Una rissa, dodici punti alla testa, sangue e di colpo viale Trento ripiomba
nella polemica e nel vortice del Café Agadir pericoloso. Le rimostranze dei
residenti sono note, risalgono a mesi e anni fa e l'episodio, chiaramente, é
tornato a preoccupare perché la violenza in pieno giorno non può passare
inosservata. Il tentativo, peró, è quello di passare al di là del bancone e
provare a capire e comprendere che tipo di atmosfera o frequentazione orbiti
intorno al discusso locale. Basta poco per scoprire due aspetti nuovi che non
sono proprio dettagli: il bar non si chiama più Agadir, ma Gazum perché è
cambiata la gestione e i nuovi titolari hanno cercato di smarcarsi da episodi e
polemiche precedenti. È il fratello del gestore vittima dell'aggressione ad
accoglierci con disponibilità per poi passare la parola a un avventore con più
dimestichezza con l'italiano.
"Per noi trovarci qui è qualcosa di quasi sacro. Non esagero, provate a chiedere ai vostri nonni o ai vostri genitori che magari hanno un passato da emigrati e sapranno spiegarvi cosa significhi. Non facciamo nulla di straordinario nè di male: semplicemente ci troviamo nel locale a bere caffè o the e parlare di noi, delle nostre vite. Come si fa in qualsiasi altro bar". Però in passato non tutto è stato poi così tranquillo: "No, vero, ma spesso c'è gente che viene apposta per innescare confusione. Si tratta di individui e non di rapporti tra nazionalità o etnie". I residenti, però, sono scocciati e impauriti. "Lo sappiamo, ma noi non saremo mai dalla parte delle persone che vengono qui per provocare e non intendono vivere in pace. Sarebbe anche bello poterlo spiegare a chi abita qui". Avete mai avuto modo di colloquiare, fosse anche solo per conoscervi meglio? "No, mai, ma le porte del dialogo qui sono aperte per tutti".
Si
chiariscono, intanto, alcune tensioni pregresse che potrebbero anche essere alla
base del violento screzio di ieri. Non correrebbe buon sangue, infatti, tra il
bar e alcuni commercianti di via Marconi. Secondo chi si affaccia al bancone la
ricerca della rissa sarebbe proprio funzionale a screditare il nome del locale
sui media. La fine del Ramadan di qualche giorno fa, inoltre, contribuisce a
qualche eccesso alcolico, ma è proprio parlando con chi frequenta il Gazum che
si scopre un altro dettaglio non di poco conto: il bar, per scelta, non serve
alcun tipo di bevanda alcolica. Da una parte la voglia di evitare problemi di
sorta dall'altra, indubbio, motivazioni religiose. A Bolzano, peró, quanti altri
locali si contano che hanno fatto la medesima scelta?
Alan Conti
Nessun commento:
Posta un commento