite, 3 assist e 3 gol, una media che sarebbe fantastica persino per un giocatore di hockey. Non a caso l’Adidas ha inserito Musa nella lista dei dieci migliori giocatori della competizione insieme all’interista Coutinho. Il tutto, comunque, senza perdere di vista la Nazionale maggiore che appena può lo convoca e che in qualche occasione l’ha anche visto prendere il posto dell’interista Obi, oltre che segnare una marcatura al Kenya.  Solo un infortunio, oltretutto, ha costretto il ct Lagerback a rinunciare a Musa per Sudafrica 2010. Va tenuto in considerazione, oltretutto, che Musa è un attaccante esterno, quindi di fatto una seconda punta e all’occorrenza: le percentuali realizzative da cannoniere, in quest’ottica, sono da considerare un surplus importante. Da ambidestro, inoltre, si rende utilizzabile ovunque in un ipotetico attacco a tre: calzerebbe perfetto all’ultima linea della Roma, non fosse che nella capitale stanno già stretti. La conformazione fisica, invece, è forse da rinforzare dati i soli 62 chili distribuiti su 1 metro e 70: per l’Italia, ma anche per l’Europa di alto livello, ci vuole un poco di volume in più. Come tradizione per i nigeriani, invece, Musa può contare su una velocità notevole abbinata a una discreta tecnica. Disciplina ferrea, invece, testimoniata dai soli 4 cartellini gialli rimediati in tutta la carriera.
 La posizione contrattuale di Musa è di un contratto sottoscritto con il Venlo fino al giugno 2013 per un valore stimato da “Transfermarkt” in 1 milione tondo tondo, investimento sostenibile praticamente da tutte le nostre squadre di serie A. L’agenzia che cura gli interessi di Musa è la “Just Football” nella persona di Michael Sommer, la stessa di Bonucci, Lamela, Forlan, Mesto e Ambrosini. I ganci con l’Italia, insomma, ci sono e sono belli saldi. Lo stesso Musa pare avere le idee chiare: “Alla fine della stagione – le sue parole – conto di lasciare il Venlo e vagliare le proposte per fare un ulteriore salto di qualità”. Ben fisso pure il concetto di squadra espresso in un’intervista ai tempi della militanza al Kano Pillars: “Vero che ho stabilito il record di segnature in Nigeria, ma non sono d’accordo con quei giornalisti che identificano il club con me. Il Kano Pillars è formato da tutti i miei compagni e ha un’anima indipendente dai singoli”. Lui corre forte e le nostre squadre?
Alan Conti  

