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lunedì 18 ottobre 2010
Bolzano, protesta degli studenti: non toglieteci il Classico tedesco
BOLZANO. Chiedono spiegazioni alla politica, direttamente in un faccia a faccia. Sono determinati gli studenti del liceo classico in lingua tedesca «Walther von der Vogelweide» che di fronte alle scelte di riorganizzazione scolastica della Provincia seguite alla riforma del ciclo superiore targata Gelmini vedrebbero paradossalmente sparire dall'offerta del capoluogo il classico ad indirizzo tradizionale. Per due giorni studenti, insegnanti e genitori si sono confrontati in assemblea. Giovedì a porte chiuse, ieri con una seduta aperta. La decisione della riorganizzazione va ascritta principalmente alle scelte dell'assessore alla scuola tedesca Sabina Kasslatter Mur, che i ragazzi chiedono di incontrare al più presto. A Bolzano, capoluogo della provincia e con un liceo all'avanguardia per cui sono stati fatti importanti investimenti, rimane una preoccupante casella vuota che i giovani non intendono colmare con l'indirizzo offerto dalla scuola dei «Francescani». Prima di tutto si tratta di un istituto privato con moderate capacità recettive e, in quanto tale, richiede una tassa di iscrizione annuale. La riforma, inoltre, introduce il liceo musicale, ma azzoppa l'identico indirizzo del liceo classico e pure su questo fronte monta il malcontento. Da registrare, comunque, che il mondo della scuola è compatto: i professori e la dirigente Martina Adami si stringono al fianco degli allievi. Nell'assemblea che si è tenuta ieri, oltretutto, gli studenti hanno incassato anche il sostegno "pesante" dell'ex procuratore Cuno Tarfusser, oggi di stanza a L'Aja. Tra i genitori mobilitati anche Ferdinand Willeit, ex presidente dell'A22. «Non accettiamo», esordisce il rappresentante degli studenti Luca Vittorio Crognale, «che ci venga tolta un'opportunità simile per concentrarla solo a Merano, non ha alcun senso. Quello con i "Francescani" è un parallelo improprio: non potrà mai accoglierci tutti. Ci devono spiegare per quale motivo hanno speso tanti soldi per ristrutturare il nostro istituto se volevano affossarlo». La diatriba, comunque, colpisce anche la scuola italiana, «perché i ragazzi del "Carducci" tradizionale che al quarto anno vorranno venire da noi non potranno più farlo, semplicemente perché non esisteremo più come normale liceo classico. Assurdo. Non ci facciano, infine, discorsi di contenimento dei costi, perché secondo le nostre stime non esiste alcun tipo di risparmio adottando questa scelta». Microfono alla mano sostengono le stesse tesi in assemblea Maximilian Dallago e Horis Kovacevic, mentre alfiere della protesta del musicale è Sabine Erschbaumer: «Ora permetteranno l'accesso al Conservatorio solo con la maturità e ci costringeranno a rivolgersi al liceo musicale, ma noi ci troviamo bene qui. Siamo seguiti, approfondiamo lo studio degli strumenti e pretendiamo un diritto di scelta senza forzature». Tra i presenti, anche il direttore del Conservatorio Felix Resch. Poche sedie più in là annuiscono il professor Robert Guerrieri e la dirigente Adami: «Capiamo e condividiamo parte delle preoccupazioni dei ragazzi. Dobbiamo salvaguardare la nostra offerta formativa». Interviene anche Cuno Tarfusser: «La politica deve essere al servizio dei cittadini e se la popolazione chiede un certo tipo di formazione non trovo giusto negargliela. Ribadiamo, inoltre, che la scuola privata è molto diversa dalla pubblica». Sono arrabbiati anche Sofia Groselli e Luca Graiff, entrambi all'ultimo anno di liceo: «Ci battiamo per chi verrà dopo di noi. Non è giusto che debba subire l'ingiustizia di andare a Merano, con dispendio di soldi ed energie, solo perché non si intende potenziare la sede di Bolzano. Il classico tradizionale deve restare e l'assessore Kasslatter Mur deve smetterla di negarsi agli incontri con noi, perché quando c'è da metterci la faccia per incensarsi con qualche inaugurazione non manca mai. Vogliamo discutere con lei e capire quali siano le priorità della politica altoatesina». Eleonora Charlotte Pichler e Julia Abram portano avanti le istanze dell'indirizzo musicale: «Sbandieriamo la nostra autonomia a ogni piè sospinto: sarebbe ora di dimostrarne l'efficacia anche in concreto. Ci sentiamo all'interno di un corso di studi appagante, seguito con grande competenza e professionalità. La musica ci aiuta anche nelle altre materie, come la matematica, e non vogliamo essere costrette a spostarci in un liceo completamente dedicato su cui non esiste alcun tipo di garanzia di qualità. Bolzano deve contare di più». Prendono posizione le insegnanti Ornella Bortolotti e Giovanna Berloffa: «Fino a giugno nessuno si sarebbe aspettato che la questione prendesse questa piega. Siamo amareggiate e constatiamo che solo da noi, con l'abolizione del musicale, sparirà una classe di concorso per i docenti. C'è in ballo anche la qualità della didattica e dell'offerta: non possiamo non essere al fianco dei ragazzi che protestano con motivazioni condivisibili e idee chiare». Le stesse idee che vorrebbero tante esporre alla politica.
Alan Conti
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