I vecchi bidoni già tutti demoliti, spariti, rivenduti. Le voci sul destino dei cassonetti stradali andati in disuso da qualche giorno in città si sono rincorse non senza la consueta dose di leggenda. Due le voci che è bene subito chiarire non essere veritiere: la prima è che il riciclaggio sia stato affidato interamente alla ditta "Santini", la seconda sta proprio in quell'interamente perché è ad essere spaccati e ridotti a blocchi sono anzitutto i cassonetti metallici. A vincere il bando indetto da Seab, per la cui visione, seppur pubblico, è necessario attendere l'espletamento delle pratiche di richiesta ufficiale, è stata la ditta trentina Lamafer ed è direttamente in azienda che ci spiegano concretamente che cosa avvenga ai cassonetti.
Un appalto, comunque, che destava più di qualche interesse e che pare essersi deciso sul filo di lana. Secondo alcuni operatori, inoltre, la stessa Seab avrebbe effettuato una suddivisione preliminare tra i bidoni ancora utilizzabili e quelli da distruggere. Nel bando, infatti, alla ditta dovrebbe essere specificatamente imposta la distruzione vietandone la vendita. Difficile, infine, capire i contorni economici di guadagno di un'operazione che ha portato soldi nelle saccocce dell'amministrata comunale, della Lamafer e, in prospettiva, anche delle Acciaiere. Tris.Alan Conti
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