Nhl, 10 domande per te


I Winnipeg Jets, vero simbolo delle novità 2012 della Nhl

 1)La rivoluzione di Philadelphia conduce nella direzione giusta? Stringere la mano e impacchettare le valigie di due simboli come Richards e Carter è stata la mossa giusta da parte dei vertici dei Flyers nella persona di Holmgren? Sull’altro piatto della bilancia, infatti, nonostante l’arrivo di Simmonds e Voracek va messo il contrappeso del nuovo goalie Byzgalov. Smantellare le radici per puntellare la porta è ciò di cui aveva bisogno una franchigia tanto importante per arrivare al titolo?
2)Vincere riempie la pancia e mantenere il team immutato rischia di provocare un diabete di motivazioni. D’altro canto, però, il detto “squadra che vince non si cambia” ha le sue buone ragioni. Quale delle due considerazioni si appiccicherà alla stagione 2012 dei Boston Bruins, di fatto immutati rispetto al roster che ha alzato la Stanley Cup sul ghiaccio di Vancouver? Chara e Thomas si confermeranno? Marchand acquisterà continuità ai livelli impressionanti mostrati negli scorsi playoff? La regular season è un cuscino di tempo abbastanza sufficiente per presentarsi alle sfide senza appello nuovamente carichi mentalmente?
3)Prendere la medaglia e girarla, please. Lato Canucks.  Anche qui un team abbastanza uguale a se stesso, con l’eccezione (pesante?) di Ehrhoff, è chiamato a mettersi alle spalle una delusione enorme per tornare a scalare una maledizione che si chiama Stanley Cup. Lo scoramento taglia le gambe e quando vedi che nemmeno la stagione perfetta ti premia allora cominciano i brutti pensieri. Un gruppo di giocatori che ha dimostrato di non saper arrivare carico fino in fondo meritava di rimanere immutato oppure serviva una sterzata nel nord del Canada?
4)Riusciranno Canadiens o Canucks a riportare la coppa nel Paese della foglia d’acero dopo un dominio a stelle e strisce che dura da 19 anni ovvero dal trionfo di Montreal nel 1993? Assai più difficile aspettarsi l’exploit da Calgary, Toronto, Ottawa o Edmonton.
5)La storia dei Capitals sembra già servire la prima risposta: Ovi e compagni saranno certamente protagonisti. Della regular season. Resta da colmare un altro interrogativo, assai più grande e pesante, ovvero se la franchigia della capitale riuscirà finalmente ad essere incisiva anche nei playoff, vero tallone d’achille degli ultimi anni. Il gruppo, però, quest’anno sembra veramente all’ultima chiamata.
6)Grande entusiasmo si registra a Winnipeg, città letteralmente impazzita in occasione del ritorno dei Jets sul ghiaccio dopo anni e già innamorata del rookie Scheifele. Riuscirà tutta questa carica a rimanere immutata alle prime difficoltà e a sospingere la franchigia ispirata alle forze militari addirittura oltre lo sbarramento dei playoff?
7)Dici rookie e pensi “croce e delizia”. Al solito le prime gare della stagione sono quelle in cui si comincia a scrutare con attenzione il ballo dei debuttanti. Di Scheifele ai Jets abbiamo detto, ma come dimenticarsi di Nugent Hopkins agli Oilers, Landeskog agli Avalanche o Huberdeau ai Panthers, tutte primissime scelte nel draft da cui si attendono conferme o segnali.
8)Spada di Damocle per tutte le franchigie sono gli infortuni, di fatto vera variabile impazzita e difficilmente imprevedibile. Chi, però, la lama della spada la sente un poco più vicina rispetto agli altri sono i Penguins che si presentano già in partenza con due dubbi grandi come le spalle di Chara. Malkin dovrebbe tornare abile e arruolabile per l’esordio, pagherà il periodo di riadattamento ai ritmi da partita vera? Crosby, poi, deve ancora fare i conti con l’unica commozione cerebrale che riesce a far girare la testa anche agli altri, i suoi tifosi. Fermo praticamente dall’ultimo Winter Classic il fuoriclasse alterna allenamenti incoraggianti a brusche frenate e sembra sempre al livello “vorrei, ma non posso”. Se torna può fare la differenza: il problema è quel “se”.
9)New York è la città che respira voglia di rilancio. I Rangers hanno infilato un Richards nel motore, gli Islanders intendono smaltire la delusione per un nuovo stadio del ghiaccio che non arriverà e i Devils si trovano davanti all’ennesimo ribaltone in panchina per andare a caccia di quei playoff che non possono ancora sfuggire. La Grande Mela sorriderà o dovrà ancora fare i conti con il piccolo cabotaggio?
10)Come sempre arriverà una sorpresa e, in quanto tale, per definizione imprevedibile. Detto dei Jets, perché non aspettarsi l’exploit dai Wild con un nuovo potenziale offensivo Heathley-Setoguchi made in Sharks? Oppure dai vari Sabres, Predators o Kings che potrebbero aver maturato quella maturità per provare ad arrivare in fondo?
 Il bello, ora, è provare a rispondere ai quesiti, ma si tratta di un divertimento che è giusto lasciare libero. In fondo è anche in questo il fascino di una stagione che sta per cominciare: le domande lasciano sogni per tutti.
Alan Conti

Spagnolli: "Pronti a chiudere sulle von Aufschnaiter". Peintner: "Progetto embrionale"




