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venerdì 2 agosto 2013
Dal golpe al silenzio: le reazioni alla sentenza
La sentenza sul caso Mediaset è arrivata e l’unica certezza preventiva è stata ampiamente confermata: si è trattato di un sasso nello stagno. Le reazioni sono subito scattate velocemente a partire, logicamente, dal suo partito. Il sottosegretario Michaela Biancofiore un minuto dopo la lettura del dispositivo era in marcia per rimettere il proprio mandato da sottosegretario al Cavaliere. Più un atto simbolico che formale in attesa delle decisioni della neonata Forza Italia, rilanciata ieri sera nel discorso di Berlusconi. Duro il coordinatore provinciale Alessandro Bertoldi che parla di sentenza golpe, di atteggiamento eccessivo e persecutorio con conseguenze storiche, ma spolvera anche un inaspettato senso di prudenza nel riportare alla tranquillità qualche membro dell’esercito di Silvio che su Facebook non perde tempo per chiamare alle armi e alla guerra totale. Il vice coordinatore Enrico Lillo guarda invece dall’angolazione della giustizia: “Una sentenza che lascia l’amaro in bocca e aumenta i dubbi sulla serenità dei giudici”. Dall’altra parte della barricata? Profilo bassissimo, quasi rasoterra. Dal Pd il segretario Antonio Frena si limita a una citazione del direttore di Repubblica Ezio Mauro per ribadire che i riflessi sul governo, politici ed etici, dipendono soprattutto dalle riflessioni della sinistra e non della destra. L’assessore Maria Chiara Pasquali concede solo uno stringato “condannato” sulla notizia condivisa via facebook, ma per trovare un minimo di pepe basta consultare le dichiarazioni del consigliere comunale di Sel Guido Margheri che parla di “videomessaggio di Berlusconi dal carattere eversivo”. Tutto tace, invece, sul fronte Svp impegnati come sono negli incontri ministeriali in vista della visita di Letta. L’agitazione frenetica, insomma, arriva più dalle zone di propagazione vicine al Cavaliere e non è facile immaginare qualcuno ad aspettare sulla riva in silenzio.
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