Ferragosto si avvicina e la voglia di buttarsi nell'acqua durante le tradizionali scampagnate rischia di essere intensa. Pensateci bene, peró, se vi trovate al cospetto di un fiume perché la recente cronaca che ha visto tre ragazzini inghiottiti dalle acque dell'Adige a Cavarzere in provincia di Venezia deve essere un monito anche poco più a nord. Il Talvera talvolta viene utilizzato come piscina di fortuna, sul Passirio è stata addirittura costruito un terrazzamento da spiaggia che sembra quasi invitare all'ingresso, ma il pericolo è davvero dietro l'angolo. I rischi sono tanti e si chiamano freddo, correnti e dighe e nemmeno i cani, per quanto sia ormai brutta abitudine lasciarli andare, sono immuni.
Il servizio di soccorso acquatico dei Vigili del Fuoco di Bolzano conta su 30 pompieri, mentre i sommozzatori sono 5, tutti brevettati professionisti. Gli interventi nella stagione estiva sono circa una trentina: significa uno ogni tre giorni.
Per capire la portata del rischio, peró, bastano un paio di dati. Le acque dei nostri fiumi hanno una temperatura media di 10-11 gradi, il che significa che nudi o vestiti il corpo resiste senza crampi la miseria di un minuto. Il tempo di intervento fisiologico dei vigili del fuoco sul territorio è di 3 minuti e già 11 minuti rischiano di essere fatali. Non solo, quando il fiume incontra degli ostacolo crea della controcorrente invisibile in superficie che non è controllabile preventivamente. Si innescano mulinelli che possono trascinare in profondità persino chi è dotato di salvagente professionale. Praticamente nessun fiume altoatesino, inoltre, è libero dalla presenza di dighe e badate bene che il rilascio delle piene non avviene affatto a tempi stabiliti e il massimo della segnalazione sono le sirene in alcuni paesi. Nel caso proprio doveste finite preda della corrente, infine, meglio avere il sangue freddo di non contrapporsi ma lasciarsi trasportare perché i nostri corsi hanno spesso insenature più calme. Certamente una reazione da sangue freddo molto complessa da mettere in atto nel panico, ma un modo migliore per evitarlo c'è: non immergersi.
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