Kofler Peintner e Spagnolli 


BOLZANO. "Di sicuro, al momento, c’è solo la presenza della pista ciclabile, mentre manca ancora un progetto definitivo sul nuovo polo scolastico in via Vintola". "E’ l’ora di decidere e il Comune non ha intenzione di temporeggiare ancora. Siamo pronti a procedere e le trattative con i Francescani porteranno a un esito positivo".  Sulla questione del trasloco della scuola media “Von Auschnaiter” l’assessore comunale alla mobilità Judith Kofler Peintner e il sindaco Luigi Spagnolli sembrano appartenere a due giunte differenti. A margine della conferenza stampa per la firma del protocollo d’intesa con il Tis, infatti, i due schiacciano due pedali differenti: pieno acceleratore per il sindaco e freno deciso per l’assessore. "Siamo ancora lontani da un’analisi concreta delle misure viabilistiche che andranno prese nella zona – ammette Kofler Peintner – ma di certo vogliamo una pista ciclabile su via Vintola che sia sicura e comoda perché si tratta di un gran numero di bambini". I genitori, contrari allo spostamento da via Leonardo Da Vinci, ne contano 1.300 tra elementari Goethe, medie Von Aufschnaiter e asili. "Stima comprensibile, ma che può essere gestita più serenamente scaglionando gli orari d’entrata e d’uscita tra i vari istituti. Inviteremo le scuole ad adottare questo sistema. Dobbiamo far fronte, poi, all’abitudine che hanno molti genitori di accompagnare sempre i bambini in macchina anche quando non è strettamente necessario. L’Invito a usare mezzi pubblici o alternativi, ovviamente, è sempre valido. Purtroppo, però, ancora non siamo in una fase progettuale tale da permettere qualcosa più di semplici ipotesi". La sensazione, dunque, è che in Comune le idee non siano chiarissime, ma di certo c’è già l’impossibilità di trasformare via Vintola in strada scolastica chiusa al traffico per un quarto d’ora negli orari di inizio e fine delle lezioni. "Prima di tutto si tratta di una misura prevista solo per le primarie, quindi adeguata semmai alle Goethe – premette l’assessore – ma a parte questo diventa impensabile bloccare un passaggio determinante per il traffico come via Vintola". Assai più deciso, come detto, l’atteggiamento del sindaco: "E’ arrivato il momento di decidere e intendiamo procedere con il progetto di spostamento. La creazione di un polo scolastico ha dei vantaggi per la comunità e la trattativa con i Francescani approderà a una soluzione soddisfacente per tutti". (a.c.)

martedì 20 settembre 2011

Von Aufschnaiter: i genitori non mollano




L'assemblea popolare sul tema (DLife)





BOLZANO. "Non faremo spazio a un monumento personale di Durnwalder standocene in silenzio. La nostra battaglia non è affatto conclusa". I genitori della scuola media "Von Aufschnaiter" non ci stanno e tornano ad alzare la voce contro un trasloco in via Vintola che le amministrazioni danno già per certo. Atteggiamento pugnace appoggiato dalla dirigente della scuola Ingrid Pertoll Froner che continua a ribadire l’"assoluta contrarietà alle ipotesi di trasloco nonostante la fretta delle istituzioni". Nei giorni scorsi, infatti, il Comune aveva deciso di imporre un'accelerata alle operazioni portando in commissione urbanistica la variazione al Puc necessaria per la realizzazione del nuovo polo scolastico alle spalle dell'anagrafe. L'approvazione del documento presentato dall'assessore comunale all'urbanistica ha però subito uno stop con conseguente ritardo: un parziale punto a favore dei contrari allo spostamento come i genitori. "Sentiamo parlare - le parole di Dieter Seifert, una delle anime della protesta e rappresentante del consiglio d’istituto della scuola -di un'opera già approvata dal consiglio comunale, ma si tratta di una bugia. Il documento del 2009 cui si fa riferimento era relativo a uno scambio con le Gasteiner e, oltre a prevedere la possibilità di rifiuto da parte della Von Aufschnaiter, fissava una scadenza operativa al 30 giugno 2009. Non solo, quindi, si tratta di un atto non pertinente, ma è addirittura scaduto". La controproposta dei genitori è quella presentata dalla dirigente Ingrid Pertoll Froner in occasione della tavola rotonda di giugno. "Ci vuole una ristrutturazione complessiva dell'edificio: noi abbiamo avanzato un nostro progetto figlio della riqualificazione approvata nel 2007 e poi inspiegabilmente stralciata per le sopravvenute esigenze dell’università. Solo in questo modo, oltretutto, potremmo salvare l'investimento di 500.000 euro fatto quest’estate per la messa in sicurezza degli infissi e le migliorie apportate a palestra, gabinetti, spogliatoi e altri spazi della scuola. Onestamente dobbiamo ammettere una buona collaborazione con l’ufficio provinciale per la manutenzione scolastica, ma non possiamo rilevare che trasferirci per abbattere tutto comporterebbe un ulteriore spreco di denaro pubblico"Oltre alla volontà di non ricusare la propria storia, comunque, è lo stesso progetto di polo scolastico a non convincere. "L’insistenza – riprende Seifert – nel voler ammassare in uno spazio così ristretto oltre 1.300 studenti tra Von Aufschnaiter, Goethe e asili vari è semplicemente incomprensibile. Fa sorridere, inoltre, che l’assessore Pasquali prospetti importanti sinergie tra le Von Aufschnaiter e le Goethe ignorando totalmente quali possano essere. Il cortile? Ognuno ha il suo, la mensa? Impraticabile visti gli spazi, la didattica? Assai complesso a livello organizzativo e dirigenziale trattandosi di due circoli didattici diversi". C’è poi una perdita secca di cubatura: "Ci promettono un gioiello, ma operando una semplice sovrapposizione ideale dei due volumi si scopre che il trasferimento costerebbe all’istituto un restringimento secco di un piano. Significa aule e spazi in meno senza un motivo. Si omette, inoltre, di dire che l’opera porterà alla sparizione dell’unico parchetto verde del Centro e che piazza Parrocchia non potrà che diventare un pericoloso crocevia di piste ciclabili e traffico". E’ sulla coda, comunque, che Seifert lascia il veleno: "Da qualsiasi parte la si guardi, insomma, non esiste alcun vantaggio ragionevole per la scuola nello spostamento. La dirigente di certo non si dichiara contraria per capriccio. Se il presidente Durnwalder ha deciso all’improvviso di allargare l’università per ampliare il suo auto-monumento non deve farlo a spese dei nostri ragazzi". Non arretra di un millimetro nemmeno Barbara Rottensteiner, rappresentante dei genitori protagonista nell’ideazione delle celebri proteste con gli elmetti e le lenzuola. "Non è cambiato nulla, così come non è mutata la nostra volontà di rimanere in via Leonardo Da Vinci. Invitiamo il Comune, intanto, a mostrarci i termini dell’accordo con i padri Francescani per il terreno dove dovrebbe sorgere il prossimo polo scolastico. Sempre ammesso che esista un accordo". 
Alan Conti 

