Due ore interminabili hanno spazzato via il sorriso
montanaro di Walter Depero, 53enne ispettore capo della Digos, che ieri è stato
colpito da una scarica di massi alla testa sul monte Lovello in Valle Aurina,
esattamente dove Italia e Austria si guardano negli occhi. Due ore che emergono
dalle ricostruzioni più dettagliate del dramma consumato ieri. In mattinata
Depero decide di incamminasi da San Giovanni per la salita in quota fino ai 3.380
metri del Monte Lovello: sei ore di camminata. Con lui la moglie Hannelore e il
figlio di lei, appena 17enne, a cui era legato da un affettuoso rapporto. Alle
11.30, però, a un centinaio di metri dalla vetta il poliziotto pare perdere
l’appiglio scivolando e innescando una frana con un fronte tra i 5 e i 10
metri: alcuni sassi lo colpiscono alla testa e le condizioni paiono subito
gravissime. Immediata la chiamata all’elisoccorso che data la gravità della
situazione fila diretto verso l’incidente senza caricare gli uomini del
Soccorso Alpino. Sul monte, intanto, la nebbia è un blocco fitto e per calare
un soccorritore occorrono due tentativi e al momento di riportare sul mezzo
ferito e operatore tutto si complica e il Pelikan 2 non ce la fa. Deve lasciare
il piccolo gruppo sul monte: figlio, compagna, soccorritore e Walter che lotta
contro la morte. Le condizioni migliorano solo 120 minuti dopo, ma Depero ha
già reso le armi. Gli uomini del Soccorso Alpino, infatti, risalgono il monte
partendo solo da 500 metri più in basso dove ha potuto lasciarli l’elicottero. Solo
dopo altre due ore, alle 16, si riesce a
riportare a valle la compagna e il figlio talmente travolti dallo shock che per
lungo tempo non riescono a fornire le generalità di Walter che con sé non aveva
documenti. Nulla da fare, invece, per il corpo che è stato lasciato in quota la
notte per recuperarlo oggi. A Bolzano lascia la madre e un fratelloi. In
Questura arriva il ricordo dei colleghi e il fiato spezzato per una delle
memorie storiche della questura del capoluogo: dall’85, infatti, curava i
rapporti con il mondo tedesco date le sue origini in valle Aurina. Schuetzen,
destra tedesca, associazioni ed enti di quell’area politica lo rispettavano e
stimavano come referente Digos. Un uomo di raccordo e del dialogo che amava la
sua terra: perderlo non fa male solo a chi lo conosceva, fa male a tutto l’Alto
Adige.
Alan Conti
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