Cerca nel blog

venerdì 29 ottobre 2010

Picchio, l'accoglienza è un gioco


Alto Adige — 28 ottobre 2010 pagina 43 sezione: AGENDA

BOLZANO. E’ la tradizionale briscola con bicchiere di vino, declinata nella modernità. Il bar “Da Picchio”, per tutti semplicemente Picchio, frequentatissimo punto di ritrovo al civico 11 di via San Quirino, corre al passo con i tempi in cui la concorrenza chiede ai locali di specializzarsi nella cucina e proporre sempre nuove iniziative. La storia del locale, lanciata dai mitici Gerino, Ciano e Bronzetto, si è rinnovata sulla linea della continuità con Stefano Predenz, che subentrò all’ultimo del succitato trio, a rilevare pochi anni fa globalmente il locale e con la nuova socia Francesca Ruscio a prendere la palla al balzo per fare del Picchio, già apprezzato luogo di ritrovo alternativo inteso come classico bar rustico, un’osteria apprezzata e un polo per il gioco di società. Lungo la vetrina e in parte della sala del bar, quindi, si notano tante belle scatole che fanno bella mostra di sé: dal “Risiko” al “Non t’arrabbiare”, chi ha voglia di lanciare la sfida non ha che l’imbarazzo della scelta anche se gli avversari, se non altro per amor del proprio orgoglio competitivo, è bene ponderarli bene. «La domenica - ci spiegano i soci titolari - organizziamo la giornata ludica e ci sfidiamo tutti in vari giochi. Abbiamo una sala con un videoproiettore utile pure per chi vuole cimentarsi con joystick e Playstation. Si crea così una bella atmosfera, dove tutti cerchiamo di divertirci. C’è anche una piccola annotazione che vale la pena di fare: i giochi in scatola stravincono, nelle scelte, contro i videogiochi. La voglia di giocare tutti insieme, quindi, supera ancora grafica e interattività, un buon segno». Non tutto, però, è un gioco e quando c’è da incrociare le gambe sotto il tavolo e impugnare una forchetta con la qualità non si scherza. «Abbiamo avviato - continuano Francesca e Stefano - una cucina che si basa sulla tradizione italiana. I capisaldi di tutto restano l’uso di prodotti sempre freschi, dell’olio extravergine di oliva in ogni alimento e la messa al bando di glutammato e panna. Proponiamo la carne chianina, primi piatti con specialità regionali e il sabato, quando abbiamo un poco di tempo in più, è tutto dedicato al pesce. Ogni giorno, comunque, cerchiamo di variare il menù e la cucina deve sempre essere molto casalinga». Passeggiando tra i fornelli, infatti, si ha la sensazione di sentirsi a casa: niente proporzioni enormi o strumenti troppo sofisticati, ma solo tanta voglia di metterci passione. L’atmosfera da salotto di casa con visita di amici si riflette anche al bancone del bar, dove lavorano Andrea Boscolo ed Elena De Lorenzo. «Il bello di fare i baristi qui è che davvero non ci si annoia mai. La clientela, infatti, è molto varia: al mattino i lavoratori della zona, il pomeriggio e la sera tanti giovani o studenti delle scuole vicino. Scambiare due parole con ciascuno, quindi, diventa molto interessante». Tutto bello, non fosse per quel cruccio legato alla musica. «Proponevamo diversi concerti - riprende Francesca Ruscio - ma la legislazione provinciale ci ha tagliato le gambe. Ho intenzione di andare a parlare con Durnwalder per risolvere la situazione. Non guadagniamo tantissimo con la musica, ma è bello poter portare allegria e occasioni di socializzazione senza, alla fine dei conti, fare male a nessuno». I clienti, comunque, sfoderano un bel sorriso a 32 denti anche senza musica. «Il bello del Picchio - interviene Marco Bombasaro - è la familiarità che si respira. Lavorando vicino è bello avere un posto dove svagarsi con la certezza di trovare sicuramente qualcuno con cui scambiare due chiacchiere. La cucina dell’osteria, poi, è molto curata e perfetta per la pausa pranzo». Mauro Trentini e Marco Nobile si uniscono al coro: «Ottimo ambiente e tanta voglia di stare bene divertendosi. L’ingrediente fondamentale, alla fine, è proprio l’allegria che un locale riesce a trasmetterti». E’ pur vero che un sorriso te lo possono strappare anche un bicchiere di vino e una briscola, ma un torneo di Cluedo davanti a qualche etto di fiorentina mette allegria solo al pensiero... © RIPRODUZIONE RISERVATA -
Alan Conti

Nessun commento:

Posta un commento