Il Cineclub stasera ricorda il suo fondatore


Una macchina da presa

BOLZANO. La sua condizione naturale era con una telecamera in mano e di questa passione ha lasciato segno indelebile nell'istituzione del “Cineclub Bolzano”. Scomparso quest’estate Nino Mucci è stato uno dei registi più abili e attivi della nostra provincia e proprio la “sua” associazione intende ricordarlo oggi nella sua sede di via Roen a partire dalle 20.30 con una serata dedicata alla sua figura e alle sue opere. La passione per il girato di Mucci nasce quasi per caso quando, in occasione del suo matrimonio nel 1954, spolvera la vecchia 8 millimetri antico dono del fratello Silvio e filma la sua prima regia guidando le riprese della cerimonia. Cominciano così i primi lavori, per lo più di carattere quotidiano sulla propria famiglia, le gite, lo sport o il folklore altoatesino. Per parlare di film bisogna arrivare al 1962 quando Mucci presenta una pellicola girata nel proprio ufficio, intitolata “Debiti” al concorso regionale di Merano classificandosi terzo. Nel 1969 arriva l’idea destinata a lasciare una traccia: insieme a degli amici appassionati fonda il Cineclub dando avvio a un periodo di grande produzione. Nel 1978 l’arrivo del Super 8 apre la frontiera dell’animazione e permette a Mucci di presentare opere destinate a raccogliere consensi nazionali come “Tempo Libero”, “Idillio” e “L’ultima foglia d’autunno”. Proprio in quell’anno porta a casa il premio “Bobina Unica”, un concorso di corti a soggetto di tre minuti. L’ultima grande rivoluzione è datata 1986 quando le pizze lasciano spazio alla telecamera e lo stesso Mucci scrive “l’era della pellicola è finita, fra tanta accorata nostalgia. In un’epoca in cui tutti possono creare dei video, vale la pena voltarsi per omaggiare i pionieri.(a.c.)

