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sabato 23 ottobre 2010
Test in classe: la scuola italiana migliora ma è sempre sotto la media del Nord
di Alan Conti
BOLZANO. Avanti, ma adagio. Le scuole italiane della provincia di Bolzano confermano una certa allergia alla prova di valutazione nazionale Invalsi, ma lentamente sembrano prenderne le misure e migliorare i risultati. La rilevazione nazionale, comunque, fa la radiografia a una scuola locale che inverte il trend negativo con cui partì due anni fa, ma accusa sempre e inspiegabilmente uno scarto negativo rispetto a buona parte della medie nazionali e alla maggioranza del Nord Italia. Il trend, dunque, è quello della risalita, ma il valore raggiunto è, per bocca della stessa sintesi nazionale "ancora statisticamente insignificante per dire che Bolzano stacca la media italiana come invece fanno tutte le altre regioni del settentrione". Doveroso, però, registrare anche alcuni aspetti positivi come il buon successo dei bambini della quinta primaria dell'anno scorso nella prova di matematica che migliorano del 12,7% e staccano tutti i colleghi del Nord e d'Italia. Buon segno anche l'omogeneità delle scuole, espresso con un basso indice di varianza che testimonia come non vi siano grosse differenze d'apprendimento tra un istituto comprensivo e l'altro. Siamo, inoltre, tra le province meno "copione" della Penisola visto che i nostri ragazzi sono molto poco inclini alla classica sbirciatina sul foglio del compagno. Nella norma, invece, i valori di presenza di stranieri che vanno dal 7 al 13% circa e ottengono risultati, in media, del 10% inferiori rispetto agli altoatesini. Abbastanza intuitivi anche i dati che vedono i maschi primeggiare in matematica e le femmine in italiano. Entrando nel dettaglio non entusiasma il risultato della seconda classe della primaria che, tra tutte, è l'unica a segnare un decremento rispetto al 2009 nella prova di italiano (-1,7), mentre migliora di 4,5 in matematica. Rimane comunque dietro al Nord di circa tre punti percentuali e non supera nemmeno la media italiana. Più confortanti, i ragazzi della quinta che centrano un 66,6% di risposte esatte in italiano e un 64,4% in matematica con un miglioramento di oltre dieci punti rispetto al 2009. Valori che ci portano a superare il Nord dell' 1,7% con numeri e figure, pareggiare la media italiana nella prova di lingua e staccarla di quasi tre punti in matematica. La fine del ciclo primario, insomma, consegna bambini pronti nelle mani dei professori delle medie. Lavoro di cui si colgono i frutti mantenendo costantemente valori superiori al resto del Belpaese sia in prima che in terza, dove la prova Invalsi si è inserita nel contesto dell'esame finale. «Dimostrazione - sottolinea il presidente nazionale Invalsi Piero Cipollone - che la scuola italiana fa un buon lavoro per recuperare il gap alla partenza». Notevole il distacco di 2,2 fatto segnare in matematica al primo anno e di 1,7 al terzo. Male, invece, se ci confrontiamo al resto delle regioni del Nord che, ancora una volta, ci superano quasi sempre di due punti pieni. Grande attenzione è stata posta anche ai risultati ottenuti dagli alunni immigrati, scorporando l'analisi in prima e seconda generazione. La tendenza, come detto, è quella di circa 10% di risposte esatte in meno rispetto agli italiani per la prima e differenze minori per chi è nato qui da genitori stranieri. L'assessore provinciale alla scuola italiana Christian Tommasini e la sovrintendente Nicoletta Minnei, dal canto loro, invitano a «considerare il trend in crescita rispetto a qualche anno fa, la diminuzione di risposte non date e un generale miglioramento della situazione». Resta, però, una verità insindacabile che viene riproposta dallo stesso Tommasini: «Per la spesa sostenuta e per la nostra posizione è evidente che l'obiettivo è quello di primeggiare rispetto alle medie nazionali, ma anche a quelle del Nord». 21 ottobre 2010
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