Lo sgombero di ponte Palermo, salutata con grande entusiasmo e 
sbandieramenti di efficenza, è solo la punta dell'iceberg di una Bolzano
 dell'abbandono, spesso immersa nel disagio. Una città ombra che cammina
 parallela a quella di tutti i giorni, a ridosso del luccichio proposto 
dai turisti. Muovendo i passi dal ritrovamento di ieri di un dormitorio 
d'emergenza all'interno della ex Speedline abbiamo girato lo sguardo 
della telecamera negli angoli più dimenticati del capoluogo. Nelle 
settimane dell'agitazione da bidoncino basta percorrere alcuni metri di 
via Einstein per accorgersi come sacchi neri e rifiuti di ogni genere 
punteggino i prati di quella che dovrebbe essere la nuova zona di 
espansione. Rimanendo in Zona industriale ecco la vecchia sede 
dell'Omnis dove all'entrata ci accolgono alcuni frigoriferi abbandonati 
e, incredibilmente, nel cortile interno uno scooter completamente 
sventrato. Targa abbondantemente rimossa, ma la presenza di qualche 
adesivo, le manopole personalizzate e il numero di telaio dovrebbero 
permettere di ricomporne in parte il destino. Verso il retro 
dell'edificio, ormai un rudere blindato, ecco fare capolino un giaciglio
 di fortuna di qualche senzatetto con vestiti ormai lerci e macchie nere
 che lasciano presagire piccoli fuocherelli di riscaldamento. Tappa a 
Oltrisarco dove all'interno dell'ex Anas tutto sembra sospeso fuori dal 
tempo. Garage e pompe di benzina che sembrano un set cinematografico 
d'annata introducono alle casupole rosse lasciato al loro destino da 
quasi un decennio. L'unico barlume di civiltà è la casetta abitata 
esattamente sotto la chiesa del Calvario. Per qualche settimana la zona 
doveva essere l'eletta per un nuovo centro culturale e musicale per 
giovani e ragazzi, ma oggi rimane buona solo come magazzino delle 
vecchie rampe dello Skate Park. Ai Piani la situazione non è più rosea 
perché basta soffermarsi al civico 36 di via Macello per imbattersi 
nell'ormai rudere Ferrotel, il dormitorio dei macchinisti delle ferrovie
 ormai totalmente lasciato a se stesso. Le logiche di organizzazione 
interna di Trenitalia hanno drasticamente ridotto le dormite fuori città
 rendendo di fatto sempre meno indispensabile la struttura che oggi 
langue desolata, sia nel suo corpo centrale sia nelle dependance rivolte
 verso la strada. Oltre alle erbacce altissime, comunque, la certosina e
 attenta chiusura di ogni possibile varco, con finestre chiodate e porte
 murate, ha impedito l'ingresso a chi cerca un tetto di fortuna. 
Paradosso effimero, peró, il collocamento di un bidoncino apposito 
esattamente all'esterno del palazzo fantasma. La congiuntura difficile 
di enti e proprietà interessate, comunque, lascia il timore che nulla si
 possa sbloccare prima dell'intervento sull'areale. A fronte dello 
sgombero di ponte Palermo, invece, ecco che sotto ponte Talvera si trova
 un medesimo accampamento di fortuna, con materasso e mobili 
improvvisati, che troviamo occupato dal proprietario. Senza contare 
alcuni accampamenti di nomadi che resistono in via Avogadro con parecchi
 mezzi, ma anche in via Einstein e in via Francesco Baracca prima 
dell'aeroporto. Tutti luoghi dove le difficoltà sociale non sono stati 
spazzati via dal lamento di qualche politico ma reclamano perlomeno la 
ricerca di una soluzione che sia umana e urbanistica. Tutti esempi che 
non sono nemmeno esaustivi della Bolzano dimenticata a cui si potrebbero
 aggiungere il palazzo che ospitava il giornale Alto Adige oppure 
l'edificio giallo nel centralissimo incrocio tra via Cassa del Risparmio
 e via Museo o ancora tutte le strutture del Virgolo, la zona 
aeronautica di via Novacella i tanti negozio chiusi, alcuni da decenni, e
 i cantieri fermi, Firmian e Guncina insieme. Non si tratta certamente 
di operazioni facili e non sono sempre situazioni imputabili 
all'amministrazione o alla volontà di qualche privato, ma in una città 
che ha sete sfrenata di terreni e vede per questo prezzi immobiliari 
stellari vien da sorridere a sentir parlare di convegni e certificazioni
 per risanare il costruito. Sarà bene cominciare a pensare di risanare 
anche il distrutto. 
Alan Conti
Nel telegiornale di oggi tutte le immagini 

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