lunedì 19 settembre 2011

San Giacomo: sul palco si inneggia al fascismo


Il logo della band fascista

 BOLZANO. “Se la legge italiana ci vuole tappare la bocca sappia che noi facciamo quello che ci pare. La nostra musica è fascismo come lo è l’azione, la giustizia sociale, la rivoluzione, il nazionalismo, Fiume, San Sepolcro e l’Rsi”. Si presenta così, nei siti specializzati sul web, la band “Blind Justice” che venerdì 23 settembre alle 20 si esibirà al pub “Lo Hobbit” di San Giacomo. Dopo i “Zeta Zero Alfa”, insomma, la letteratura dei gruppi di ultradestra portati in concerto a Bolzano si arricchisce di una nuova puntata curata dall’organizzazione “Canti Ribelli” concentrata principalmente sulla musica non conforme. Di conforme, certamente, l’arte dei Blind Justice ha poco. “I nostri primi due pezzi si intitolano “Misogenia” dedicata alla donna modellata oggi dalla nostra società e “Gli anni della Fenice”. In un altro pezzo, invece, analizziamo il fascismo come reazione e non rivoluzione”. Lo stile è quello dell’hardcore “da troppo tempo lasciato solo nelle mani della sinistra ed eravamo stufi fosse genere di sola pertinenza dei cessi sociali”. Nella loro pagina dedicata su facebook, intanto, la band promuove una maglietta con tanto di slogan “Fascist Youth Crew” (Compagnia giovani fascisti). In un’altra intervista rilasciata dalla band attesa a San Giacomo le intenzioni del gruppo sono ancora più chiare: “Per chi suoniamo? Per tutti, ma non certo per gli antifascisti e i messaggi che vogliamo trasmettere dal palco sono quelli del fascismo e della ribellione”. Ovviamente non manca l’impegno politico: “Siamo molto vicini alla causa palestinese, far emergere il tema della giovinezza per eliminare la cancrena dei vecchi che fissano le radici alle poltrone”. Chiusura, ovviamente, con il necessario “saluto a tutti i camerata”. Passando ai testi delle canzoni il tenore non muta di molto. In “70178”, per esempio “il compagno e lo Stato” vengono accusati di essere mandanti ed esecutori degli omicidi “Di Nella, Cecchin, Larentia, Primavalle, Ramelli e Zicchieri” con invito a “chi ha lottato e non si arrese a gridar presente con le braccia tese”. In “Reazionario”, dopo il distacco dalla storica triade famiglia, patria, Dio ecco che si ricorda al giovane che “noi ti abbiamo educato per avere un fuorilegge” con tanto di epiteti rivolti a “savoiardi, partigiani e bastardi americani”. Chiusura del brano con il motto fascista “Eja, eja, alalà”. In “Misoginia” tutto l’affetto per le donne si esprime con un “colpi di spazzola, lucchetti e mimose, scusa non ti chiamo Amore perché penso che: Misoginia unica via!” che infila nello stesso calderone le starlette della tv e le vittime dello scoppio della fabbrica di cui la mimosa è simbolo. Sicuri ci sia bisogno di questa lezione?

Il traffico? Si risolve con un sms


Webcam per la viabilità in via Renon

BOLZANO. Un’applicazione sullo smartphone che avverta della presenza di code e imbottigliamenti oppure un sistema che comunichi con i navigatori satellitari nella segnalazione immediata delle informazioni sul traffico ed elabori percorsi alternativi. Potrebbero essere questi i primi due frutti del protocollo d’intesa tra Comune e Tis firmato ieri dal sindaco Luigi Spagnolli e dal presidente del Tis Nikolaus Tribus. Il primo tema che verrà messo sotto la lente dello sviluppo tecnologico, quindi, è quello relativo a una vecchia bestia nera della città: il traffico. Nasce così “Bolzano Traffic”, un percorso biennale che si propone di trovare dei sistemi che possano migliorare la comunicazione delle condizioni di traffico in città a pendolari o turisti. Nel caso si bloccasse l’Arginale, per esempio, sarà il navigatore satellitare a consigliare immediatamente un percorso che, per esempio, possa passare per una viale Druso più sgombra. Il tutto tramite la stretta collaborazione con la centrale operativa della polizia municipale che potrà a sua volta essere rafforzata nella raccolta di informazioni. Sostanzialmente, quindi, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale impegnerà 280.280 euro in un progetto che come massimo obiettivo concreto si propone di evitare gli imbottigliamenti straordinari, nonostante tra i risultati attesi compaia una riduzione del dei flussi di traffico del 30% negli accessi in città. Di modifiche strutturali, infatti, nella conferenza stampa di presentazione non si è nemmeno accennato e lo stesso sindaco Luigi Spagnolli ha ammesso che <>. Utili, invece, potranno essere i dati che arriveranno dal progetto. "Già adesso – spiega l’assessore comunale alla mobilità Judith Kofler Peintner – sappiamo che ogni giorno circolano in media 150.000 veicoli in città, di cui il 14% mezzi pesanti e il 60% (90.000) entrano ed escono dall’area urbana". "Un approccio moderno al tema del traffico – chiude il sindaco Spagnolli – non può che basarsi su analisi approfondite condotte da specialisti del settore e non certo sulle esperienze empiriche". Numeri positivi, invece, arrivano per quanto riguardo la situazione di “modal split”, ovvero l’incidenza di spostamenti che vengono effettuati in città con mezzi propri motorizzati. Ebbene a Bolzano sono solo 27,2 i transiti quotidiani a bordo di una propria auto contro i 29 fatti in bici, i 29,5 a piedi e 7,6 in bus o treno. La moto, infine, incide con 6,7 spostamenti giornalieri.
 Firmato, intanto, il protocollo d’intesa tra Comune e Tis che, con una cerimonia a tutto favore dei fotografi, stabilisce una collaborazione tra i due enti nello sviluppo di progetti in linea con le volontà dell’amministrazione. Il tutto avrà una durata di tre anni per una spesa complessiva di 45.000 euro. Tra strette di mano e dichiarazioni di rito resta la curiosità del 16,88 per cento delle azioni del Tis detenute dal Comune di Bolzano: non erano sufficienti a garantire una forma di collaborazione?

