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martedì 12 ottobre 2010

I commercianti: al sabato apertura per tutti


BOLZANO. Il commercio del Centro, dopo i furgoncini e il dibattito sui megastore, trova un altro fronte su cui riflettere e lo fa attraverso la voce dei negozianti dell'asse via Bottai-via Grappoli. La questione è di quelle che allineerebbe Bolzano alla stragrande maggioranza delle città italiane, ovvero l'apertura di tutti i negozi al sabato pomeriggio. Stiamo parlando della chiusura chiusura al sabato pomeriggio. Sono già tanti, comunque, i negozi che tengono aperto, ma ora si cerca una mossa comune come l'apertura unica per tutti. Una proposta che raccoglie consensi, ma anche qualche rifiuto. Sul piatto della bilancia si arriva ad offrire una chiusura settimanale ma, intanto, il sasso è stato lanciato. Il tutto in una realtà commerciale tranquilla e soddisfacente, dove il transito e il lavoro con i turisti permette ai commercianti di fare un bilancio con il sorriso, nonostante qualcuno riveli gli alti costi degli affitti. «La strada è molto bella - commenta Nicola Dori di "Mode Dori" - e regala soddisfazioni. Diciamo che se un'attività non funziona in via Grappoli ci deve essere qualcosa che non quadra in chi la gestisce. Detto questo, però dovremmo tutti trovare più elasticità, specialmente sugli orari. Si tratta di un problema che accomuna tutto il centro storico e io dico che tutti insieme dovremmo aprire il sabato pomeriggio. In cambio potremmo tenere chiuso il lunedì, come fanno i parrucchieri. E' vero che l'80% già tiene aperto, ma senza un'operazione coordinata non si può permettere la chiusura settimanale, mentre una gestione organica avrebbe i suoi vantaggi. E' inutile che l'Unione Commercio si affanni a promuovere iniziative con il parcheggio gratis: ai clienti interessa sapere solo se è tutto aperto o meno. Così possiamo tenere testa all'arrivo di eventuali centri commerciali che in futuro potrebbero puntare sulle domeniche. A livello di offerta, diciamocelo chiaro, non abbiamo nulla da temere, ma resta la spina degli orari». Meno generali le preoccupazioni che incontriamo da "Globus" per bocca di Heinrich Oberrauch, Erika Leitner e Burkhard Fieg. «Il carico e scarico con i furgoncini è leggermente problematico perché ci parcheggiano spesso le macchine davanti. Per il resto, però, questa strada è fortunata e si lavora sempre molto bene. Negli ultimi anni, oltretutto, è parecchio migliorata con l'arrivo di due supermercati». Ripropone l'apertura di sabato in blocco anche Maria Iacuaniello della libreria "Ubik": «Sarebbe un'ottima soluzione che ci permetterebbe di migliorare l'offerta in modo compatto. Anche i turisti ne sarebbero sicuramente contenti». Serafica, invece, Anna Auer di "Orsolandia": «Siamo qui da quasi un anno e davvero non abbiamo nulla di cui lamentarci. Siamo fortunati a essere in una zona dove, commercialmente, si sta molto bene». Uno sguardo ai costi di gestione lo getta Giovanna Stilliano di "Passepartout": «Si sta abbastanza bene, ma bisogna ammettere che gli affitti comportano delle spese pesanti. È un po' il problema di tutto il centro storico. Per il resto si riesce a fare affari più con i turisti che non con i bolzanini». La proposta dell'apertura compatta al sabato pomeriggio, nel frattempo, registra anche l'adesione di Dragan Orlovic, Angelika Frena e Janka Billa dal bancone del "Romerkeller". «Serve più libertà sugli orari, così come la scelta sui giorni. Il sabato, però, è giusto lanciare un messaggio di compattezza aderendo tutti a una simile iniziativa. Sarebbe anche una bella promozione d'immagine per tutto il centro. Un altro appunto è quello relativo ai furgoncini: forse sarebbe il caso di aumentare l'intervallo di tempo per la circolazione». A tirare il freno dei contrari, però, troviamo Rudi Rieder di "Floralpina": «Sono contrario a questa proposta perché ritengo che la vita familiare mia e dei miei dipendenti abbia la sua importanza e vada rispettata. Certo che se dovesse essere un'azione compatta, in cui tutti siamo veramente uniti, varrebbe la pena di pensarci, ma al momento l'orientamento è negativo».

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