Ale e la scuola 2.0


La maglietta benefica con il logo del gruppo

BOLZANO. Il ritorno a scuola è per molti una ripartenza colma di aspirazioni e desideri per la nuova stagione. Assai più raro che la prima campanella rappresenti una tappa significativa verso una rinascita come per Alessandro Polì, per tutti il piccolo “Ale” che da più di quattro mesi è impegnato nella riabilitazione dopo l’intervento di trapianto di midollo osseo. Ale ancora non può recarsi fisicamente nella sua nuova classe di prima alla scuola media “Alfieri”, ma l’Istituto Comprensivo e la Sovrintendenza si sono attivati perché comunque fosse garantita la sua presenza. Contattata l’azienda specializzata “Acs” di Bressanone è stato possibile creare una connessione tra casa di Alessandro e l’aula grazie a un ponte radio e secondo una tecnologia che permette una vera interazione con gli insegnanti e i compagni. Alessandro, infatti, è al primo anno di scuola media e, come per tutti i suoi coetanei, diventa importante approfittare al meglio di questi primi giorni di conoscenza con il nuovo ambiente. "Si tratta di un inizio davvero speciale – racconta mamma Emanuela Imprescia – possibile grazie a una tecnologia realizzata solo con un grosso sforzo economico di Provincia e Sovrintendenza. E’ importante che Ale possa sentirsi il più possibile all’interno del gruppo. La prima connessione è stata un’emozione intensa per tutti: io, insegnanti, compagni e lui". Il sistema, inoltre, prevede pure una lavagna interattiva multimediale sulla quale Ale potrà scrivere direttamente da casa: l’aspetto didattico, insomma, non passa assolutamente in secondo piano. Il tutto, chiaramente, in attesa che il sistema immunitario di Alessandro si ristabilisca perfettamente permettendogli una presa di contatto continua e diretta con l’ambiente scolastico. "La proposta di installare un collegamento interattivo c’è sembrata subito azzeccata" spiega la dirigente dell’Istituto Comprensivo Bolzano-Europa II Laura Cocciardi. "L’aiuto dell’azienda specializzata “Acs” di Bressanone, però, è stato determinante per un intervento che comunque si presentava come complesso e impegnativo. Il ponte radio è stato stabilito e l’aspetto centrale è che si tratta di un sistema che permette l’interazione di Alessandro con i professori o i compagni. Garantire questo scambio era un nostro preciso obiettivo e intanto in aula abbiamo già riservato un banco per lui>>. Soddisfatta della soluzione trovata è anche la sovrintendente scolastica Nicoletta Minnei: <
 Da qualche giorno, intanto, sono arrivate delle magliette personalizzate con il logo del gruppo “Polì Ale: un midollo per la vita” e lo slogan “Donare è vita” sul davanti e il motto “Donare per cambiare un destino” sul retro. Si tratta di t-shirt che sono state indossate durante la manifestazione "BolzanoinBici". Il prezzo è  di 7 euro che, al netto dei costi di produzione, saranno interamente devoluti all’Admo. La pioggia, però, ha fermato le due ruote (non tutte..), ma le t-shirt si possono ugualmente acquistare anche nel negozio “Bijoux” in via Milano 119 dalle 9.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19. Per le spedizioni fuori Bolzano, invece, meglio prendere contatto all’interno del gruppo sul social network. 
Alan Conti